Massimo Nardin e gli effetti speciali


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FantasyMagazine
Balrog
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MessaggioInviato: Ven 02 Feb 2007 10:14 am    Oggetto: Massimo Nardin e gli effetti speciali   

Massimo Nardin e gli effetti speciali

Leggi l'articolo.
Nataniele
Hobbit
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MessaggioInviato: Ven 02 Feb 2007 10:14 am    Oggetto: Ottava Arte?   

Mi permetto solo di suggerire una possibile soluzione ad un dibattito che, a prima vista, potrebbe arenarsi in una contrapposizione concettuale statica. Nardin afferma chiaramente che la tecnica digitale tradisce il senso profondo ed il significato portante della settima arte. E nel suo modo di intendere questa supposta settima arte, potrebbe essere vero e giusto. Per questo, mi premuro di fare considerare che il digitale può forse avere aperto le porte ad un'ulteriore forma di arte, non tanto vista come un'evoluzione della precedente, quanto un'embrionale forma del tutto nuova capace di investigare aspetti dfferenti del prolifico immaginario della nostra anima. Perché tutto ruota attorno allo stesso discorso, quando si ha a che fare con l'arte: soddisfare il desiderio sfrenato immaginifico della nostra anima.
franz
Mago Mago
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MessaggioInviato: Ven 02 Feb 2007 11:41 am    Oggetto: Re: Ottava Arte?   

Nataniele ha scritto:
Per questo, mi premuro di fare considerare che il digitale può forse avere aperto le porte ad un'ulteriore forma di arte, non tanto vista come un'evoluzione della precedente, quanto un'embrionale forma del tutto nuova capace di investigare aspetti dfferenti del prolifico immaginario della nostra anima.


E' un interessante punto di vista, Nataniele.
In sostanza diciamo che l'utilizzo di un ausilio diverso può dare vita a una forma diversa d'arte.
L'invenzione brevettata dai fratelli Lumière sarà stata considerata un'evoluzione della pittura? Direi di no, visto che il risultato è radicalmente diverso.
Un dipinto creato con l'ausilio del computer è una nuova forma d'arte? Il mezzo è diverso, ma il risultato no. Così come parliamo di cinema sia per quanto riguarda le pellicole 'realiste' che quelle d'animazione.
I film prodotti dalla Disney, per fare un esempio, non sarebbero dunque cinematografia, ma qualcosa di diverso che si avvicina di più ai cartoni animati?
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metalupo
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MessaggioInviato: Ven 02 Feb 2007 12:19 pm    Oggetto: Re: Ottava Arte?   

Premessa. Mi riprometto di tornare presto a leggere e metabolizzare meglio la lettera di Nardin, che non è facilmente assimilabile (e spero - vanamente? - sia perché esprime un concetto sottile e profondo). Per ora comunico solo delle sensazioni a pelle, molto parziali.

Il cinema è fotografia in movimento sicchè tutto ciò che ne diverge non è cinema al massimo grado? Ehhhh? Shocked Il cinema non deve utilizzare linguaggi che si avvicinino a quelli letterari altrimenti tradisce i propri mezzi espressivi più tipici e tipizzanti? Ehhhh? Shocked

Secondo questo ragionamento qualsiasi film che vedete al cinema e che racconta una storia, NON E' CINEMA! Mentre lo è il filmino super-8 del compleanno della Vecchia Zia Concettina (pace all'anima sua). E' infatti indubbio che quest'ultimo sia un film realistico, con personaggi (anzi persone!!) che fannno cose vere - magari giusto con quel pizzico di forzata innaturalezza, eccitazione, impaccio, causati dalla presenza della cinepresa - mentre non si può dire la stessa cosa di coloro che sono stati fotografati (in movimento, ma movimento conforme al copione) e continuano ancora oggi a muoversi dentro qualsiasi pellicola di Spielberg, Kurosawa, Leone, Scorzese, Kubrick, ecc...

Il digitale "artefà" (si può dire artefà? Shocked Mr. Green o l'ho inventato io adesso? Rolling Eyes ) lo spirito del cinema in quanto in tal caso tutto è totalmente manipolabile e decidibile? Niente lasciato al caso? Il flusso temporale arrestabile e riavviabile a piacimento? Ehhhhh? Come dice giustamente franz questa stessa obiezione è applicabile ai tradizionali (non digitali) cartoni animati.
Mai preso una matita in mano? Mai scoperto con somma sorpresa quanto i dettagli di un disegno - felicemente riusciti - su cui si è saputo esercitare controllo completo siano altrettanti di quelli - riusciti, altrettanto - venuti fuori per caso, fuori dal controllo cosciente? Fuori dal controllo cosciente non solo perché una porzione di lavoro dell'artista si è svolta entro il suo "flusso" più squisitamente "creativo", ma anche per cause contingenti e casuali (per esempio: oggi sono nervoso - thò, ho espresso bene la rabbia in questo paesaggio pastorale e bucolico che avrei voluto disegnare. Hey, ma lo sai che il modo in cui la rabbia che ho espresso qui mi piace proprio? Okay, mi tengo il risultato!!!)

Analogamente, nel cinema narrato, tutto ciò che si fissa su pellicola in modo casuale (fotografia in movimento) è comunque - o dovrebbe essere - RISOTTOPOSTO (in massima parte) a RIesame cosciente, a controllo e manipolazione capillare in sede di montaggio. Non a caso i registi più grandi si occupano quasi sempre ANCHE della fase di montaggio.

Non vorrei dire, ma mi scappa proprio: l'argomentare di Nardin mi sembra ancora più vuoto e pretestuoso di quanto il comunicato stampa lasciava intravedere. Comunque mi riservo di rimangiarmi queste parole, se riterrò sia il caso di farlo, dopo una seconda lettura della lettera.
MessaggioInviato: Ven 02 Feb 2007 12:29 pm    Oggetto: Bene prof. analisi interessante   

Ho letto l'interessante replica del prof. Nardin e credo che dovremmo porgergli delle scuse, perché effittivamente la sua analisi non è contro il genere fantasy ma sull'abuso che spesso il cinema, ricorrendo al digitale, fa diq uesto genere. Mi fa piacere comuqnue che lui sottolinei la valenza di questo genere, addirittura iniziato con la Storia infinita, anche perché dal precedente intervento in verità non era molto chiaro, anzi sembrava quasi che tutto fosse "magia nera contro il cinema". Comunque sono interessata all'argomento e, non so, forse a questo punto dovrei approfondirlo comprando anche il libro del prof.
A presto. Hasta la vista!
franz
Mago Mago
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MessaggioInviato: Ven 02 Feb 2007 12:39 pm    Oggetto: Re: Bene prof. analisi interessante   

francesca litri ha scritto:
Ho letto l'interessante replica del prof. Nardin e credo che dovremmo porgergli delle scuse, perché effittivamente la sua analisi non è contro il genere fantasy ma sull'abuso che spesso il cinema, ricorrendo al digitale, fa diq uesto genere. Mi fa piacere comuqnue che lui sottolinei la valenza di questo genere, addirittura iniziato con la Storia infinita, anche perché dal precedente intervento in verità non era molto chiaro, anzi sembrava quasi che tutto fosse "magia nera contro il cinema". Comunque sono interessata all'argomento e, non so, forse a questo punto dovrei approfondirlo comprando anche il libro del prof.
A presto. Hasta la vista!


Riguardo all'abuso degli effetti speciali, e al fatto che questi non debbano essere il fulcro di un film, bensì un efficace mezzo d'espressione, mi pare che si convenga tutti (e basta leggere alcune recensioni di FM per averne la prova).
Sono anche pronto a scusarmi con il professore, se questi si ritiene offeso per i nostri toni, che però non mi pare siano stati sopra le righe.
Rimane ancora qualche perplessità riguardo alla definizione di cinema e alla sua essenza, che condivido solo in parte e che penso sia riduttiva. Questo mi pare sia il nocciolo della questione
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metalupo
Ospite

MessaggioInviato: Ven 02 Feb 2007 12:40 pm    Oggetto: Re: Bene prof. analisi interessante   

francesca litri ha scritto:
Ho letto l'interessante replica del prof. Nardin e credo che dovremmo porgergli delle scuse, perché effittivamente la sua analisi non è contro il genere fantasy


Ma questo mi pareva chiaro anche prima... però è sicuramente "contro" l'uso del digitale (il cui utilizzo sarebbe lecito ma non produrrebbe "arte cinematografica", forse neanche "arte" di qualsiasi tipo sia). Indicentalmente, il digitale viene usato sopratutto per visualizzare ciò che non esiste, quindi principalmente nelle pellicole fantastiche, sicché semmai è qui che poteva sorgere il dubbio d'un attacco al fantasy.

Però l'argomentazione continua a convincermi ancora meno di prima. Ripeto, portata all'estremo significherebbe che dovremmo rivedere completamente il concetto di cinema (ho parlato del super 8, e adesso mi viene in mente un altro esempio radicale: l'esplicità di un film pornografico sarebbe più "cinematografica" di ciò che vedremmo nei sottintesi narrati di un film erotico d'autore. Ossignore se si muovono là dentro! E in buona parte lo fanno anche "casualmente").
Theonlyandtheone
The Duke
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MessaggioInviato: Ven 02 Feb 2007 13:08 pm    Oggetto:   

male, male, male, male, male........

premessa, quando si scrive è inutile scrivere per se stessi, meglio cercare di farsi capire, ho dovuto rileggere questo articolo tre volte e non sono ancora sicuro di averlo compreso del tutto, cosa che non mi era nemmeno succeso con "La critica della ragion pura"...., forse è un mio limite ma l'ho trovato molto macchinoso....


nel mio precedente intervento avevo posto un giudizio di maniera, mi spiego, avevo in pratica estrapolato il mio generale e generalistico pensiero sul digitale e la sua applicazione adattandolo al dibattito che aveva preso corpo dall'articolo di Marina.


Ora mi trovo di fronte a questo intervento di Nardin, e rimango a dir poco basito dalla pochezza (non me ne voglia l'autore) di questo articolo

Mi aspettavo grandi difese della sua posizione, ma su basi reali, su fatti, su argomenti tecnici, mi aspettavo esempi, mi aspettavo una analisi attenta e preparata sulle technical skill della produzione digitale rispetto, a quelle basate su un fotografia di stampo classico.

Invece mi ritrovo a leggere un intervento di filocinematografia (chiamate De Mauro ho coniato un nuovo termine Laughing ) .

L'autore dichiara di non essere coeateneo di Vittorini, mi è difficile crederlo.

Il cinema è arte, ma chi stabilisce cosa sia l'arte, siamo nel campo dell'opinabile più puro, i futuristi avevono un concetto di arte abbastanza diverso da quello dei romantici, ma quele dei due sia migliore è una determinazione impossibile. Se noi partiamo dal preconcetto che il digitale fotografico, visivo o ludico (etc..) non sia una forma d'arte, facciamo un tremendo errore di partenza, perchè ci poniamo in una posizione difficile da sostenere verso qualsiasi persona che affermi il contrario.

E poi il discorso sulla tempistica, sui tempi narrativi e descrittivi, sull'alternasi, sul giocare con la spazialità e la temporalità.....arretrato a dir poco. Il cinema mi sembra che per lei sia rimasto quello di "Touch of Evil", la sequenza iniziale, la tempistica perfettamente rispettata, narrazione, e descrizione inscindibilmente legate, insomma realtà trascritta in una pellicola alla pari (se così si può dire). Ormai siamo nel 2007, non per dire ma molta acqua sotto i ponti è passata, questa sua analisi poteva essere fata 10 o 20 0 30 0 40 anni fa ugualmente. Perchè il dividere il tempo, giocare con esso, rallentarlo, velocizzarlo, renderlo schiavo della sceneggiatura, così come lo spezzatare un film in fotogrammi, unirli, montarli, alternarli, non è proprio una cosa degli ultimi anni.

Ma andiamo avanti:
Citazione:
il trucco, la “fumetizzazione” o “letteraturizzazione” del cinema sono strade ben più agevoli, così come più sterili sono i risultati. Sterili innanzitutto per lo spettatore, chiuso in un gioco autoreferenziale di indovinelli — appunto — letterari che depotenziano la magia del cinema.


Lei ha l'incredibile capacità (lo riconsoco) di dare a dei giudizi di valore, la forza e l'incisività di un assioma assoluto, a prima vista questo articolato periodo mi ha fatto un po' paura, lo dovuto rileggere 3 volte. Ma poi mi sono detto ma perchè sono strade più agevoli??? Chi lo afferma??? Chi dice che i risultati sono sterili??? Ma soprattutto che cosa è la magia del cinema e chi la definisce???

Questo "saggio" non è saggio, lei afferma ma non argomenta, e quando argomenta lo fa su fondali molto fagosi, lei confonde inoltre teatro e cinema quando sono uno di fronte all'altro e si guardano anche con un po' di astio.

Bello il documentario di quark sul grillo che salta tra poetici steli d'erba, che alta espresione di trasposizione perfetta della realta, ma io preferisco sinceramente Richard Burton e Clint Eastwood sul tetto di una teleferica che cercano di conquistare da soli un castello, anche se so benissimo che in relata quello che passa dietro di loro è un sfondo su un rullo cartonato fatto girare a mano da un assistente di studio.


In questo mondo io combatto per avere cinema di qualità, ma non pongo paletti alla sua espressione visiva, non pongo limiti alla sua trasposizione su pellicola, non pongo limiti alla tempistica, all'uso di qualsiasi mezzo per renderlo migliore, e non mi interssa se questo sia il mezzo più agevole, o il meno agevole. Mi interessa solo una cosa, io davanti un film per provare emozioni. Perche ragazzi, questo è il cinema.




come dicevo.....

male, male, male.
Con tanti terroristi nel mondo dovevo ammazzarne proprio uno con i piedi piccoli.

John McClane
Rikus
Ex rivoltoso Ex rivoltoso
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MessaggioInviato: Ven 02 Feb 2007 13:35 pm    Oggetto:   

Dopo aver letto i due articoli dico anch'io la mia. Razz

Inizierei prima a parlare del Tempo.

Il film durerà sempre gli stessi secondi.
Mi dispiace contraddirlo, ma anche il libro durerà sempre le stesse "parole".
Poi ognuno legge con velocità diverse, così come ognuno vede con occhi diversi.
Il film può essere rivisto per cogliere particolari sfuggiti.
C'è sempre una descrizione. Il ritmo accelera o frena, il tempo si avvolge e si svolge, proprio come in un libro.
Il Tempo descritto dall'uomo, sia esso tramite un film o un libro, sarà sempre finito.
Anche il cinema chiama lo spettatore in causa, gli dice guarda bene, forse capisci.

Andare contro il digitale perchè trasmorma la realtà in 1 e 0 lo trovo sbagliato.
Perchè ridurre la realtà a oli, grassi animali e rossi d'uovo imbrattando una tela, è meglio? Razz
Non dobbiamo dimenticare che il pennello, la pellicola o il sensore CCD sono solo dei mezzi, degli strumenti che usiamo.

E qualsiasi sia la nostra Arte, essa non riprodurra mai la Realtà così come essa è.
L' Arte è trasmettere un pensiero, un sentimento, un messaggio.
Distinguere l'Arte per il mezzo che uso, mi sembra ipocrisia.

Se Leonardo avesse dipinto la Monna Lisa sulla parete di una grotta con il grasso di Bufalo?
Se i Lumiere avessero proiettato l'arrivo di un treno filmato con una telecamera digitale?

Un mezzo, solo un mezzo.


Gli Effetti Speciali nei film, artefanno(coniugazione del verbo metalupesco) la Realtà?

Ma allora giriamo un documentario.
Perchè se giri un film "realistico" sulla morte di qualcuno, non mi verrai mica a dire che il colpo di pistola, il sangue e la morte dell'attore siano veri?
Un piccolo effetto speciale, una finzione, usata per trasmetterci il dolore e la drammaticità dell'evento.
Senza di esso, come potremmo trasmette?

In ugual modo, se non ci fossero orde di Orchi che scemano sul campo di battaglia, come potremmo trasmettere?

Se la spada laser non facesse Bzzzz, svuang, sving, come potremmo trasmettere?

Ben Hur non aveva effetti speciali?
I Dieci comandamenti?


Certo, se parliamo di tanto fumo e niente arrosto, allora posso dire: sono d'accordo, al rogo! Razz
Ma se serve per raccontare una storia bella al meglio, perchè no?

Questo è, circa, quello che penso.

Sono stato spiegato? Mr. Green
Scusate, sono più grezzo di voi nel parlare.
Non sono forbito, ma solo molto ignorante, però in proposito ho delle idee.
Internet è stata una grande scoperta, ma l' Uomo non era ancora pronto.


Ultima modifica di Rikus il Ven 02 Feb 2007 15:01 pm, modificato 1 volta in totale
Melian
Ospite

MessaggioInviato: Ven 02 Feb 2007 13:58 pm    Oggetto:   

Bella questa:
Citazione:
Quando scattiamo una fotografia in digitale, la luce viene trasformata in ciò che nulla ha a che vedere con il Mondo che quella stessa luce ha emanato: il cordone ombelicale è reciso per sempre.

La luce viene trasformata anche dalla macchina fotografica analogica dal momento che lenti e obiettivi assorbono un po' di questa luce, dal fotografo che può sovraesporre o sottoesporre il soggetto e così via.

Ciascuno ha le sue allergie, io alla polvere qualcun altro al digitale.
Ma tutto questo mi ricorda - non che fossi presente eh - la polemica che si era aperta negli anni '20-'30 quando il cinema da muto era passato a sonoro.
metalupo
Ospite

MessaggioInviato: Ven 02 Feb 2007 14:49 pm    Oggetto:   

Ho riletto la lettera... e penso d'averla corretamente interpretata (nonostante ogni sforzo avverso dell'autore) anche in prima lettura. Con giudizio massimamente lapidario direi che se il comunicato stampa mostrava una argomentazione in stile "aria-fritta", la precisazione mostra un'argomentare "aria-fritta-estesa-prolissamente-aulica". E, penso, stavolta possiamo dirlo a ragione e non per partito preso.

Al professor Nardin, con il massimo del rispetto, confesso che quando entro in libreria non è questo il tipo di libri che cerco e che mi porterei a casa. Perché non credo che mi possano illuminare su nulla, se non al più (trasversalmente) sulla distanza fra un certo mondo accedemico e buona parte del mondo reale.

Quel che ho letto non mi piace. Questione di gusto... per il realismo!
grifen
Hobbit
Messaggi: 79
MessaggioInviato: Ven 02 Feb 2007 16:46 pm    Oggetto: Massimo Nardin e gli effetti speciali   

Continuo a pensare che questa tesi sia contradittoria, anche se rispetto l'opinione dell'esperto.

1 - Cosa realemente differenzia il trucco digitale dal trucco reale?
Entrambe possiedono lo stesso scopo, devono rendere reali elementi irreali. Cio' che cambia e' il materiale: la cartapesta nel tradizionale, il computer nel digitale. Ma essi restano entrambe solo mezzo che mirano ad un'unico scopo: arricchire la realta' di elementi che in essa non potrebbero esistere.
Costruire un mostro di cartapesta e' identico al costruirne uno digitale, perche' questo mostro non e' reale, e' immaginario, non appartiene al nostro mondo e non lo sara' mai, non conta come lo costruisci, sara' sempre un intruso nel nostro mondo "reale".

Prendere di mira un tipo di effetti speciali come sistema per "imbrogliare" la realta' significa prendere di mira l'intero concetto di "effetto speciale", perche' cosi' si tagliano le radici all'idea stessa di "effetto speciale". Indirettamente, ma altrettanto letalmente, significa attaccare anche il genere fantasy cinematografico perche' questo ha spesso bisogno di effetti speciali per essere realizzato. Come realizziamo draghi o elfi quando questi non ci sono nel nostro mondo? Crearli significa costruire qualcosa che "non dovrebbe esserci" nel nostro mondo, e percio' significa "imbrogliare la realta', riscriverla". Non cambia tanto se lo si fa' con un computer o la cartapesta: sono sempre elementi estranei al nostro mondo, percio' lo "truccano", lo alterano, lo imbrogliano.
La "realta'" rappresentata nel fantasy, in qualsiasi mezzo letterario che venga usato, non e' la "realta'" ordinaria in cui viviamo. Si tratta di un mondo a volte parzialmente diverso (secondo il senso anglosassone del termine "fantasy", cioe' una realta' "inquinata" da elementi di fantasia), in altri casi sono realta' completamente diverse dalla nostra (idea che sta' piu' alla base del cosiddetto "heroic fantasy", come quello di R.E. Howard e Tolkien, delle realta' costruite con il solo scopo di rendere credibile la storia), ma in entrambe i casi, per appunto diverso dal nostro.
Il fantasy non e' un turpiloquio o una devastazione delle "certezze" del nostro mondo, ma vuole invece trasportare lo spettatore, o il lettore, in altri luoghi e altre realta': a volte queste assomigliano alla nostra, altre volte sono completamente diversi, ma sono tutti "altri mondi". E' un viaggio in altri posti, per un semplice fatto: una storia fantasy non vuole mettere in dubbio il come funziona il nostro mondo, le leggi scientifiche o le filosofie millenarie che caratterizzano la nostra storia. Non fanno critiche, o esami tecnici, operazioni che vogliono mettere in discussione elementi che appartengono alla nostra realta' quotidiana. Non vuole proporre concezioni o filosofie secondo cui interpretare l'universo reale in cui noi viviamo quotidianamente e svolgiamo la nostra vita.
Fanno piuttosto un'operazione diversa: raccontano una situazione e ci descrivono il posto dove avviene, facendo sembrare che in quel posto le cose funzionino cosi', senza confrontarle con il nostro mondo. Proprio perche' non c'è questo confronto concettuale, il fantasy si dovrebbe considerare un "viaggio in altri posti diversi dall'ordinario".

Ma tornando agli effetti speciali, quello che essi fanno e' di dare "vita" a questi "universi paralleli" che non possono sussistere nel nostro mondo. Senza di essi, non c'è modo di farli vivere e concretizzare.

Attaccare direttamente, o indirettamente, la sovrabbondanza di effetti speciali in una tipologia di film senza valutare che essa ne ha davvero bisogno per poter essere fatta, significa anche attaccare alla base, direttamente o indirettamente che sia, anche l'intera tipologia narrativa.
Purtroppo devo dirlo apertamente: non si puo' affermare di "amare un genere" quando non si comprende le sue necessita' pratiche.

Questo additare al digitale come un "male" e' solo un preconcetto di chi non accetta il rinnovamento dei sistemi di produzione. E' il medesimo atteggiamento che hanno avuto i Luddisti a vedersi il proprio lavoro "rubato" dalle macchine industriali. E' solo la paura di vedere sotto i propri occhi un mondo che cambia forma e modi di fare, diventando qualcosa che e' del tutto diverso da come eravamo abituati nella nostra giovinezza.
Il digitale in realta' e' una risorsa piu' grande di quel che si crede, perche' permette di ridurre enormemente certi costi di produzione che con altri sistemi sarebbero esorbitanti: e i costi in una industria sono tutto (perche' il cinema e', prima di tutto, una INDUSTRIA anch'essa, al di la' delle aspirazioni artistiche individuali che ogni attore, sceneggiatore, regista, possieda), e se c'è un modo di abbatterli allora questo rende il progetto piu' realisticamente fattibile. Senza il digitale credo che tantissimi film di oggi non sarebbero mai stati fatti, perche' troppo costosi. Il che equivale a dire anche che tanta gente ha lavorato grazie alla realizzazione di questi film "digitali", ed hanno ricevuto il loro sudato stipendio.
Il digitale e' solo un mezzo, che offrono comunque dei loro vantaggi se solo si vuole guardarli con un punto di vista piu' pragmatico e meno emotivo.

Cio' che critico io e' solo che l'attuale impegno dei sceneggiatori a fare una storia interessante scenda progressivamente verso lo zero piu' aumentano gli effetti speciali, ma qui' bisogna vedere se anche i "capoccioni" degli studios non siano i primi ad illudersi che questa sia la strada da seguire (in questo caso ci sarebbe ben poco da fare).

2 - Potter vs. Tolkien... e' un'altra contraddizione.
La natura del cinema e' ben illustrata nella prima parte dell'articolo, ma di nuovo si contraddice quando deve scendere nello specifico della natura del fantasy.
Cinema e letteratura sono due forme narrative che offre ognuna i suoi vantaggi e svantaggi, ma in questa seconda parte dell'articolo e' come se queste cose non vengano prese in considerazione.
Cio' che puo' fare uno scrittore e' rimodellare la realta', soprattutto la sua percezione, liberamente e senza vincoli, puo' controllare liberamente quanto e come deve scorrere la percezione del tempo (fino addirittura a congelarla senza compromettere la logica narrativa), quanto quella dello spazio, creando immagini ed impressioni al lettore che potrebbero essere impossibili da tradurre su altri media. Puo' anche alterare la percezione dei fatti, far vivere contemporaneamente ed in prima persona le emozioni ed i pensieri dei personaggi quanto eventi distanti, allo stesso tempo facendo sentire il lettore "dentro" i panni di tutti questi personaggi.
Il cinema e' giustamente diverso, perche' impone dei criteri diversi, e risulta una forma d'espressione altrettanto efficace se li si usano a proprio vantaggio. Seppur sia vero che bisogna sottostare ad una progressione temporale difficilmente alterabile, cosi' come e' solo la percezione fisica delle immagini e dei suoni (quando al contrario la letteratura permette di esprimere esattamente, senza mezzi termini o interpretazioni secondarie, esattamente l'emozione o il pensiero di un personaggio), e' proprio l'abilita' espressiva a sfruttare questi elementi determinare l'efficacia di una storia.
Per appunto, due sistemi diversi, entrambe efficaci, ma diversi.

Il problema della conclusione finale del punto 4 e' lamentarsi che i film tratti dai libri non ricreino o non stimolino le medesime impressioni della versione letteraria.
Ma cio' e' praticamente impossibile, come se ci si dimenticasse dell'esposizione fatta in precedenza.
Impossibile perche' i mezzi sono diversi, i metodi sono diversi, cosi' come il modo in cui comunicano sono diverse, perche' e' stato affermato gia' prima che sono due cose che non sono e non possono essere considerati due sistemi uguali.
Se la letteratura non impone forme predefinite su come vedere delle immagini, il cinema lo deve fare perche' e' questo aspetto e' un suo pilastro portante. Il Cinema e' tale perche' vincola chi lo produce a dover rappresentare qualcosa con dei parametri che non ha la liberta' di violare, come invece puo' fare lo scrittore.
La conseguenza di cio' e' che il prodotto del Cinema e' il prodotto dei vincoli imposti dalla sua natura intrinseca ed inviolabile. Uno di questi effetti e' proprio quello di creare una singola visione, una singola concezione dei fatti narrati: lo spettatore si imprime nella mente sono una singolo aspetto dei personaggi e degli ambienti perche' sono le immagini a contenere una singola forma di essi. Sono le immagini stesse che impongono una sola forma, uguale, uniforme, insindacabile al lettore, perche' e' la stessa natura dell'immagine trasmettere una sola, precisa e determinata forma. Cosi sono i suoni, essi possiedono una precisa, univoca, determinata forma.
Un personaggio che si vede alto sara' sempre considerato alto, il colore rosso sara' sempre considerato rosso, il suono del violino sara' sempre considerato quello del violino. Suoni ed immagini hanno una natura definita che non concede dubbi.
E' diversa la letteratura. E' un gioco di parole che puo' essere costruito in maniera contraddittoria, i termini che usiamo abitualmente contengono spesso e volentieri delle sfumature multiple che possono sfuggire a prima vista, ma agiscono pesantemente su come si vedono le cose e possono donare mille sfaccettature imprevedibili. Se dicessi "un albero" nessuno discuterebbe su cosa indico. Se dicessi "un alberaccio" si avrebbe una idea di come vederlo, ma ci sarebbero tanti modi di considerarlo "brutto". E ancora se dicessi "un bellissimo alberaccio" sarebbe logica e paradosso allo stesso tempo, pur sintatticamente corretto: come puo' una cosa essere "brutta" e "bella" allo stesso tempo? Eppure questo e' cio' che puo' permettersi di fare la letteratura, giocando sulla materia che la compone, perche' le parole possiedono una natura flessibile, illusoria, sfuggente e sfuocata.
Ma come sarebbe possibile trasportare questo paradosso dal sistema cosi' malleabile della scrittura ad quello cosi' rigido ed definito dei suoni e delle immagini? Seppur possano anch'esse trasmettere delle emozioni come le parole, cio' che e' impossibile e' che lo facciano esattamente nello stesso metodo delle parole, perche' questa intenzione mette in discussione la stessa natura su cui poggiano le immagini ed i suoni.
Per questa ragione il Cinema sara' sempre il punto di vista del suo creatore, e fara' vedere la visione dell'autore e non altre, perche' esso impone dei vincoli inviolabili nel modo in cui portare la narrazione, e usa dei strumenti (suoni ed immagini) dalla forma anch'essa rigida e predefinita che non lasciano spazi al soggettivismo dello spettatore. Lo spettatore non deve interpretare nulla, perche' la natura del mezzo non e' interpretabile ne' dominabile dal soggettivismo.

Questo vale non solo per il cinema fantastico, ma qualsiasi cinema.

Ma chiedere di andare oltre a questo significa chiedere qualcosa che non e' piu' Cinema, che il Cinema stesso non puo' fare; tanto quanto ci sono cose che la letteratura non puo' fare ne' puo' riuscire bene.

Qui' i meglio informati mi correggano: mi sembra che le critiche maggiori alle versioni cinematografiche dei film citati nell'articolo riguardassero delle discrepanze e tagli di alcuni particolari che possono rendere un po' oscure certe cose, spiegate invece nella versione letteraria, non tanto la "forza espressiva" che imprime la versione cinematografica.
un muspeling
apprendista incendiario
Messaggi: 5312
MessaggioInviato: Ven 02 Feb 2007 17:59 pm    Oggetto:   

Bene!
Tocca a me cimentarmi nella discussione... Medieval

La risposta del prof Nardin non mi convince in diversi punti, anche se non mi trovo in completo disaccordo.

Mi lascia perplesso, in primis, questa polemica sul digitale, fatta ora...
così datata...
Ha citato pure Michael Ende e proprio questo autore ebbe molto a che litigare con Petersen quando costui stava girando il primo "La Storia Infinita". Allora si era ai tempi dei robot da scena, quelli usati per rappresentare il gigante mordiroccia per esempio. Già allora Ende si lamentava per l'uso di quella tecnologia (ora datata...) che imponeva una visione univoca di quel che nel libro il lettore poteva immaginarsi.
Perché prendersela, ora, con il digitale nel cinema e con Hanry Potter, quando questo discorso è così trito e di film imbottiti di FX ce ne sono già stati una quantità esorbitante? (e non solo nel cinema Fantasy... Rolling Eyes ).

La missione più alta del cinema sarebbe rappresentare la visione del reale che ha il regista?
Ma quanto ama, il Nardin il fantastico ed il Fantasy, se la pensa così?
Se accusa la digitalizzazione di visualizzare l'invisibile, chiudendo lo spettatore in un mondo diverso da quello reale, quanto gli potrà piacere molto del Fantasy, anche su formato cartaceo, che si produce?
Mah!

Come altri hanno già fatto notare, gli effetti speciali sono un mezzo, li si può utilizzare per diversi scopi, fini e risultati.
Lo stesso vale, secondo me, per la costruzione di mondi fantastici: possono essere delle mere evasioni (io le chiamo, narcosi), viaggi di sola andata fatti per evadere dalle multiformi sfaccettature del reale che ci circonda fisicamente, oppure possono essere dei "viaggi di andata e ritorno", posti da cui dare una bella occhiata da punti di vista inconsueti e "rivelanti" (se il risultato è veramente artistico), di modo da trovarsi qualche risorsa in più quando si chiude il libro...

Eh beh,
datato per datato, rispondo usando Tolkien... Wink Laughing

Io Adoro il Fantastico ed il Fantasy per questa potenzialità che ha, non sempre (o raramente) cercata anche nei libri del genere, non per questo smetto di amarlo...

Del pari, è possibile che la costriuzione di mondi credibili al cinema, fantastici, Fantasy, possa avere una sua buona funzione e non essere solo una gigantesca sala giochi dove lo spettatore viene drogato dagli effetti speciali.

Certo, gradirei che il cinema fantastico, si scoprisse capace e realizzasse narrazioni indipendenti e non si limitasse a depredare quanto producono gli scrittori... che razza di arte "fantasma" sarebbe altrimenti?

Di certo, concordo con Nardin se penso solo a quanto detesto il modo in cui Jackson a visualizzato il SdA... nella mia testa era (e continua ad essere) molto, molto, meglio! burning
metalupo
Ospite

MessaggioInviato: Sab 03 Feb 2007 0:38 am    Oggetto:   

un muspeling ha scritto:
Di certo, concordo con Nardin se penso solo a quanto detesto il modo in cui Jackson a visualizzato il SdA... nella mia testa era (e continua ad essere) molto, molto, meglio! burning


Si, però questo non vale allora solo per il fantastico ma per qualsiasi trasposizione dalla letteratura. E' lecito chiedersi: le trasposizioni cinematografiche sono arte o potrebberlo mai esserlo o servono solo a inseguire esigenze di cassetta?

Ma non crediamo (né io né tu, da quanto scrivi) sia questo il focus del saggio.
un muspeling
apprendista incendiario
Messaggi: 5312
MessaggioInviato: Sab 03 Feb 2007 16:41 pm    Oggetto:   

metalupo ha scritto:
un muspeling ha scritto:
Di certo, concordo con Nardin se penso solo a quanto detesto il modo in cui Jackson a visualizzato il SdA... nella mia testa era (e continua ad essere) molto, molto, meglio! burning


Si, però questo non vale allora solo per il fantastico ma per qualsiasi trasposizione dalla letteratura. E' lecito chiedersi: le trasposizioni cinematografiche sono arte o potrebberlo mai esserlo o servono solo a inseguire esigenze di cassetta?

Ma non crediamo (né io né tu, da quanto scrivi) sia questo il focus del saggio.


Infatti!
Sono io che, partendo dalla mia analisi della risposta del prof, ho allargato il discorso.

Quanto alla tua domanda...
Beh, diciamo che apprezzo Tanto, il progetto di Star Wars (se ci si ferma alla prima trilogia filmanta) quello era un progetto scirtto e pensato per il cinema... nessun bottino dal mondo letterario, nessun immiserimento... una dimostrazione che il cinema può essere vera e propria arte a sé, non il fantasma che visualizza ciò che gli scrittori hanno già immaginato. Rolling Eyes
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