In un futuro post-apocalittico in cui le donne vengono create con l’Ingegneria Genetica, freida e isabel (con i nomi rigorosamente senza maiuscole perché non sono trattate come persone) si trovano a vivere all’interno di una Scuola, esclusivamente femminile, dell’Euro-Zona. Loro sono “eva”, cioè una razza di nuove donne nate in provetta con il solo scopo di compiacere gli uomini e di essere sempre perfette. Il motto della Scuola infatti è “c’è sempre un margine di miglioramento”. Da quando hanno quattro anni, le eva non imparano a leggere a scrivere, nè tanto meno e pensare con la propria testa: sono istruite per essere sempre belle, gradevoli, e soprattutto disponibili… insomma, per diventare compagne perfette, oppure volgari concubine, oppure caste che nessuno ha voluto, incapaci di avere figli e dedicate soltanto ad allevare nuove eva. Chi non rispetta le regole, invece, viene spedito Sottoterra, e nessuna è mai tornata da laggiù.

Adesso freida e isabel hanno sedici anni, è il loro ultimo anno della Scuola. L’ultima possibilità per dimostrare di essere perfette ed essere scelte da un Erede, che sarà loro compagno. Ma quando isabel comincia a rifiutare di sottostare alle regole di questo mondo spietato, freida non ha più nessuno di cui fidarsi. Non ci sono amiche nella Scuola, solo rivali disposte a tutto per salire in classifica al tuo posto, e ogni parola ha un suo spietato scopo in questo ambiente di ragazze  che si pugnala a vicenda. Solo l’arrivo di Darwin, affascinante Erede, sembra portare a frieda un briciolo di sollievo, ma anche problemi, perché rischiare di innamorarsi di qualcuno è contro le regole.

Il romanzo si colloca stilisticamente nel filone Y/A di stampo anglosassone. Il linguaggio è scorrevole e facile, la narrazione in prima persona fa immedesimare il lettore nelle vicende della protagonista. Ma la protagonista stessa risulta “inusuale” per il genere. Abbiamo già visto protagoniste che risultano antipatiche, apatiche, persino meschine all’inizio della storia, che di solito poi porta a una loro evoluzione e cambiamento. Tale cambiamento non si verifica in Per Sempre Solo Tua. Freida è una ragazza insicura e debole all’inizio del romanzo e tale rimane fino alla fine, con una piattezza che forse può essere funzionale al mondo in cui vive ma che stona che ciò che le accade intorno e un po’ con le aspettative dei lettori. Molto più interessante il personaggio di isabel, l’unica ragazza veramente diversa nella Scuola, e per questo condannata. È lei la vera eroina del romanzo. Le altre ragazze invece, megan, naomi, cara… sono tutte macchiette, dove abbiamo la “cattiva” classica, la più bella della Scuola pronta a tutto per mantenere il posto in classifica. Quello che se ne ricava è un arazzo della meschinità umana, e femminile in particolare, in cui non ci sono scuse né salvezza per queste ragazze prigioniere del loro stesso egoismo, dalla loro ansia di essere bellissime anche facendo del male al proprio corpo. Non esistono personaggi positivi a parte isabel.

La trama in sé è semplice e si snoda nel periodo dell’ultimo anno di corso alla Scuola. Non ci sono momenti di azione, è tutto incentrato sulla vita di queste ragazza tra le poche stanze in cui passano le loro ore di giorno in giorno. Di certo non è un romanzo per chi cerca azione e avventura, ma per chi vuol riflettere sulla dignità della donna e di come essa possa essere calpestata, in primo luogo dalle donne stesse.

L’ambientazione è descritta con pochi particolari. Soprattutto, il cardine del setting, cioè la scomparsa di donne vere sostituite da eva create in laboratorio, è liquidata in meno di una pagina. Il lettore in pratica non sa come si è arrivati a questo. Ci sono vaghe allusioni al solito innalzamento dei mari, a un “progetto Noè” non meglio precisato per costituire Zone e riorganizzare la società. Ma in realtà non sappiamo quasi nulla del mondo al di fuori della Scuola.

Come piccolo appunto, nella traduzione ci sono alcune parole dialettali (ovi al posto di uova, per fare un esempio), che tendono a stridere con la cura del resto del romanzo.

Insomma, Solo per sempre tua è una storia cruda e angosciante, che vuole shoccare, da consigliare a chi vuol leggere un libro diverso dal solito, ben scritto e rivolto a un pubblico essenzialmente femminile. Tuttavia lascia un senso di amaro in bocca. Ciò accade in molti romanzi, dove alla fine la vittoria dell’eroe è “parziale”, ha richiesto purtroppo molti sacrifici (basti pensare a Hunger Games o, andando più indietro nel tempo, ai romanzi di Christopher Pike come L’Eterno Nemico o L’ultimo vampiro). Tuttavia, in queste storie nel finale c’è sempre un insegnamento, un barlume di speranza per cambiare il mondo (e chi ha bisogno di speranza più di un pubblico Y/A?), barlume che, per quanto ci si sforzi, è davvero difficile cogliere in Solo per sempre tua.