Nel contesto della manifestazione FantastikA di Dozza, il dottor Cristiano Bombardi, docente di Scienze Mediche Veterinarie all'università di Bologna, ha tenuto una lezione di criptozoologia dal titolo Anatomia di un drago. Una divertente occasione per avere delle risposte alle domande che molti appassionati di fantastico sicuramente si saranno posti: come genera il fuoco? Da quali creature potrebbe essersi evoluto?

Il dottor Bombardi risponde a queste domande con un approccio scientifico, ispirandosi all’anatomia e ai comportamenti di animali ben conosciuti tra i quali gatti, cani, delfini e balene, attraversando quella sottile linea che separa la realtà dalla fantasia.

Naturalmente la scienza, a dispetto delle tradizioni popolari, non afferma l’esistenza dei draghi. Però, nel tempo necessario all’intervento, l'incredulità è rimasta momentaneamente sospesa e la platea si è lasciata affascinare da concetti così complessi raccontati con semplicità.

Per un’ora, i draghi sono esistiti veramente nell’immaginazione del partecipativo pubblico.

Il dottor Bombardi illustra la composizione di uno scheletro di drago, a FantastikA Dozza 2018.
Il dottor Bombardi illustra la composizione di uno scheletro di drago, a FantastikA Dozza 2018.

Attraverso illustrazioni e schemi, il professore ha comparato le descrizioni dei draghi pervenute attraverso i secoli di letteratura e mitologia con le informazioni scientifiche sui dinosauri, i mammiferi e gli uccelli, sviluppando una teoria dell'evoluzione che avrebbe portato alla nascita delle creature che tanto ci affascinano.

Con i mammiferi, per esempio, condividerebbero soltanto la conformazione del cervello, mentre sarebbero anatomicamente più vicini agli uccelli per la conformazione delle ossa, cave e leggere, mentre la lunghezza del muso e i denti sarebbero simili a quella dei cani.

Le zampe anteriori dei draghi, usate anche per afferrare oggetti oltre che per camminare, sarebbero simili a quelle dei gatti e degli orsi.

Spesso i draghi sono dotati anche di corna, che non sono soltanto un elemento estetico, ma vengono utilizzate per combattere e difendere il proprio territorio, proprio come il dente del narvalo.

Il loro cuore sarebbe molto grande, come quello delle balene e avrebbero un sistema di circolazione e respirazione molto simile ai mammiferi. Soprattutto le specie acquatiche, che necessitano di portare molto ossigeno attraverso i globuli rossi per sopravvivere nell'oceano.

Molto spesso, i draghi sono ritratti con le pupille simili a quelle dei gatti. Questo perché sono cacciatori notturni e possiedono anche una terza palpebra come i felini e i coccodrilli, per proteggere gli occhi durante i combattimenti.

Ma quali sono gli aspetti che più ci affascinano sui draghi? Sicuramente, il volo. In quota, possono raggiungere una velocità di 120 km all'ora.

Le maestose creature mitiche hanno una conformazione alare simile a quella dei pipistrelli, mentre la muscolatura attorno alle vertebre ricorda quella dei delfini. 

Il dottor Bombardi dimostra come i draghi potrebbero produrre ed emettere fuoco, a FantastikA Dozza 2018.
Il dottor Bombardi dimostra come i draghi potrebbero produrre ed emettere fuoco, a FantastikA Dozza 2018.

La proprietà unica che possiedono i draghi al contrario di tutti gli altri animali, che li rende tanto affascinanti è quella di produrre fuoco.

Il dottor Bombardi ha immaginato che avessero più stomaci, come le mucche e i delfini che, oltre alla normale digestione, servissero anche per contenere degli archeobatteri necessari alla produzione di metano. Insieme a degli organi capaci di generare piccole scariche elettriche come avviene in alcuni pesci, il metano si incendierebbe, permettendo ai draghi di lanciare le potenti fiammate per cui sono tanto famosi.

A questo proposito, il professore invita tutti a non dare antibiotici ai draghi, altrimenti si ucciderebbero tutti i batteri adibiti alla produzione del fuoco.

Il pubblico non ha semplicemente assorbito le informazioni, ma è anche intervenuto con molte domande.

Da questo dibattito, il professore ha aggiunto nuovi dettagli. I draghi possono covare le uova fino a tre anni, la loro pelle è fatta di scaglie come i rettili e i melanociti presentano una pigmentazione intensa, così possono avere colori molto vivaci.

Per il momento, queste informazioni non sono raccolte in pubblicazioni o siti web. La passione del professore verso queste creature mitiche lo ha portato a trovare tutte queste affinità con gli animali conosciuti, ma non è detto che in futuro questo studio non venga esteso.

Nel caso venissero organizzati nuovi interventi con il dottor Bombardi, vi invitiamo a partecipare, se siete disposti, o speranzosi, di credere che i draghi possano esistere veramente. Come dice il professore: Magari possono esistere davvero, potrebbero essere semplicemente invisibili!