In questa edizione 2023 del Lucca Comics & Games, Jonathan Stroud parla di sé, della sua scrittura e della sua nuova fatica letteraria, Città di Cenere, il secondo romanzo della trilogia incentrata sulle avventure di Scarlett McCain, una ragazzina forte, armata, in un’Inghilterra distopica, popolata di cannibali e di adulti terrorizzati, rinchiusi in città fortificate che richiamano in parte la struttura di Lucca stessa.

Lo abbiamo incontrato assieme a Tony DiTerlizzi, in uno degli incontri più divertenti e più toccanti della manifestazione, con Licia Troisi, in veste di traduttrice di Città di Cenere e del primo volume della serie dedicata a Scarlett & Browne, editi in Italia per Mondadori, e infine in una masterclass dedicata alla scrittura. Tre incontri molto diversi, che ci mostrano diversi lati dell’autore: quello umano, nell’incontro con DiTerlizzi, in cui emerge il lato più profondamente personale dell’essere autore, e quello professionale negli altri due incontri. Ma, come sempre, i due aspetti, quello umano e personale da un lato e la produzione letteraria dall’altra, sono intrecciati da infiniti fili.

Jonathan Stroud e Tony DiTerlizzi - Foto di Chiara Crosignani
Jonathan Stroud e Tony DiTerlizzi - Foto di Chiara Crosignani

Jonathan Stroud inzia a scrivere molto presto: la sua prima fatica letteraria, ci racconta, è una sua versione di Robin Hood. Aveva forse sette anni. Appassionato di fumetti e giochi di ruolo, avrebbe voluto diventare fumettista. Ma la sua carriera letteraria, iniziata a partire da un volume della serie Dov’è Wally, attraverso libri anche non necessariamente fantastici, lo porta ad abbandonare questa strada. È la ricerca della sua voce da autore che lo spinge a cambiare, sempre una risposta al mondo che lo circonda, e ai libri che legge.

Ed è, questo, un aspetto che muove sempre i suoi protagonisti all’azione: Nathaniel della tetralogia di Bartimeus, in cui secondo la madre stessa di Stroud c’è così tanto dell’autore, Halli de La Valle degli Eroi, Lucy di Lockwood &Co e, ovviamente, Scarlett McCain. L’azione dei personaggi è sempre, è ovvio, una reazione al mondo con cui devono venire a patti. La scrittura, dice Stroud, è l’inizio di un viaggio straordinario che porterà non solo i personaggi, ma anche i loro autori, a diventare persone nuove e diverse. È un prurito, la scrittura, qualcosa a cui non può resistere, un viaggio che deve sempre essere affrontato: non poteva fermarsi da ragazzo, non può nemmeno ora.

Ci mostra un libro realizzato da lui a mano, a forse undici, o dodici anni, una delle sue primissime opere concluse: sembra quasi che il suo percorso perosnale inizi alla stessa età dei suoi personaggi. È una narrazione a bivii, quella prima opera, un librogame diremmo noi, ispirata alle storie di Ian Livingstone, presente proprio qui a Lucca in questi giorni. Non è un libro destinato a un pubblico, ma un quaderno privato, destinato a se stesso, eppure curato e, soprattutto, concluso. Non è comune per un ragazzino di dodici anni riuscire a portare a compimento un progetto, come non è scontato per un eroe sopravvivere alle sue vicende. Ma il bambino Jona (il suo nomignolo in famiglia) continua a portare a termine i suoi viaggi nel suoi mondi straordinari, una serie dopo l’altra. Non importa quanto scrivere sia un mestiere solitario. Non importa quanto soli si possano sentire Nathaniel, Halli de La Valle degli Eroi, Lucy o Scarlett: il viaggio deve continuare. Ma l’eroe non rimane sempre solo, e così anche l’artista: non ne è una prova proprio il Lucca Comics &Games, con la community che vi si riunisce?

Jonathan Stroud legge Jonathan Stroud a Lucca Comics & Games 2023

Jonathan Stroud legge Jonathan Stroud a Lucca Comics & Games 2023

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Un momento dell'incontro tra Jonathan Stroud e Licia Troisi a Lucca Comics & Games 2023

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Come l’eroe scopre qualcosa di sé attraverso il suo viaggio, lo stesso accade per lo scrittore. E come Scarlett o Lucy o Nathaniel a volte sembrano riluttanti a cambiare il loro rapporto con il mondo, o le loro idee, o ad accorgersi dei cambiamenti che stanno affrontando, allo stesso modo non è scontato nemmeno per l’artista riuscire a capire quanto la sua vita o quello che gli accade intorno influisca sulla sua opera e sul suo viaggio. Nel caso de La Leggenda di Scarlett & Browne, però, alcuni aspetti sono più che evidenti e Stroud sembra esserne stato consapevole fin dalla genesi della serie.

Scarlett è una protagonista tipicamente stroudiana, avvolta dalle sue mille contraddizioni come dalla sua giacca da “grilletto più rapido del west”: brava a uccidere, dotata di molti talenti, accompagnata da un tappetino che le consente di pregare o meditare quando ne avverte la necessità, Scarlett non si separa mai da un contenitore in cui riversa monete ogni volta che impreca. Perché ammazzare la gente non è un problema, nel mondo di Scarlett, ma imprecare è del tutto inappropriato. Ragazza dal passato oscuro, molto solitaria, nel primo libro della serie l’abbiamo vista incontrare la sua antitesi, il gentile, fragile, ottimista Albert Browne. Non che Albert sia inoffensivo: Scarlett ha foderato di metallo il suo cappello, per impedirgli di leggerle nella mente. In questo secondo libro, Città di Cenere, avremo modo di verificare quanto Scarlett e Albert, insieme, possano essere pericolosi.

Licia Troisi Legge Jonathan Stroud a Lucca Comics & Games 2023

Licia Troisi Legge Jonathan Stroud a Lucca Comics & Games 2023

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Un momento dell'incontro tra Jonathan Stroud e Licia Troisi a Lucca Comics & Games 2023

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Scarlett è un personaggio che, come abbiamo detto, si inserisce bene nel quadro dei protagonisti dei romanzi di Stroud: Lucy Carlyle di Lockwood & Co ne è un altrettanto ottimo esempio. Stroud spiega, in questo frangente, il suo interesse per questo tipo di personaggi: è circondato da donne forti e capaci, ed è naturale che esse lo ispirino alla scrittura. Ma va oltre: lo scrittore, afferma Stroud, è in continuo dialogo con il proprio io interiore, che può utilizzare qualunque prospettiva. È divertente provare a utilizzare una voce femminile, come anche giocare a rendere Scarlett l’incarnazione degli stereotipi maschili e Albert degli stereotipi femminili.

Un gioco, dunque, ma come sempre un gioco che scende in profondità. L’ispirazione per l’ambientazione di Scarlett & Browne è un Regno Unito spezzato, come già Stroud aveva anticipato al Festival Letteratura di Mantova. Il riferimento corre, chiaro e limpido, alla Brexit. Stroud non nega la propria frustrazione davanti alla situazione attuale del suo paese: e quale modo migliore della narrativa per esplorare le possibilità di un paese spezzato, fino a creare un fantasy distopico, con un’ambientazione western pullulante di cannibali.

La città di Cenere
La città di Cenere

Un paese pauroso, pericoloso, che però conserva bellezza e speranza: questo vuole fare Stroud con i suoi libri. Cercare qualcosa che ci permetta di conservare l’ottimismo, almeno sul lungo termine, e quindi la speranza. Una speranza incarnata proprio dai ragazzi, che non accettano, come gli adulti, di rimanere asserragliate nelle città chiuse. Scarlett e Alfred rappresentano la forza vitale che ha il coraggio di stare all’esterno, tra lupi mannari e cannibali, senza mai spegnersi. Tutti i libri di Stroud parlano di questo: del bene, dell’ottimismo che i giovani mantengono nel mondo. E la gioventù, tiene a sottolineare, non è solo un dato anagrafico: tutti noi abbiamo, dentro di noi, un bambino, un ragazzo, la nostra parte non spaventata e avventurosa.

Scarlett non è un personaggio positivo. È moralmente grigia (e non lo era anche Nathaniel?), ma non è mai spaventata, è sempre attiva. È in grado di negoziare con l’oscurità che sta al di fuori di lei, e dentro di lei. Una curiosità, a questo proposito: inizialmente, il protagonista della serie doveva essere un uomo adulto, di mezz’età. Stroud ci racconta, nel corso della sua masterclass, il processo creativo che lo porta a strutturare una nuova storia: spesso parte da un’idea, da un concetto, che poi esplora in modo “molecolare” (dall’aspetto grafico del diagramma che disegna mentre elabora). Bartimeus nasce per scrivere qualcosa che sia l’opposto di Harry Potter, Lockwood dall’ipotesi che ci siano dei fantasmi e che siano bambini e ragazzi a confrontarsi con loro. Scarlett & Browne nasce dall’immagine di un uomo alla deriva in mezzo a un fiume. In questa prima fase ideativa, è normale che l’autore si lasci andare ed esplori varie soluzioni. L’ipotesi del protagonista di mezz’età, però, non regge più di qualche capitolo. Il personaggio non ha l’energia della gioventù, non ha la cieca fiducia di poter cambiare le cose. Questa idea, dell’incapacità degli adulti di gestire le situazioni, nel rinchiudersi nelle loro case in Lockwood e, in Scarlett & Browne, nelle loro città chiuse sembra un simbolo potente del disfattismo, secondo Stroud il male del nostro tempo.

La masterclass di Jonathan Stroud - Foto di Chiara Crosignani
La masterclass di Jonathan Stroud - Foto di Chiara Crosignani

Se i libri di Jonathan Stroud sono spesso intesi come commedie, piacevoli, destinate a un happy ending, anche quando assumono le tinte horror di Lockwood &Co, questo non esclude che il tema fondamentale dei suoi libri sia sempre la lotta eterna tra luce e oscurità. La luce prevale, perché questo è il messaggio di speranza che Stroud vuole lanciare al mondo, ma non per questo i personaggi rimangono al riparo dall’oscurità contro cui lottano.

Infine, una nota su Lockwood &Co. Stroud si dichiara deliziato dall’adattamento tv realizzato da Complete Fiction per Netflix, fedele alle basi gettate da lui, ma anche ricco di nuovi spunti. La sua partecipazione al progetto è stata limitata più dalla pandemia che dalla volontà degli sceneggiatori, ma questo ha permesso alla loro voce, sensibile agli elementi fantasy, horror e molto british (un aspetto che Stroud rimarca più volte), di portare sullo schermo una bella rilettura dell’originale. La speranza che Netflix, che detiene i diritti dei romanzi, cambi idea su una seconda stagione è labile, ma il mondo di Lockwood non è destinato a sparire per questo: il fandom si è rivelato molto creativo, e Stroud sta progettando una raccolta di racconti e una graphic novel ambientati in quel mondo.

E poi, altri mondi, altre storie. Altri viaggi per l’eroe Jonathan Stroud. Chissà se, la prossima volta, la sua rilettura dell’Inghilterra sarà ispirata dai monumenti di Lucca, dall’alchimia di ambienti e storie che caratterizza, a parere suo e di Tony DiTerlizzi, il Comics.