Ci sono giornate in cui va tutto storto. In realtà a Eddie (Bill Skarsgård) queste giornate si sono accumulate. Nella Los Angeles dei contrasti, degli accampamenti di homeless accanto ai quartieri di lusso, si arrabbatta come può. Ma oggi proprio non va nulla bene. Non ha i soldi necessari a pagare il meccanico che gli ha riparato il furgone con cui lavora; di conseguenza non è riuscito ad andare a prendere a scuola sua figlia, suscitando l'ira funesta della ex moglie.
Quando tocchi il fondo, comincia a scavare, sembra dirsi Eddie, che rubacchia quello che può, dove può, cercando tra le auto in sosta se per caso qualcuna sia aperta e saccheggiabile.

Eddie pensa di avere avuto un colpo di fortuna riesce a entrare in un lussuoso SUV nero, marca Dolus, con i vetri oscurati ma incredibilmente aperto. Ma subito si rende conto che qualcosa non va. Eddie resta intrappolato al suo interno e il suo proprietario gli comunica, mediante il telefono di bordo, che ha modificato l'auto come una trappola per i ladri, stanco dei continui furti che ha subito. Ma la trappola in realtà è più sofisticata. Il proprietario dell'auto, William (Anthony Hopkins), ingaggia con Eddie un confronto a distanza, torturando il ragazzo con i vari dispositivi installati all'interno dell'auto. Un confronto impari, perché Eddie può solo opporsi sul piano verbale a William, che sembra averci preso un gusto sadico in questo gioco.
Lottando per sopravvivere Eddie riuscirà a fare emergere quel barlume di dignità che ha perso, per cercare di riscattare la sua vita, a patto di conservarla.

Poteva essere un interessante thriller dai risvolti sociali, Locked di David Yarovesky (L'angelo del male – Brightburn), ma i temi che tratta, interessanti come punto di partenza, rimangono lo sfondo per una sorta di escape room su quattro ruote, senza essere toccati veramente nel profondo.
Eddie è un disperato tutt'altro che incolto, ma emarginato da un sistema nel quale è identificato come un "perdente". L'arco di crescita di Eddie non è privo di interesse, e la buona interpretazione di Bill Skarsgård ci consente di empatizzare con lui.

Al contrario William, ricco alto borghese che si dice esasperato dalla violenza cittadina, anche per una tragedia subita, versione ricca e ipertecnologica del Giustiziere della Notte, diventa a tutti gli effetti un villain sadico, che seppure ha avuto una qualche motivazione, resta intrappolato nello schema da lui avviato.
L'idea di base poi non regge la seppur minima distanza cinematografica di un'ora e mezza, con un plot che appare stiracchiato, a malapena adatto ai 45 minuti di un telefilm. Per quanto non manchino i momenti di tensione, sono tanti i momenti di calo, e il bilancio finale non è totalmente positivo.
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