Fiuggi è il luogo ideale per incontrarsi e condividere esperienze e passioni. E l'integrazione è sempre stata uno degli obiettivi degli organizzatori delle Deepcon, raduno annuale dei fan di Deep Space One e “contenitore”, nel corso delle sue cinque edizioni, di altri appuntamenti, tra cui le convention di SG1-Italy, di Babylon Five, di Buffy, l'Italcon e la Xenacon. Lavoro duro: i gruppi di appassionati del fantastico sono talmente tanti che star lì a distinguerli è praticamente impossibile, figuriamoci riunirli sotto lo stesso tetto, magari con la pretesa di far felici tutti. è una bella sfida, ma non irrealizzabile. Basta procedere per gradi, a piccoli passi.

A un primo sguardo il fandom si può dividere in due categorie (con un taglio di mannaia non del tutto appropriato, ma per ora concedetemelo): quello televisivo e quello letterario. I due hanno connotazioni diversissime, che in passato hanno spesso spinto gli uni a guardare con un certo distacco gli altri, anche se, in verità, chi legge non disdegna film e telefilm e viceversa. Il fandom è un animale strano, pare vivere di diffidenze.

Da questo contesto è nata l'esigenza di avvicinarsi, di conoscersi, e l'Italcon del 2002 fu un importante banco di prova. Si trattò di un primo approccio, dell'inizio di un processo da coltivare e curare, che col tempo potrà crescere e portare frutti. Uniti per alcuni appuntamenti - come i pranzi e le cene, o gli incontri con gli ospiti stranieri -, in quel frangente i due gruppi scoprirono d'avere una passione comune, la fantascienza, espressa soltanto con forme diverse. La 30esima Italcon, di nuovo ospitata a Fiuggi dopo la parentesi sanmarinese, è stata l'occasione giusta per approfondire il discorso. Ma non solo. Due anni fa ci si “annusò", quindi quest'anno buona parte delle facce in circolazione erano note e ci si è sentiti un po' meno estranei, un po' meno alieni, oserei dire. Perché, allora, non mettere più carne al fuoco? Detto... fatto! E' sparita la divisione in due alberghi delle sale dedicate alle conferenze dell'Italcon da quelle per i fan delle serie televisive; stavolta tutti insieme appassionatamente. O quasi, insomma; diciamo "stesso mare ma spiagge diverse": c'erano sempre una sala per l'Italcon e una per la Deepcon, ma erano molto vicine tra loro, solo un piano di differenza, per essere precisi. E l'organizzazione, con lo zampino di Silvio Sosio, ha avuto la brillante idea di giocare ai bussolotti, scambiando le due sale, costringendo il pubblico delle conferenze a continui spostamenti... In questo modo qualche "estraneo" è rimasto ad ascoltare relazioni che, forse, altrimenti non avrebbe seguito. L'espediente ha funzionato, e le facce si sono mescolate un po'. Bene bene.

A questo punto, passato lo stadio della brutale divisione fandom televisivo/letterario, un'altra piccola "scomposizione" ci aiuta nel processo di riunificazione, per quanto a parole la cosa possa sembrare contraddittoria. Mi dispiacque, nel 2002, constatare la mancanza della STI o di esponenti di gruppi legati al mondo fantasy o fantastico (a dire il vero c'erano i fan di Buffy ma, scusate l'ignoranza, ancora non so cosa sia). Non che quest'anno fossero presenti, complice ancora una volta quella diffidenza che affligge i rapporti tra “fondamentalisti sf” e “fantasysti”. Se a Saga 2003 parteciparono entrambe le componenti, ma non furono in grado di amlagamarsi, se lì l'atmosfera medioevale mise in sordina i discorsi letterari, a Fiuggi la fantasy non è stata un'appendice, anzi, gli stessi elementi che hanno caratterizzato il lato fantascientifico della Deepcon/Italcon si sono ritrovati anche sul versante legato alla fantasy, e proprio su questi aspetti intendo soffermarmi.

Di telefilm, lo ammetto, non ci capisco molto, però non credo di sbagliarmi nell'affermare che Xena sia fantasy. Non ho seguito nel dettaglio gli incontri della Xenacon, ma ho visto abituali frequentatori di habitat fantascientifici abbandonare il proprio cammino e seguire affascinati le orme della principessa guerriera...

Anche per il fandom letterario c'è stata qualche sorpresa. Prima fra tutte la comparsa in scena di un gruppetto di ragazzi, affiancato da qualche nome già noto (come Donato Altomare, che collabora abitualmente con loro): i membri del Rill finalmente sono usciti dal loro "ambiente naturale", come sempre carichi di volontà di ampliare il proprio raggio d'azione. Da anni si occupano di fantastico (oltre che di sf), e in particolare cercano di avvicinare gli appassionati di giochi, di ruolo e dal vivo, al mondo della letteratura; proprio questo è lo scopo del concorso che organizzano da oltre dieci anni. Il frutto delle loro fatiche è l'antologia Mondi incantati, nata dal Premio Rill e presentata a Fiuggi durante la conferenza Raccontare il fantastico: l'immaginario degli italiani tra fantasy e fantascienza. Oltre a questo, hanno parlato dei rapporti tra letteratura e giochi di ruolo, peccato solo che l'appuntamento con loro fosse la domenica mattina, momento in cui gran parte delle persone prepara le valige per tornarsene a casa. L'altro incontro prettamente fantasy ha visto come protagonista la redazione di Fantasy Magazine. Dire protagonista forse è un po' troppo, perché ciò che hanno presentato di sicuro (conoscendo gli abituali frequentatori delle convention posso scommettere di non sbagliarmi) è rimasta più impressa dei presentatori stessi. I baldi giovani sono arrivati infatti con misteriose scatole bianche, il cui contenuto si è riversato prima su tavolini all'uopo provvigionati, e poi negli stomaci degli astanti. Eh, sì, era una apprezzatissima merenda fantasy, bella e, soprattutto, buona. Non vi preoccupate, non infierirò sulla vostra acquolina descrivendo le prelibatezze offerte, sottolineo solo che ciascuna ricetta era documentata da un testo accurato, e che tutto è stato spazzolato via con una rapidità famelica...

Ma bando alle ciance e torniamo seri. Il terzo “accadimento” in tema fantasy è stato l'annuncio della nascita di una nuova mailing list, FY-Academy, che è un vero e proprio laboratorio di scrittura, e si propone come punto d'incontro per la lettura e il commento dei racconti scritti dai partecipanti stessi. Si è trattato di poche parole all'interno della conferenza SF-Academy: come funziona un laboratorio di scrittura fantascientifica, ma quanto bastava per lanciare l'idea con la pospettiva di creare nuove opportunità di integrazione e di coinvolgere in modo attivo gli appassionati di fantasy aspiranti scrittori.

Di tutto il resto della manifestazione, di quello che non tocca strettamente i temi fantasy, ci sarebbero molte considerazioni da fare, tanti aneddoti da raccontare, ma mi limiterò a due appunti generali, uno positivo e uno negativo. Via il dente via il dolore, cominciamo dal secondo. Non tutto è stato d'oro; il neo più grosso quello dei costi d'ingresso: se la manifestazione, per chi si è intrattenuto per più giorni, era abbordabile, non altrettanto si può dire dei prezzi delle singole giornate, che hanno dissuaso molti di coloro che pensavano di partecipare un solo giorno o di pernottare altrove. E' un appunto che dovrà essere preso in seria considerazione dagli organizzatori, perché rischia di escludere gli appassionati più giovani e i cuirosi, ed è un vero peccato.

La nota riguarda la buona qualità delle conferenze (per quanto l'audio della Sala Ambasciatori non fosse il massimo della perfezione), che hanno visto alternarsi le solite facce con i soliti discorsi alle solite facce con discorsi nuovi, con intermezzi di facce e discorsi nuovi. In ognuno dei tre casi (e penso per esempio a Trent'anni di Italcon) l'atmosfera era frizzante quel tanto che basta da invogliare la partecipazione anche dei più schivi, da stuzzicare idee e iniziative per gli anni futuri. Se son rose, fioriranno.