Quando 50 anni fa venne pubblicato La Compagnia dell’Anello, la prima parte della trilogia fantasy Il Signore degli Anelli di J.R.R. Tolkien, la critica, sia inglese che americana, nel complesso si dimostrò entusiasta: si lodavano l’originalità, la fantasia, l’empito epico e le pregnanti descrizioni del professore. La BBC, in occasione del cinquantenario del romanzo, ha raccolto parte di queste vecchie recensioni. 

In una troviamo scritto: “La caratteristica più rimarchevole è l’aver creato un romanzo epico così coinvolgente, con una sua mitologia, con notevole diversità di scenari e personaggi, con abbondanza di inventiva e descrizione e un così pregnante significato soprannaturale sottinteso alla grandiosità della trama”.

Il recensore dell’Herald Tribune newyorkese parlò di “un’opera straordinaria, stupenda”, quello dell’Herald Traveler di Boston la giudicò “una delle migliori storie favolose mai scritte e una delle meglio scritte”.

Sul New York Times, W.H. Auden affermò che Tolkien “è riuscito meglio di chiunque altro autore del genere a fare uso dei tradizionali elementi della Cerca... soddisfacendo il nostro senso della realtà storica e sociale”.

Allo stesso modo, J.W. Lambert scriveva sul Sunday Times l’8 agosto 1954: “Nel portare avanti questo progetto wagneriano, [J.R.R. Tolkien] ha distillato elementi dei miti norreni, germanici e gaelici creando un mondo a se stante, strano ma coerente”.

Un dei più acuti tra i commenti dell’epoca fu fornito dal Signor Hughes dello Spectator che disse: “Penso sia assolutamente il caso di ricordare che ciò che ci troviamo di fronte è il primo volume di un lavoro molto più ampio ed è il caso di sospendere il giudizio fino a quando non lo avremo letto tutto... Comunque il piacere derivato dal primo volume è un piacere da non perdere”.

La Compagnia dell'Anello
La Compagnia dell'Anello

Sul New Republic, Michael Straight scrisse che: “l’opera di Tolkien è fantasy che però deriva spontaneamente dalle esperienze e credenze dell’autore. La descrizione della tempesta di neve su un alto passo montano è desunta da una sua escursione alpinistica in Svizzera, e in tutti gli episodi la vita a Hobbiville e a Lungacque si avverte l’eco del suo amore per gli inglesi e il suo disprezzo per la bruttezza dell’ambiente industriale in cui vivono. Ma Tolkien rifiuta la satira come frivola e l’allegoria come tendenziosa... Nella letteratura odierna poche sono le opere geniali. Eccone qui una”.

Ma la recensione più lunga e più importante fu invece decisamente negativa. Edmund Wilson, l’energico critico letterario americano, pubblico sul Times Literary Supplement un articolo nel quale, senza mezzi termini, diceva: “è sostanzialmente un libro per bambini che ha preso la mano al suo autore... prosa e versi sono su un livello di dilettantismo professionale... il dottor Tolkien ha scarse capacità di narratore e gli manca il senso della forma letteraria... Le caratterizzazioni che il dottor Tolkien è in grado di congegnare sono assolutamente stereotipate: Frodo è il bravo piccolo inglese, Samvise il docile servo che si esprime nei termini delle classi inferiori e con il dovuto rispetto e che mai lascia in asso il padrone. Questi personaggi, che personaggi non sono, si trovano coinvolti in interminabili avventure combinate da una povertà di invenzione che, a mio giudizio è poco meno che patetica”.

Tolkien si dimostrò assai sensibile alle critiche negative e si indignò moltissimo per il fatto che in Gran Bretagna nessuna delle pubblicazioni cattoliche avesse recensito l’opera con favore (anzi molte si rifiutarono persino di parlarne).

Quando dieci anni dopo la prima edizione e le recensioni di cui si è parlato, la Ballantine pubblicò un’edizione riveduta e corretta de Il Signore degli Anelli, Tolkien non perse l’occasione per dire nell’Introduzione che “alcuni di coloro che hanno letto il libro o per lo meno lo hanno recensito l’hanno trovato noioso, assurdo, addirittura spregevole; e io non ho nulla da ridire, perché nutro la stessa opinione delle loro opere e del genere di scrittura che evidentemente prediligono”.