Birth, l'atteso film-scandalo con protagonista Nicole Kidman, è approdato al festival del cinema di Venezia con tutte le sue magagne, i suoi tormenti, i suoi tabù e soprattutto con addosso stroncature da parte della maggioranza dei critici, che ancora si chiedono come l'attrice australiana abbia potuto ricevere l'invito. Banale, prevedibile, perfino stucchevole, questi i commenti al film quando ancora doveva essere mostrato alla più importante manifestazione cinematografica italiana. Dopo la visione di ieri sera i fischi ci sono stati, ma si sono sentiti anche applausi.

La storia, come riportato da molto tempo da tutti i giornali, fa discutere soprattutto perché narra le vicende di una vedova che si innamora di un ragazzino di 10 anni (Cameron Bright), il quale sostiene di essere la reincarnazione del defunto marito.

Ma non ci sarebbe alcuna sessualità in Birth, "altrimenti sarebbe stato orribile", ha affermato Nicole Kidman in un'intervista. E a proposito della relazione della protagonista con il bambino: "Non mi innamoro di lui. Il mio personaggio crede in quello che il bambino le vuol far credere, che lui è la reincarnazione del marito. Anna (questo il nome della protagonista, ndr) ha bisogno in quel momento della sua vita che succeda quella cosa". Poi l'attrice ha precisato: "Ci sono momenti nella vita in cui si ha voglia di credere che certe cose siano vere. E' un po' quello che accade a quelle persone che dicono di essere in grado di mettersi in contatto con i propri parenti morti: c'è chi ci crede, perché ne ha voglia, e chi no".

La trama: dieci anni dopo la morte del marito Sean, Anna si decide a sposare un altro. Pochi giorni dopo, un ragazzino si presenta e chiede di parlare da solo con la donna. Il bambino racconta ad Anna di essere il suo defunto marito Sean e la prega di non risposarsi. Anna, confusa, conduce il ragazzo al piano terra, e il portiere conferma di conoscerlo e che il suo nome è Sean. Nonostante la "coincidenza", Anna non ne vuole sapere e, insieme al nuovo marito Joseph, esorta il ragazzo a non farsi più risentire. Lui, tranquillamente, rifiuta: il suo nome è Sean ed è tornato da sua moglie.

E i tagli della censura? Pare proprio che ci siano stati: nella sequenza considerata più scandalosa (la Kidman nella vasca da bagno con Cameron Bright) la censura americana non ha voluto sentire ragioni e il tutto, dicono, si è risolto con una scena molto "soft". Un piccolo bacio c'è stato, ma nessuno ha gridato allo scandalo. In attesa di vedere il film nei cinema (e farsi personalmente un'idea), l'opinione comune dei critici è quella che tutti si aspettavano: Birth sarebbe mediocre, un clamoroso passo falso della bella attrice australiana. Insomma, una vera delusione.

Su Repubblica, Roberto Nipoti scrive: "Per essere un film noioso, e lo è, Birth sortisce un effetto bizzarro: sembra corto, perché finisce senza che sia mai cominciato, Smarrito nella vaghezza della storia, ciascuno fa quel che può: la Kidman si aggrappa al suo premiato ruolo in The Others… La regia di Blazer ce la mette tutta per mostrare che siamo in zona cinema drammatico d’autore".

Un sostenitore la pellicola lo trova in Tullio Kezich, che sul Corriere della Sera si schiera a favore della professionalità del prodotto che "merita ogni rispetto" e si chiede come sia possibile sommergere di proteste un film di squisita fattura come Birth? "Nicole Kidman, altro che fischi, meriterebbe un ulteriore premio da aggiungere alla sua collezione per il coraggio che la guida in una successione di sfide da Kubrik a Von Trier".

Frattanto, più che del film, si parla soprattutto della Kidman. Altro che ragazzetti, pare proprio che all'ex di Tom Cruise piacciano gli uomini maturi. Nicole Kidman, in quel di Venezia, è stata infatti vista insieme a Flavio Briatore.