La casa editrice Voland a distanza di oltre dieci anni ristampa il capolavoro di un autore russo Gajto Gazbanov, dal titolo Il fantasma di Alexander Wolf (Prizrak Aleksandra Vol’fa, 1947).

Il romanzo, quando venne pubblicato, in Francia e in altri paesi europei, ebbe un grande successo, ma tutti i suoi lavori non vennero mai pubblicati nel suo paese natale sino al crollo del regime comunista.

La voce narrante è quella del protagonista, un russo di sedici anni che si trova a combattere la guerra civile russa dalla parte dell’esercito bianco.

Il protagonista tramite dei flashback si descrive come un giovane soldato che nel sud della Russia sta combattendo nell’esercito bianco. Un giorno resta separato dal gruppo dei suoi compagni, è a cavallo e avanza prudentemente in quanto sa che il nemico è molto vicino. Infatti un colpo di fucile, diretto sicuramente contro di lui abbatte il suo cavallo. Il ragazzo si rialza e vede un uomo su di un magnifico cavallo bianco che galoppa verso di lui puntandogli contro il fucile.

Per puro istinto di sopravvivenza il ragazzo gli spara contro con la sua pistola e l’uccide. Si avvicina al “nemico” a terra e vede che questi è un ragazzo di circa ventidue anni che sta morendo.

Sentendo arrivare altri nemici, il ragazzo monta sul cavallo bianco e fugge, una fuga che lo porterà fuori dalla Russia e dopo un lungo girovagare finirà a Parigi.

Dopo molti anni, mentre esercita il mestiere di giornalista ha l’occasione di leggere un libro scritto da un autore inglese, dal titolo Verrò domani. Un racconto contenuto nel volume è intitolato Avventura nella steppa ed è l’esatta ricostruzione di quanto lui aveva vissuto in Russia. Evidentemente quel ragazzo che lui pensava di aver ucciso era sopravvissuto ed aveva messo su carta con grande precisione quanto era avvenuto.

Il protagonista che per anni aveva vissuto con il tormento di quella uccisione si sente sollevato e decide di conoscere quel nemico, ma anche recandosi in Inghilterra non riesce a trovarlo.

Ma il destino persegue i suoi disegni fino in fondo: la morte arriverà implacabile a concludere la sua opera...

La quarta di copertina

Sud della Russia. In un afoso giorno nel pieno della guerra civile, un sedicenne volontario della Guardia bianca si imbatte in un soldato nemico. Sparano entrambi, ma il ragazzo ha la meglio e fugge sul cavallo bianco della sua vittima. Molti anni più tardi, a Parigi, divenuto ormai un giornalista affermato, legge un racconto che narra proprio la vicenda che non ha mai smesso di tormentarlo. Il suo avversario di un tempo non è morto, è uno scrittore e vive a Londra… Un classico della letteratura moderna, un romanzo trascinante e potente, un mistero che avvince il lettore dalla prima all’ultima pagina.

L'autore

Georgij Ivanovic Gazdanov detto “Gajto” (1903-1971) nacque a San Pietroburgo e a soli sedici anni interruppe gli studi per arruolarsi tra le file dell’Armata Bianca e prendere parte alla guerra civile, animato più da un desiderio di avventura che da una matura convinzione ideologica.

Fuggito dalla Russia dopo un lungo peregrinare emigrò a Parigi, dove si adattò ai mestieri più umili. Dalla metà degli anni ’20 cominciò a pubblicare le sue opere, raggiungendo subito il successo. I contemporanei lo paragonarono, per forza e stile, a Proust, Kafka, Camus, Nabokov. Considerato il miglior scrittore russo dell’emigrazione europea, è morto nel 1971.

Gajto Gazdanov, Il fantasma di Alexander Wolf (Prizrak Aleksandra Vol’fa, 1947)

Traduzione Fernando Lepre

Voland  - Collana Sirin - Pag. 157 - 14,00 €

ISBN 978-88-6243-158-3