A Parigi un uomo viene assassinato dopo aver eseguito uno strano esperimento.

Da tutt'altra parte del globo, nella giungla della Malesia, un imprenditore fa costruire un macchinario dalle caratteristiche molto, molto particolari.

In Canada, una misteriosa società affitta un sommergibile da utilizzare nelle acque della Nuova Guinea, e nella grande metropoli di Tokyo un agente segreto cerca di capire il significato di tutti questi avvenimenti.

Ecco Stato di Paura, il nuovo lavoro di Michael Crichton (Chicago, 1942), autore di best-seller da cui sono stati tratti numerosi film, fra cui Jurassyc Park, Congo, Mangiatori di morte in parte ispirato al Beowulf, Timeline.

Già venduto in milioni di copie in tutto il mondo, il nuovo best-seller dello scrittore americano, un eco-thriller che è stato subito definito “politicamente scorretto e anticonvenzionale”, ha scatenato discussioni e polemiche a causa dei controversi temi citati, come l’effetto serra e il ruolo dell’informazione nella società contemporanea.

La presentazione dell’edizione italiana, curata da Garzanti, si è tenuta alle Messaggerie Musicali di Milano, e lo scrittore ha passato gran parte del pomeriggio con i moltissimi fan venuti per incontrarlo e per farsi autografare le copie del romanzo.

All'incontro c'eravamo anche noi di FantasyMagazine e ne abbiamo approfittato per fare qualche domanda:

Quanto è importante la ricerca nel suo lavoro?

Per me è tutto. Un libro deve derivare dalla ricerca. Lo stesso tempo che dedico alla scrittura, lo trascorro a ricercare.

Divido equamente le mie energie.

Capita spesso che i temi affrontati nei suoi libri, divengano oggetto di dibattito pubblico dopo poco tempo. E’ stato il caso di Jurassic Park e la clonazione e rischia di esserlo ora con Stato di Paura e il Global Warming. Il suo segreto?

Diciamo che il primo lunedì di ogni mese, faccio una telefonata a una persona molto speciale e molto importante, che mi dice tutto… No, non è vero, sto scherzando. In realtà per qualche motivo capita che alcuni degli argomenti di cui parlo si verifichino nella realtà dei fatti. Mi tengo informato, tutto qua. Molte volte mi rendo conto, mentre sto scrivendo un libro, o quando l’ho finito, di avere sulla scrivania dei ritagli di giornale magari di dieci o quindici anni prima. Questo significa che seguo con attenzione i fatti e le tendenze nel mondo per molto tempo e in questo modo forse riesco a individuare in anticipo dove andranno a finire determinati eventi.

Perché secondo lei il suo nuovo libro è stato definito politicamente scorretto e anticonvenzionale?

Probabilmente perché è un libro che va contro il modo tradizionale di pensare. Il mio libro però riguarda la scienza, e la scienza non dovrebbe essere politica.