Freddo. Un freddo cane a Roma. In ogni caso quando arrivi ti scaldi subito il cuore. Ti senti in un posto diverso dal solito, immerso in un'atmosfera strana, eppure familiare. E' comune incontrare gente in armatura e ragazze con le orecchie a punta. Qualcuno con cotte di maglia vere. La gente in costume è mediamente adulta, insomma, non sono ragazzini. Voglio dire, è bello vedere che certe passioni non restano relegate ai dodicenni. E queste persone non si vergognano minimamente di mostrarsi così, anzi, trovandosi tutti insieme fa una specie di effetto clan, con sapore d'altri tempi. A me viene voglia di unirmi a loro, più che di guardarli come gente strana da evitare. Ma io sono un appassionato di fantasy, come d'altronde tutti quelli che sono lì. Ecco, si sente il gusto di andare in un posto dove tutti condividono il tuo amore per queste cose, e non sei soggetto ai soliti commenti o occhiate strane dei "benpensanti".

Passeggio qua e là. C'è una suggestiva processione di armigeri, maghi, orchi e così via; procedono alla luce di una torcia tenuta dal capofila, una specie di chierico. Molto bello. E' curioso notare, quando c'è una processione, come la gente si aggreghi istintivamente al gruppo e lo segua, almeno per un po'. Dove andavano a finire e a fare cosa? Non lo so, a un certo punto mi stacco, attratto da altro. Ma gli incontri non sono mai casuali, e mi sembra che quel gruppo di persone, compagni di viaggio per breve tempo, mi abbia traghettato da un mondo a un altro, da un'esperienza a quella successiva.

Davanti a me compare un tendone. Dentro c'è gente che gioca a D&D, a giochi strategici 3D (scorgo una composizione riferita a LOTR, mi sembra il nero cancello, veramente niente male), qualcuno gioca a carte... chi ha desiderio ludico da soddisfare qui si può sfogare ben bene.

Nemmeno questa, però, è la mia meta. Supero un paio di stand con roba tolkieniana (libri, calendari, piccoli oggetti a tema), ma non solo: frugo con gli occhi tra CD di musica celtica e chincaglierie dal sapore "antico".

In un piazzale una ragazza giostra abilmente (davvero brava) con delle corde cui è appeso qualcosa di infuocato. Spettacolare! E lei non è pure niente male! Più tardi in quel piazzale arriva un mangiafuoco... capisco che è una specie di appuntamento fisso per i giocolieri. Rimango affascinato a guardarli, finché mi rendo conto che un'altra magia si sta facendo spazio nel mio cuore.

E' la musica a chiamarmi.

Un altro tendone accoglie le note celtiche di Massimo Giuntini e i Ductia, suonano insieme per un'ora. Musica molto bella, peccato solo che il palco sia piccolo, e gli spettatori siano costretti a sedere su file di sedie disposte di fronte. Boh, secondo me ci vuole una cosa più stile "taverna", magari con un grosso spazio per ballare. Ballare in certi momenti ti sale da dentro, ma poi la struttura un po' fredda e seriosa del tendone con le sedie ti tiene fermo. Credo che anche gli artisti, magari abituati ad avere davanti gente che danza e si diverte, abbiano provato le mie stesse sensazioni. E così, si trovano 'ste file di sedie con tutti seduti.

Giuntini & Co. sono molto bravi. E' la prima volta che vedo suonare dal vivo la musica celtica, quindi non so se sia sempre così: i suoni sono "antichi", fanno "atmosfera", ma ci sono rimasto un po' male quando ho visto che gli strumenti suonati da Giuntini sono elettronicamente modificati. Insomma, mi aspettavo strumenti più "rudimentali". Per esempio, il suono della cornamusa era come una cornamusa vera, però è strano sentirlo senza vedere uno che soffia dentro una vera cornamusa, e invece al suo posto c'è un attrezzo che sembra una cornamusa geneticamente modificata, che suona senza appoggiarci la bocca! Non so, forse è un'impressione stupida, la musica, ripeto, era molto bella.

Mi spiace aver girato troppo poco per Hobbiton Village, avrei voluto catturare di più quelle atmosfere. Anche se Tolkien era un pretesto, diciamocelo. Questo non toglie nulla alla godibilità della manifestazione in sé, ma è ovvio che qualcuno può storcere il naso. A me non ha infastidito, ma si sa, io sono uno di quelli "tolleranti"!