Dopo l’anteprima romana, il cast del film Iron Man vola dagli Stati Uniti direttamente nella capitale.

Il regista della pellicola, Jon Favreau, lo straordinario Robert Downey Jr, l’elegantissima Gwyneth Paltrow e Terrence Howard hanno risposto alle numerose domande dei giornalisti durante la conferenza stampa tenutasi presso l’Hotel Hassler, a Trinità dei Monti.

Arrivato in lieve ritardo, il quartetto si è prestato agli obiettivi dei fotografi presenti; in particolare, Downey Jr e Howard si sono divertiti a scattare foto alla Paltrow e al regista della pellicola Jon Favreau, prima di dirigersi nella sala adibita alla conferenza.

Il clima instauratosi durante le interviste è stato disteso e informale, animato in particolare dalla verve di Downey Jr: a vederlo di persona si direbbe che non abbia dovuto faticare molto per immedesimarsi in Tony Stark.

La critica italiana sta esprimendo tutto il suo apprezzamento per questa pellicola e la simpatia degli attori è sicuramente il valore aggiunto al successo della pellicola.

Signor Favreau, Iron Man è un film che parla di un supereroe. E’ una commedia, ma affronta anche questioni delicate come le armi e la guerra. Come siete arrivati all’idea di un film che, pur essendo divertente, potesse contenere tematiche più serie?

JF – Ci siamo arrivati attraverso la recitazione, non c’era una sceneggiatura definita. Principalmente volevamo che il film fosse ironico e scherzoso. Io vengo dal cinema indipendente dove lo humor è un elemento molto importante. Il nostro obiettivo è stato quello di regalare due ore di divertimento al pubblico, invitandolo anche alla riflessione. Questa peculiarità è un merito degli attori che hanno contribuito come una compagnia teatrale alla riuscita e al successo del film. Il film non vuole predicare nulla. Io non ho un punto di vista politico immutabile, lo cambio ogni volta che leggo il giornale. Direi piuttosto che è un film oggettivo, riflette la realtà americana attuale. E’ il personaggio di Tony che lascia al pubblico un messaggio importante perché capisce le gravi conseguenze di ciò che ha fatto fino ad allora e quindi impara, cambia, matura.

Signora Paltrow, si dice che dietro un grande uomo ci sia una grande donna. E’ vero anche nel film?

GP - Sì, il mio ruolo è molto importante. Pepper è la coscienza di Tony Stark. E’ una donna fedele, leale, pronta a mettersi in discussione e non esprime mai giudizi definitivi che possano limitare l’azione di Tony. Queste sono qualità molto importanti in una relazione di coppia.

Signor Downey, come si è preparato ad interpretare il ruolo di Tony Stark?

RD - Ho trascorso molto tempo alla Marvel per conoscere meglio il fumetto ed entrare nel personaggio di Tony Stark. Ho parlato a lungo con Jon e poi ho capito che volevo interpretare quel ruolo. Tutti noi, anche Gwyneth e Terrence, ci siamo appassionati ai personaggi per poterli interpretare al meglio, per emozionare e divertire il pubblico. Iron Man è divertente. Tu che ne pensi Terrence?

TH – Sì certo. In più riesce a conciliare l’amore con l’azione e quindi è apprezzato dal pubblico.

Signor Downey, lei era il “nostro” eroe anche prima di Tony Stark, un eroe affascinante, colto e intelligente. Quanto ha contribuito alla sceneggiatura?

Oh, grazie, sono contento che abbia notato tutto ciò. Quanto alla sceneggiatura ogni mattina sul set buttavo il copione in un angolo e dicevo a Jon: “oggi lo riscriviamo”. Poi arrivava Gwyneth: “No! Avete ricominciato!”…a parte gli scherzi…sicuramente ho parlato molto con Jon su cosa dovessimo fare perché il film fosse ben accolto. Non è un film indipendente, è un film costoso e deve portare i suoi frutti.

Oggi esistono molti film di eroi. Nel film impariamo che eroi non si nasce, ma si diventa. Che ne pensa?

JF – Esistono due tipi di eroi, quelli dotati di poteri magici e quelli che rappresentano un mito vero, come nel caso di Iron Man. Tony Stark non ha superpoteri, ma matura, si reinventa e decide di diventare un eroe. Assistiamo ad un vera e propria rinascita spirituale.

Quanto è importante la spiritualità per voi attori?

GP- Credo che noi attori siamo uno strumento, un veicolo che trasmette idee ed emozioni agli altri e quindi senza spiritualità il nostro lavoro non avrebbe importanza. 

TH – la spiritualità è qualcosa di straordinario, che viene percepito dal pubblico. E’ una peculiarità dell’attore che gli consente di interpretare al meglio il proprio ruolo. 

RD – Anche sul set siamo stati spirituali, nel senso che abbiamo lavorato con uno spirito monastico e non hollywoodiano, uno spirito che ci ha dato grande energia. Addirittura parlavamo sottovoce per instaurare un contatto emotivo fra noi. Sembra strano per un film del genere. C’è stato un forte feeling anche con il regista. E tutto ciò ha contribuito al successo del film. Eravamo piuttosto nervosi prima di venire in Italia, temevamo le critiche. Ieri abbiamo visto che il film riscuote interesse e successo e questo ci conforta.

Signora Paltrow, prima di tutto complimenti perché oltre ad essere brava è sempre più bella. Lei che vive a Londra ed è più vicina all’Italia, conosce il nostro cinema e le piacerebbe lavorarci? Oggi in base a cosa sceglie le sue sceneggiature?

GP -Tutti noi amiamo il cinema italiano. E’ bello girare per l’Europa e scoprire che ogni paese ha un suo cinema peculiare. Ciò rappresenta una grande ricchezza culturale.

Io ho girato un film in Italia circa otto anni fa, a Roma e ad Ischia. E’ stato un momento particolare della mia vita e sarebbe bello avere l’opportunità di fare un film in questo paese, sia italiano che straniero.

Quanto alle sceneggiature, io ho due bambini che sono il mio grande amore e, allo stesso tempo, cerco di continuare la mia carriera artistica. Posso fare un film all’anno e cerco di scegliere sempre qualcosa di interessante, intelligente, una particolare sceneggiatura o un ruolo nuovo mai interpretato che mi facciano crescere e mi rendano una persona migliore.

Signora Paltrow, Pepper nasconde i suoi sentimenti. Come attrice le è mai capitato? Sappiamo che ha attraversato un momento difficile dopo la nascita del suo secondo figlio. Come lo ha superato? Quale consiglio darebbe alle donne che si trovano in una situazione simile?

GP - Un attore ha bisogno spesso di proteggere la sua parte privata, ma il nostro compito è mostrarci al mondo e farlo con sincerità. Sì dopo la nascita del mio secondo figlio ho attraversato un periodo di depressione e molte donne che hanno avuto problemi simili possono capirmi.

Ho cercato di trovare la forza e sono riuscita a risolvere quel brutto momento. E’ un problema comune a molte donne, è importante parlarne per non sentirsi soli ed affrontarlo per sconfiggerlo.

Signor Favreau, Iron Man è un personaggio molto conosciuto dagli appassionati di fumetti, meno nel patrimonio culturale comune. Il film è un’ottima trasposizione dal fumetto. Come avete fatto a dargli così tanta visibilità?

JF - Negli USA pochi conoscevano il fumetto di Iron Man. La sfida è stata quella di educare il pubblico. Un ruolo importantissimo lo ha avuto anche internet che ha permesso di far veicolare tantissimo materiale. L’interesse è fortemente cresciuto anche grazie agli attori. Un cast così straordinario ha suscitato molta più curiosità e aspettative di un semplice film su un supereroe. Tutto ciò insieme all’armatura di Tony e agli effetti speciali hanno dato al film grande visibilità al nuovo Iron Man.