Crisi non significa che necessariamente la gente perda la voglia di giocare: anzi, la rinuncia da parte dei consumatori ad altre più costose possibilità di svago potrebbe essere addirittura un'opportunità. In effetti videogiochi e console segnano un +13% nelle vendite di hardware nel mese di gennaio; anche il software segna un +10%. Il risultato è dovuto agli ottimi risultati, ancora una volta, della rivoluzionaria console Nintendo Wii. Validi anche i dati per quanto riguarda la Microsoft Xbox 360; chi non può permettersi di ridere è la Sony, la cui console PS3 è decisamente in affanno rispetto agli obiettivi di vendita.

In effetti nonostante alcuni risultati al di là delle aspettative la crisi segna un periodo di trasformazione, con qualche crollo e dramma societario, proprio come nell'economia in generale. Mentre la Games Convention di Lipsia chiude per sempre, a favore della Gamescom di Colonia, la compagnia produttrice di videogiochi Midway Games, quella di Mortal Kombat, va a gambe per aria: la perdita di interesse del socio di maggioranza Sumner Redstone ha costretto la Midway a chiedere l'applicazione del famigerato Chapter 11, ovvero siamo alla bancarotta.

La Eidos, compagnia britannica nota per giochi come Deus Ex, Tomb Raider, ha dapprima chiuso la sussidiaria Eidos Manchester, ovvero i suoi studi peraltro acquisiti da non moltissimo tempo; poco dopo si è fatta acquistare dalla giapponese Square Enix per 120 milioni di dollari. Che non sembrano poi nemmeno pochi, ma in realtà si è trattato di una svendita: basti pensare che la quota del 20% di proprietà della Warner Bros è stata pagata 24 milioni di dollari contro un investimento iniziale di 87 milioni nel 2006 più un ulteriore incremento di 30 milioni l'anno scorso. Non si può dire che la Warner ci abbia fatto un buon affare.

Anche la Sega, un tempo imperatrice dei giochi arcade, si ritrova di fronte a "sostanziose perdite operative" e taglia 560 dipendenti. E questo per chiudere l'anno finanziario con una perdita quantificabile in "solo" 239 milioni di dollari. Per tornare alla Sony, le vendite del settore Giochi nell'ultimo anno hanno subito un calo di oltre il 30% mettendo la compagnia in difficoltà. Segno che, se pure è vero che la distruzione creativa è un fattore tutt'altro che nuovo in questo mercato dalla continua evoluzione, in questi tempi di crisi, nonostante una sostanziale tenuta del mercato, possono scricchiolare anche i nomi che si ritenevano al sicuro da ogni rischio di insuccesso.