Il drago come realtà


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FantasyMagazine
«Balrog»
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MessaggioInviato: Lun 09 Lug 2007 8:05 am    Oggetto: Il drago come realtà   

Il drago come realtà

Leggi la recensione.
Fabrizio Valenza
«Ospite»

MessaggioInviato: Lun 09 Lug 2007 8:05 am    Oggetto: Il saggio della De Mari   

Ho appena finito di leggere il saggio e direi che è ancora peggio di quel che scrive l'articolo. Bisogna davvero sforzarsi per arrivare in fondo e sinceramente manca del tutto una linea comune a quanto è scritto nel testo. Inoltre le considerazioni della De Mari non si capisce su quali certezze siano fondate e le dà per, appunto, certezze.
Due stelline sarebbero fin troppe!
gealach
«Falce di luna»
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Località: Karalis
MessaggioInviato: Lun 09 Lug 2007 19:00 pm    Oggetto:   

A me invece è piaciuto abbastanza. Certo, alcune affermazioni sembrano un po' campate per aria, però lo stile è fresco e intelligente, gli argomenti interessanti e le conclusioni originali. Non mi sentirei di condannarlo.
Io lo consiglio. Wink
I seek words of such surpassing beauty that they might melt the hardest heart of stone.
- Jacqueline Carey

All female dragons are queens. Just as female cats are queens.
- Robin Hobb
Micol
«Ospite»

MessaggioInviato: Mer 11 Lug 2007 10:39 am    Oggetto: Il drago tradito   

Questo dev’essere un libro pubblicato nella certezza di venderlo, a spese degli ignari lettori. Probabilmente se un autore sconosciuto si fosse presentato all'editore con lo stesso testo sarebbe stato gentilmente messo alla porta. Il fatto è che la signora De Mari può anche essere una brava narratrice pur essendo un medico (ed è anche una brava oratrice ma la sostanza è povera), ma per scrivere un saggio sulla fiaba è richiesto di più che leggere qualche saggio femminista americano in materia, ormai datato. Anche a uno studente universitario si chiede di più.
Il risultato è una serie di considerazioni personali, legittime per carità, ma all’oscuro di competenze di storia, di letteratura, di antropologia, etc. In questo momento in Italia esistono molti altri saggi sul fiabesco scritti con competenza e in modo scorrevole e godibile.
Martina
«Nazgul»
Messaggi: 400
MessaggioInviato: Gio 12 Lug 2007 9:25 am    Oggetto:   

Citazione:
esistono molti altri saggi sul fiabesco scritti con competenza e in modo scorrevole e godibile.


Sì, il primo che mi viene in mente è "Il mondo incantato" di Bruno Bettelheim, libro che, secondo me, dovrebbero leggere tutti i genitori.
Però, anche se la De Mari scivola un po' troppo facilmente da un argomento all'altro e su alcune cose mi ha lasciato perplessa, il suo libro contiene anche elementi interessanti.
Skilgannon
«Nano»
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Località: Torino
MessaggioInviato: Dom 15 Lug 2007 18:10 pm    Oggetto:   

Ho assistito alla presentazione del libro tempo fa, a Torino. Ci sono spunti interessanti, ma penso che siano mal approfonditi, credo che il discorso sia molto più ampio di quello che è stato studiato nel testo. Credo che il titolo sia davvero fuori luogo, alla fine c'era gente che aveva chiesto: "e i draghi dove sono?" ed altri che sono stati addirittura verbalmente aggressivi nei confronti della relatrice e della platea, chissà, forse immaginavano che gli si portasse un vero drago da vedere... Rolling Eyes

Skilgannon
"We are what we are"
D.Gemmell, White Wolf
Marina
«Bracchetto del Cheshire»
Messaggi: 4980
MessaggioInviato: Gio 30 Ago 2007 16:44 pm    Oggetto:   

Martina ha scritto:
Citazione:
esistono molti altri saggi sul fiabesco scritti con competenza e in modo scorrevole e godibile.


Sì, il primo che mi viene in mente è "Il mondo incantato" di Bruno Bettelheim, .


quindi non aggiunge nulla che non abbia già detto lo zio Bruno? Confused
Martina
«Nazgul»
Messaggi: 400
MessaggioInviato: Mer 05 Set 2007 22:43 pm    Oggetto:   

Citazione:
quindi non aggiunge nulla che non abbia già detto lo zio Bruno?


Hanno un'impostazione lievemente diversa, la De Mari parla di tante cose, e infatti non approfondisce niente. Al massimo stuzzica l'appetito a chi voglia approfondire l'argomento.
Bettelhaim fa un'analisi delle fiabe molto accurata, senza divagare e senza andare troppo sul tecnico, quindi il suo testo rimane sempre ben leggibile anche da chi non conosce l'argomento. A volte, invece, il linguaggio di Silvana è un po' oscuro.
Se a lei ho assegnato tre stelle, a Bettelheim ne avrei date cinque senza la minima esitazione.
Non ero ancora arrivata a metà che sono corsa in libreria a comprare un libro di fiabe per la mia bimba di pochi mesi. Versione dei fratelli Grimm, naturalmente.
Marina
«Bracchetto del Cheshire»
Messaggi: 4980
MessaggioInviato: Ven 07 Set 2007 11:53 am    Oggetto:   

Martina ha scritto:
Citazione:
quindi non aggiunge nulla che non abbia già detto lo zio Bruno?


Hanno un'impostazione lievemente diversa, la De Mari parla di tante cose, e infatti non approfondisce niente.


ok, mi tengo il mio Dash-Bettelheim allora Laughing. Grazie per la precisazione.
Michele Scornavacca
«Ospite»

MessaggioInviato: Sab 09 Feb 2008 16:40 pm    Oggetto: E' stato una delusione   

Ho apprezzato della stessa autrice sia "L'ultimo elfo" sia "L'ultimo orco".
Lo stesso non posso, purtroppo, dire di questo saggio.
Il libro tratta la materia in modo poco organico e confuso. L'autrice salta spesso di palo in frasca.
La prima parte è apprezzabile per alcuni spunti e un certo brio nella scrittura, poi il libro si trasforma in una specie di filippica fornendo un’interpretazione a senso unico e piuttosto semplicistica della storia dell'umanità che assomiglia molto alla narrazione di un libro fantasy.
Ma con tutto il rispetto per la fantasy, che è un genere che amo molto, la realtà è un po' più articolata.
Aedo89
«Hobbit»
Messaggi: 54
MessaggioInviato: Mer 12 Mar 2008 16:07 pm    Oggetto: Re: Il drago come realtà   

Apparte qualche passaggio storico ed alcune opinioni spiegate un po' troppo velocemente a me il saggio è piaciuto: ed ora è anche il mio libro preferito! Certo che poi si possono buttare tante critiche stupide come quelle fatte alla presentazione del libro: "e i draghi dove sono?" che con certe opinioni lasciano poca libertà al lavoro di un autrice per esempio di inserire il titolo che vuole astratto per spiegare a cosa si riferisce... intanto l'autrice non è ignorante in materia. Poi è anche una fisioterapista (le materie fisioterapistiche e omeopatiche le studio con diletto) quindi le sue sono valutazioni da non lasciarsi sfuggire: lo consiglio!
Adelasia
«Balrog»
Messaggi: 1349
MessaggioInviato: Mer 12 Mar 2008 21:57 pm    Oggetto:   

Molto OT

Alla libreria mondadori della mia città (l'unica libreria del posto che conosca almeno l'esistenza del genere fantasy) non si sono fermati neanche a leggere il sottotitolo o la quarta di copertina: identificata l'autrice, hanno subito inserito il libro nel reparto bambini Confused
Marina
«Bracchetto del Cheshire»
Messaggi: 4980
MessaggioInviato: Sab 26 Mar 2011 1:01 am    Oggetto:   

Riuppo questo thread perché, nonostante i commenti negativi, la curiosità era cmq rimasta e finalmente ho avuto modo di soddisfarla, quindi voglio aggiungere i miei due cent alla discussione.

L'ho trovato un saggio estremamente interessante e geniale, tremendamente vero e reale, a tratti persino commovente, affrontato da una prospettiva insolita che ancora non avevo letto, nonostante di saggistica fantastica ne abbia macinata un bel po'. Alcuni concetti li avevo già sentiti esporre alla De Mari nel corso di interviste e presentazioni librarie, ma qui c’è, anziché uno stralcio frettoloso - l'intera prospettiva.

Anzitutto, Marty, debbo dire che il paragone con Bettelheim (che fai nei commenti, non nella rece) è, seppur del tutto involontariamente, fuorviante. Trovo una grande diversità di intenti nelle due trattazioni (anche se riconosco qualche punto di contatto, del resto una psicoterapeuta che si interessa di Fantastico non può non aver letto Il Mondo Incantato, e ritengo che il saggio della De Mari apporti una sfaccettatura nuova al discorso sulla fiaba. Piuttosto, certi discorsi sui meccanismi emozionali di gruppo a me hanno ricordato il Freud di Psicologia delle masse e analisi dell'Io.

A Fabrizio vorrei chiedere quali sono le parti che ritiene infondate (o campate in aria, questa è la domanda anche per Gealach, a meno che ti riferisca a qualche citazione bibliografica in più per gli approfondimenti, nel qual caso ti dò ragione, questo saggio soffre un po' di tale carenza): io non ne ho proprio viste. A meno che tu, Fabrizio, essendo molto credente, non sia stato infastidito dal discorso fede/miracoli/endorfine. Ma in tal caso, come nessuno ti contesta la tua posizione fideistica, che in quanto tale è - per definizione - l'antitesi della scientificità, mi sembra che il discorso della De Mari sai altrettanto accettabile - e senz’altro scientificamente più spiegabile - dal punto di vista laico.
Quanto allo sforzo per arrivare in fondo, questo saggio vola letteralmente da solo, davvero non capisco il tuo punto di vista. Anzi, lo stile colloquiale rende appunto agilissima la trattazione, anziché noiosamente accademica (un difetto che, per esempio, a tratti riconosco invece in me stessa) e lo rende fruibile anche ai non 'iniziati'. Senza contare il valore aggiunto dell'ironia che fa spesso capolino.
Pertanto, se tu di stelle ne daresti due volendo essere generoso, io non gliene darei meno di quattro, e a pieno titolo.
Certo, poi c'è qualche affermazione su cui non sono d'accordo neanche io (ad esempio l'importanza della memoria per non ripetere gli orrori, questo è un (mis)concetto diffusissimo, ma è palesemente antistorico), tuttavia non per questo liquido il saggio con sufficienza.
Quanto infine al filo unitario, c'è eccome: la fisiologia delle emozioni e la loro espressione nel materiale fantastico.

A proposito di discorso campato in aria, questo mi sembra, piuttosto, il commento dell'ospite Micol, puntualmente e tipicamente gettato lì senza motivazione e senza curarsi minimamente di circostanziarlo. Per esempio, l'antropologia non avrebbe aggiunto nulla la taglio con cui la De Mari ha affrontato l'argomento, perché l'argomento, semplicemente, non è quello. Queste considerazioni buttate là in quella tipica modalità del grande regista René Ferretti, mi sembrano sempre il tipico sfoggio di saccenza dell’ 'universitaria di turno che vuole dimostrare "di saperne". Per inciso, la tradizione storico-letteraria alle spalle di Lilith viene da ben più lontano che i saggi femministi, cerchiamo di mettere le cose in prospettiva, per cortesia, ed evitiamo sterili qualunquismi solo per il gusto esibizionistico... E poi che significa "saggi datati"? Lol, gli studi in volume non sono mica calendari e anche quelli 'datati' hanno sempre materiale fruibile!

Concordo invece con Skilgannon sulla totale assurdità del titolo e posso essere d'accordo, tornando alla rece vera e propria, sul fatto che venga messa troppa carne al fuoco e che poi lo spazio impedisca di cucinarne a dovere alcune parti. Bisognerebbe però vedere quali paletti di pagine può aver messo l'editore (quando non abbia addirittura tagliuzzato, visto che sappiamo aver già espunto parti scomode dai romanzi della De Mari, no?), che fra l'altro - piccolo OT - nella mia personale hit parade si conferma di nuovo come uno dei peggiori quanto a scelta di copertine (ma cambiare illustratori no, eh? Non dico avere un drago alla Ciruelo ma quell'aborto in copertina sembra un dinosauro gommoso con due cucchiai al posto delle ali! E un animale blu notte su sfondo blu notte? Veramente geniale! ).

In definitiva, a parte Martina che ha spiegato le sue critiche nella recensione, trovo che nessuno di coloro che si sono scagliati contro questo saggio abbia dato conto delle proprie.
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