Un mesetto fa due grandi nomi hanno lanciato le loro profezie negative sul cinema. Il primo, Steven Spielberg, è noto per aver girato film di cassetta ma anche opere molto più personali. Probabilmente non si è divertito quando il suo film Lincoln ha avuto, inizialmente, una distribuzione limitata. La pellicola si è guadagnata fama riuscendo ad agguantare dei premi Oscar, altrimenti non sarebbe uscita in numerose sale riuscendo infine a ottenere il successo commerciale. George Lucas ha avuto difficoltà simili con il suo Red Tails, un film sui piloti di colore che hanno combattuto nell'aviazione USA durante la Seconda Guerra Mondiale. Due dei più grandi registi, noti per successo economico dei loro film, hanno lanciato grida d'allarme per essersi trovati in difficoltà nell'avere l'accesso agli schermi: George Lucas ha dichiarato che "di questo passo avremo meno cinema, molto grandi. Andare a vedere un film costerà 50 dollari, o 100, o 150."

Per Stevern Spielberg "siamo arrivati al punto in cui uno Studio preferisce investire 250 milioni di dollari cercando il grosso successo piuttosto che creare diversi film interessanti, personali, storici." La storia non è nuova: la battaglia per il trionfo nella corsa al botteghino è soprattutto una gara per appropriarsi gli schermi, per uscire con un film in tante sale contemporaneamente, perciò in ogni weekend possono essere solo una manciata i film in competizione per gli incassi "veri." Queste sono le logiche che hanno reso il grande cinema USA un'industria che esclude i piccoli produttori, condannando ormai già da tempo le case minori all'emarginazione (stesso destino per il cinema italiano che pure era stato importante ai bei tempi che furono).

Adesso, con la crisi economica, i film costosi sono un grosso rischio, perché se non incassano il danno può essere catastrofico. I biglietti diventano più costosi (tra schermi IMAX e tecnologia 3D) per spremere meglio un numero minore di spettatori, ma potremmo veramente avere un momento in cui le grandi case cinematografiche diventeranno riluttanti a impegnare così tanto denaro. Secondo Spielberg potrebbe esserci una divaricazione dei prezzi (a suo dire: 25 dollari un film spettacolare come Iron Man, 7 il suo Lincoln). Ma forse i film indipendenti e i piccoli produttori rinunceranno addirittura al grande schermo passando alla diffusione televisiva o a mezzo della rete (già una realtà affermata negli USA).

Cosa succederà al fantasy e al fantastico? Proviamo a dare un'occhiata agli incassi dei principali film di questi ultimi anni: il genere ha sfondato e guadagnato moltissimo. Tra gli affari più colossali certamente le pellicole della serie Twilight, nel senso che produzioni relativamente a basso costo hanno avuto incassi astronomici (ma sono finiti i libri quindi è finita la festa...). Alcuni titoli di animazione sono una garanzia (Shrek ad esempio) anche se a ogni nuovo capitolo o con il lancio di una nuova serie può sempre arrivare la delusione. Ottime anche le serie affermate stile Harry Potter o Pirati dei Caraibi che infatti sono state sfruttate finché possibile, o i film della Marvel sui supereroi. Continueremo ad avere questo genere di pellicole, probabilmente, così come i vari The Hobbit.

Al di là delle storie molto note e delle pellicole ispirate a libri di sicuro richiamo, le cose non vanno molto bene. Ci sono stati fallimenti costosissimi (John Carter) e altri meno costosi solo perché prodotti con un budget relativamente ridotto (il nuovo Conan the Barbarian di Marcus Nispel); anche Pacific Rim, film di Guillermo del Toro su tematiche molto note e popolari (mostri e robot!) ma con una storia originale e pertanto rischiosa, rischia di non recuperare il denaro speso. Il tentativo di sfruttare il genere con pellicole poco curate che puntavano su un crasso umorismo ha incontrato il disastro con Sua Maestà.

Ripensando a quello che hanno detto un mesetto fa Steven Spielberg e George Lucas la domanda è: verrà creato un cinema fantasy d'autore o minore, fatto con meno soldi ma degno di essere visto su circuiti alternativi?

La prospettiva non è rosea. Film fantasy non di primo piano, il già citato Conan di Nispel o l'altrettanto sfortunato Solomon Kane, sono costati comunque decine di milioni di dollari (e ne hanno persi una buona parte). Senza accesso al grande schermo non avrebbe avuto alcun senso farli spendendo quei soldi. Sono esistiti film di grande impatto visivo costati relativamente poco (Il Labirinto del Fauno) ma in generale bisogna fare i conti con la dura realtà: i film fantasy costano.

Se veramente i produttori arriveranno al terrore di perdere troppi soldi (e forse ci sono già arrivati in verità) il rischio è che nel futuro si investa ancor meno su idee nuove, e forse si cercherà di imporsi un limite di spesa (potrebbero diventare rarissimi i film da 250 milioni di dollari). Ci sarà spazio per delle pellicole minori? Avremo un bellissimo Elric di Melniboné direttamente su DVD? C'è proprio da dubitarne.