Due libri dedicati agli angeli, Angelize e Angelize II (Fabbri, 2013 e 2014), seguiti da una storia sui vampiri con un protagonista di nome Lucifero e un titolo eloquente: Né a Dio né al Diavolo. Così lo scorso maggio Aislinn ha fatto ritorno alla narrativa urban fantasy, complici i tipi di Gainsworth Publishing

Come avrete letto dal titolo questa è una recensione di Né a Dio né al Diavolo. Perché, quindi, citare in apertura Angelize? Le due storie, che hanno all'apparenza poco o nulla in comune, sono ambientate nello stesso universo narrativo, tant'è che un personaggio di Né a Dio né al Diavolo ha un legame con uno dei protagonisti di Angelize. Questo particolare verrà approfondito nei prossimi libri di Aislinn come rivela lei stessa nel corso del colloquio/intervista con Luca Tarenzi che funge da postfazione a Né a Dio né al Diavolo

La storia si svolge a Biveno, anonima cittadina piemontese da cui due amici, Ivan e Tom, partono per un festival metal insieme al misterioso Lucifero. L'incontro casuale con una comitiva in viaggio per raggiungere la medesima destinazione scatenerà una serie di conseguenze impreviste: Ivan conoscerà la dolce Mircalla, una ragazza che potrebbe cambiargli la vita. Lucifero si imbatterà in una vecchia conoscenza che a sua volta ne attirerà altre, mettendo tutti quanti in pericolo.  

A metà strada tra urban fantasy, horror e thriller, Aislinn scrive un nuovo capitolo del suo Aislinnverse (mi sembra che il termine se lo sia ampiamente guadagnato negli anni) che la vede cimentarsi con il vampiro, una figura dell'immaginario fantastico da lei ancora poco esplorata. Il vampirismo viene trattato con Aislinn quasi con reticenza, come d'altra parte è tipico del suo stile: la natura dei personaggi non viene enunciata ma mostrata. Sta poi al lettore "unire i puntini" e ricostruire sensazioni e moventi dei personaggi a cui Aislinn dà vita nelle sue storie (o morte, a seconda dei punti di vista). La costruzione dei dialoghi e delle situazioni è molto riconoscibile così come alcuni dei temi cari all'autrice – il rapporto con la morte, la depressione, il desiderio di autodistruzione. 

Né a Dio né al Diavolo è una lettura scorrevole e coinvolgente: si procede senza arrancare anche negli excursus che mettono in luce il passato dei personaggi e invoglia ad aspettare le prossime opere di Aislinn. Speriamo di leggerle presto.