Profili è la collana di saggi biografici brevi ideata da Ares Edizioni. Il suo scopo è quello di introdurre i lettori alle figure di scrittori famosi, che magari sono stati trascurati per mancanza di tempo o di occasioni. Tutto ciò con l'auspicio di invogliare a dedicargli finalmente la dovuta attenzione e, perché no, a leggerne finalmente qualche Opera.

Robert Louis Stevenson è uno scrittore a cui, di primo acchito, si associano libri per ragazzi (anche se si tratta già di un'etichetta  riduttiva), in primis grazie a L'isola del tesoro e La freccia nera; tuttavia non va dimenticata la sua escursione nel fantastico in virtù de Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde e dunque è un  personaggio che non si trova assolutamente fuori posto su queste pagine.

La redazione del lavoro a lui dedicato è stata affidata a Paolo Gulisano, un autore familiare ai lettori di FantasyMagazine, in quanto esperto di letteratura fantastica;  tuttavia, forse non tutti sanno che egli è anche, più in generale, un esperto di letteratura e cultura britannica ed è dunque la figura perfetta per una trattazione su Stevenson.

Con mano salda, linguaggio levigato e padronanza della materia, Gulisano ci conduce dunque attraverso la vita e le Opere dello scrittore scozzese, non trascurando – come precipuo dovere della buona saggistica biografica – di contestualizzarle, inquadrandole nella loro epoca storica.

Talvolta, il saggista indugia in interessanti digressioni, sia con riguardo ai topos concettuali della Letteratura (come ad esempio il concetto di isola), sia con riguardo a comparazioni sulla produzione letteraria dei contemporanei, quali George MacDonald, James M. Barrie, Lewis Carroll, Jules Verne e Hans Christian Andersen. 

L'unica perplessità, che però riguarda il gusto soggettivo e quindi come tale va inquadrata, è sul frequente ricorso alla chiave di lettura religiosa. Una chiave che non può dirsi oggettivamente 'sbagliata', ma che forse risente troppo di quella cultura cattolica che Gulisano ha sempre fortemente rivendicato e che, a uno spirito più laico come è quello di chi sta recensendo, può apparire talvolta opinabile poiché, per risultare persuasivo, necessita la previa accettazione di alcuni dogmi. Certamente, nel contesto culturale in cui è cresciuto Stevenson, il fattore religioso (e segnatamente il conflitto fra cattolicesimo e calvinismo) è stato una parte inevitabile della formazione dello scrittore, ma l'interpretazione in questa chiave di certe tematiche appare, da un lato, un po' troppo abusata e, dall'altro, non sempre convincente. La sensibilità di ciascun lettore farà da arbitro per dirimere questo dubbio, il quale però nulla toglie alla validità generale del testo, che resta un 'bigino' introduttivo di ottima qualità al mondo di Stevenson, alla sua epoca e, soprattutto, alla sua immaginifica creatività.