Percy Jackson e gli Dei dell’Olimpo torna su Disney+ con una seconda stagione che si ispira al secondo romanzo di Rick Riordan, Il mare dei mostri, dove i protagonisti si avventureranno alla ricerca del mitico Vello d'oro.
La storia riprende un anno dopo la fine della precedente e scopriamo che insieme a Percy Jackson (Walker Scobell) e alla madre vive anche Tyson (Daniel Diemer), un ciclope che lei ha conosciuto in un'associazione di volontariato. Sia Percy che Annabeth (Leah Sava Jeffries) sono vittime di tremendi incubi che fanno presagire un imminente pericolo per il loro amico Grover (Aryan Simhadri) e per il Campo Mezzosangue, luogo protetto dove i giovani semidei possono addestrarsi e fare amicizia.
Annabeth e Percy, insieme a Tyson, si dirigono quindi al Campo, giusto in tempo per scoprire che le sue difese si sono indebolite a causa di un'azione scioccante di Luke (Charlie Bushnell) e rischiano così di lasciar passare ogni tipo di mostro che volesse attaccare il campo.
I ragazzi quindi si avventurano in una nuova impresa, tra alleati inaspettati, nuove amicizie e una profezia nefasta.
Se la prima stagione si concentrava sulla scoperta dei propri poteri e l'importanza della fiducia tra gli amici protagonisti, questa volta i personaggi sono molto più consapevoli delle proprie capacità e la storia si concentra sul viaggio e sulla missione di salvare Grover, che nel frattempo è diventato un cercatore di Pan, e recuperare il Vello d'oro dal Mare dei mostri per rafforzare le difese del Campo Mezzosangue.
La presenza di Tyson è senz'altro una piacevolissima aggiunta, perché con la sua umile competenza, la sua silenziosa presenza, talvolta anche comica, introduce anche il concetto di rispetto. Tyson è un ciclope e pertanto viene considerato un mostro nella comunità degli dei dell'Olimpo. Percy e Annabeth però lo accettano andando oltre le apparenze, ma questa sua condizione di emarginato potrebbe anche portarlo a essere attratto da amicizie non del tutto positive, che al suo occhio non sembravano nemmeno così tanto male.
Abbiamo avuto occasione di vedere fino al quarto episodio e proprio a questo punto, vero giro di boa per questa stagione, Percy sfrutta tutto il suo potenziale in un episodio intenso e ricco di azione, come d'altronde si è visto anche nei precedenti.
Non avevo mai letto i libri prima d'ora, ma per curiosità ho recuperato il primo dopo aver conosciuto l'autore a Lucca e aver parlato con un'amica appassionata della serie. Qualcosa di cui si sente la mancanza in questa serie è il pensiero diretto di Percy. Non che desideri il ritorno della voce interiore anche in uno show televisivo, ma avendola trovata così efficace nel romanzo per farci immedesimare realmente con lui, vedendo la serie sembra che manchi qualcosa, nonostante Percy esprima con gran chiarezza il proprio punto di vista attraverso i dialoghi. Semplicemente, sono più funzionali che emozionali. È un vero peccato, inoltre, che i titoli degli episodi non siano mostrati insieme alla sigla, perché spesso sono veramente spassosi e riescono a dare quel tono un po' imbranatello del protagonista che sta ancora cercando di farsi spazio in un mondo nascosto, magico e pericoloso, ma con una curiosità e un'autoironia che lo rendono un personaggio degno di essere conosciuto. È vero, i titoli sono riportati nell'elenco degli episodi, ma quando se ne guardano anche due o tre di seguito non verranno mai mostrati.
In ogni caso, la serie in generale e questi primi quattro episodi della seconda stagione mantengono uno standard piuttosto buono per questo genere di narrazioni fantasy. Il ritmo non cala, l'azione arriva nei momenti giusti e il personaggio di Annabeth si rivela sempre più tosto e stratificato, tra i più interessanti. L'impressione però è che sia tutto fin troppo giusto, che la storia prosegua seguendo un manuale. Cause e conseguenze seguono un filo logico, ma pare che si sia cercato di incastrare tutto in modo da dirigere le azioni proprio dove si vuole andare. Anche quando si incontra un imprevisto o un contrattempo c'è il minimo indispensabile di tensione e incertezza, quasi come se i ragazzi sapessero già cosa fare per salvarsi. Tranne nel quarto episodio. Proprio lì l'improvvisazione e l'intuito di Annabeth sono da applausi.
Resta comunque un prodotto di alto livello e godibile sia per i fan dei romanzi che per i nuovi spettatori e i titoli di coda sono tra i più belli che abbia visto ultimamente. Un applauso per la scelta dell'attore che interpreta Poseidone: chi può conoscere i mari meglio di Toby Stephens, l'attore che ha interpretato il capitano Flint in Black Sails, serie piratesca prequel de L'isola del tesoro?


















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