L'editore britannico di Harry Potter, Bloomsbury, ha registrato, grazie alle vendite estere del Principe Mezzo-Sangue, un incremento del 12,4% nei profitti del primo semestre di quest'anno.

Le aspettative per l'intero anno sono pari a non meno di venti milioni di sterline, introiti calcolati, chiaramente, non solo su Harry ma anche su altri titoli promettenti della scuderia, fra cui il fantasy Jonathan Strange & Mr. Norrell di Susanna Clarke.

Benchè il mercato librario sia stagnante da almeno cinque anni, Bloomsbury è convinta di superare i rivali nel corso del 2006, grazie anche a una politica editoriale che, preferibilmente, non cede i diritti di traduzione in Paesi come gli USA, dove non sussiste la barriera linguistica, o la Germania, più avvezza all'Inglese rispetto ad altri Stati europei. In questo modo Bloomsbury riesce a beneficiare di altri mercati che altrimenti le sarebebro preclusi.

Tuttavia, gli analisti di mercato sono piuttosto scettici dinanzi a queste rosee previsioni, perchè considerano determinante il fatto che il 2006, a differenza del 2005, sarà un anno senza Harry Potter.

Difficile non dare loro credito, se si pensa che nelle prime 24 ore sono stati venduti più di due milioni di copie del nuovo lavoro di J.K.Rowling. Senza contare che il sesto libro ha infiammato nuovamente gli animi, dando luogo a un effetto retroattivo che ha rimesso in corsa anche i cinque precedenti volumi.