Il primo episodio di Kings, prodotto dalla NBC e da CityTv ha debuttato il 15 marzo scorso negli Stati Uniti.

Si parla dal regno di Gilboa, ma assomiglia tanto a una nostra metropoli. E lo è. La prima impressione è si narri delle Cronache di una New York monarchica.

E' un mondo molto diverso come storia. Il Re Silas Benjamin, interpretato dal bravissimo Ian McShane (Deadwood), inaugura la nuova capitale del Regno, Shiloah, appena costruita sulle macerie di lunghe guerre di unificazione con altri regni, e in perenne stato di tensione con il limitrofo regno di Gath.

Un anno dopo infatti, è guerra aperta tra i due regni; una guerra che non ha nulla di diverso dalle nostre sporche guerre. E' un mondo fantasy in senso lato quello di Kings. Sicuramente può e deve essere visto come un universo alternativo. Una trasfigurazione in tempi moderni dei conflitti descritti dalla Bibbia nell'antico Israele.

Silas è il Re Saul, in una versione moderna, all'apparenza monarca assoluto, in realtà imprigionato nel suo ruolo dagli interessi economici di potenti lobbysti, che per vendere le loro armi non esitano a fomentare la guerra. 

Come nella Bibbia, e anche in tanto fantasy, c'è il presagio di grandezza per un predestinato, che nel telefilm ha il nome di David Sheperd. Giovane dotato di naturale carisma, avrà il suo momento di gloria mediatica quando, in una proditoria azione di recupero di alcuni soldati prigioneri del nemico, abbatte uno degli apparentemente invincibili carri armati del nemico, il Goliath, con una granata, versione moderna del sasso biblico che abbattè il gigante filisteo. Come nel mondo reale, anche questo universo ha bisogno di eroi per distrarre ed esaltare le masse. D'altra parte l'eco dell'impresa del giovane David è amplificato dalla gratitudine del Re. Durante l'azione infatti il giovane ha salvato proprio il figlio del Re Silas, l'erede al trono Jack Benjamin. Pertanto, per motivi di opportunità politica, il carismatico ragazzo di campagna si troverà a diventare portavoce ufficiale del Regno, e verrà introdotto a corte. La sua vita non sarà più la stessa e la sua figura diventerà il fulcro dei giochi di potere a corte, suscitando ammirazione ma anche invidie e rancori, tra i quali proprio quello di Jack, dissoluto e viziato principe ereditario (Il biblico Jonathan).

Non poteva mancare nel quadro la prospettiva di una storia d'amore, con la figlia del Re, la bella principessa Michelle (Michal nella Bibbia).

Oltre che raccontare la storia di Davide e Golia, questo primo episodio di

Il Re Silas all'opera
Il Re Silas all'opera
due ore, comincia a introdurre l'universo narrativo della serie. Come tutti i serial moderni, pur avendo in Silas e David i ruoli di riferimento, è ricco il parco di personaggi comprimari, a partire dalla Regina Rose, versione moderna di  Ahinoam, suo fratello William Cross, lobbista rappresentante degli industriali guerrafondai (che sembra ricalcato sulla figura di Donald Rumsfeld, il ministro della difesa di Bush), il reverendo Samuels (Il profeta Samuele), il ministro della guerra Linus Abner (stesso nome nella Bibbia) ed Helen, amante di Silas, e madre di un figlio illeggittimo.

Altro elemento fantastico di questo universo sembrano essere le farfalle, che sembrano apparire come presagio di grandezza prima a Silas e poi a David. Se ci sono elementi di natura magica non sono ancora esplicitati in questo primo episodio. Pur tuttavia gli elementi che possano appettire gli appassionati ci sono tutti. Si preannuncia un lungo viaggio ed epico viaggio per l'eroe David e per questo pantheon di personaggi, degno di una moderna mitologia.

Oltre ad avere una sontuosa messa in scena, frutto di un budget da grande network, la serie si avvale di un ottimo cast.

Su tutti spicca e non solo perché interpreta il personaggio principale, Ian McShane che è un Re Silas “larger than life”, carismatico e volitivo, ma anche credibilmente fragile. La grande capacità recitativa di McShane non potrà che esprimersi al meglio con un personaggio così ben strutturato.

L'attore britannico fa da guida a un gruppo di “giovani leoni” che è comunque assolutamente ben diretto,  Christopher Egan (Resident Evil Extinction), che è un convincente David, Sebastian Stan (Gossip Girl) nel non facile ruolo di Jack Benjamin, ed Allison Miller (Blood: The Last Vampire) nel ruolo di Michelle.

Caratteristi di lungo corso per gli altri ruoli, da Susanna Thompson (NCIS), che interpreta l'apparentemente svampita Regina Rose, a Eamonn Walker (ER) come reverendo Samuels e Dylan Baker (Spiderman 2 e 3) che è William Cross. Imponente come sempre Wes Studi (The Last of Mohicans) nel ruolo di Abner, anche se in questo primo episodio il suo personaggio è quasi sullo sfondo.

In un ruolo minore, l'esiliato nipote di Silas, Andrew, ritorna il bimbo che ha perso l'aereo Macaulay Culkin.

Ovviamente pensiamo che ci sarà spazio per tutti gli attori e per tutti i ruoli di essere sviluppati dal master della serie Micheal Green (Heroes, Everwood), che ha scritto l'episodio, diretto con professionalità da Francis Lawrence (I'am Legend).

Davide contro Golia nel terzo millennio
Davide contro Golia nel terzo millennio
La curiosità di vedere come si sviluppa questo universo è tanta. Il prodotto televisivo onesto e di buona qualità. Le potenzialità narrative sono parecchie. E' un mondo per esempio dove il creazionismo è decisamente messo in minoranza dall'evoluzionismo e le figure religiose, per quanto rispettate non sembrano essere idolatrate. Un mondo che è comunque parente del nostro: c'è internet, c'è la dottrina della guerra preventiva e i protagonisti ascoltano Franz Liszt.

Speriamo che le promesse vengano mantenute.