Il terzo film di Harry Potter, Il Prigioniero di Azkaban, continua a mietere giudizi positivi da parte della critica che, praticamente all'unanimità, lo considera il migliore dei tre.

Ecco cosa riportano alcuni tra i più autorevoli giornali e riviste d'oltreoceano:

The Dallas Morning News:

Il disarmante blend di freschezza e toni cupi soddisferà i fedelissimi di Potter e farà nuovi proseliti.

The Rolling Stone:

Non soltanto questo è finora il miglior film della serie, ma è eccellente di suo, gradevole anche per chi non abbia mai sentito nominare J.K. Rowling e il suo giovane mago.

The New York Times:

Questo episodio è il primo che somigli finalmente a un film e non a un saggio di recitazione con effetti speciali.

Hollywood Reporter:

Un adattamento più profondo, più scuro, visivamente scioccante, per adesso il più emozionante e adeguato della saga [...]

Times

I personaggi sono meglio tratteggiati; i dialoghi sono più sardonici; le rivalità più accese [...] La macchina da presa si muove sensuale. Cuaròn predilige il grandangolo e voi potreste passare un'intera settima su ogni singola inquadratura, calibrata fin nel minimo dettaglio. [...] Un finale alla Hitchcock [...]

The Hollywood Reporter:

Il Prigioniero di Azkaban è il più pregnante, il più cupo, il più geniale visivamente, l’adattamento più azzeccato allo spirito della serie creata da J. K. Rowling.

The New York Post:

Questo film è esattamente ciò di cui la serie aveva bisogno per crescere e rinnovarsi.

Alcune critiche sono ovviamente controverse.

Per L’autorevole Variety “Più che mostrare la crescita e la maturazione di un ragazzo, Il Prigioniero di Azkaban produce solo goffe rappresentazioni di panico adolescenziale”.

In ogni caso le recensioni negative vengono da chi, in generale, non sopporta per principio il fenomeno Harry Potter.

Per il New York Observer : “questo film è il più stupido, il più presuntuoso e il più confuso della serie”.

A titolo di cronaca, va notato che le critiche negative vengono da una pubblicazione specifica sul Cinema (Variety), e dal New York Observer il cui recensore, Alan Scheuer, direttore di TV Guide, è considerato il critico statunitense più autorevole e meno, se non addirittura per nulla, influenzabile (n.d.T).

Anche per quanto riguarda la stampa italiana, oltre alla nostra recensione, si trovano giudizi positivi.

Il giornale (Maurizio Cabona):

Si lascia vedere, sebbene le carte migliori della Rowling siano state giocate da Columbus. Cuaron può solo rimpiazzare il defunto, immenso Richard Harris con l'esiguo Michael Camion e immettere Emma Thompson come 'visiting professor' Sibilla Cooman al posto dell'ex marito Kenneth Branagh. E poi può conservare la squadra di bambini, ora ragazzini, e seguirli nello sviluppo: i figli degli anni Novanta del ventesimo secolo si sono identificati con loro e continueranno a farlo, assicurando un largo e tenace pubblico. Quello che è più scontato nel film è il viaggio indietro nel tempo per cambiare gli eventi sfavorevoli, che è qualcosa di visto e rivisto [...]

Il corriere della sera (Tullio Kezich):

Più che per le sue qualità di narratore a volte confuso, il regista brilla come creatore di atmosfere gotiche. Hogwarts e dintorni non sono certo il paese del sorriso: latitante appare il dono tipicamente inglese della Rowling, quell' umorismo che scorre sotto le sue pagine a riscatto di tante agghiaccianti fantasmagorie. [...]

La Repubblica (Roberto Nepoti):

I seguiti, al cinema, sono meno riusciti dei prototipi. Le eccezioni: Il signore degli anelli: il ritorno del re (ma quello è un unico film, diviso in episodi) e il terzo capitolo della saga tratta dai romanzi di J. K. Rowling, il migliore realizzato finora. [...] Solitamente, i blockbuster di due ore e mezzo stremano; se Harry Potter e il prigioniero di Azkaban tiene saldamente uncinata l'attenzione, il merito principale va al suo impianto narrativo, che si presta benissimo agli effetti cinematografici. [...]

Luca Liguori cinema.castlerock.it

E c’è da dire subito che questo interesse, almeno in parte, può dirsi ripagato, perché questo terzo episodio della saga non solo è senz’altro superiore sotto ogni punto di vista alle due pellicole precedenti, ma riesce finalmente ad elevarsi a prodotto artistico (di qualità non certo eccelsa, ma comunque di qualità), laddove i predecessori erano state semplici e lucrose operazioni di marketing.

http://cinema.castlerock.it/review.php/id=668

Lo spettacolo.it

Tuttavia, nonostante tecnicamente il lavoro del regista messicano sia pressoché impeccabile, la pellicola non riesce a competere con il fascino dell’opera letteraria da cui è tratta, della quale, a nostro parere, non riflette al meglio la magia, soprattutto nella parte finale.

http://cinema.lospettacolo.it/articolo.asp?comando=id&id=33475