Una produzione da ottanta milioni di dollari, capace di incassarne soltanto diciannove. Questo in sostanza è Timeline, il nuovo film di Richard Donner tratto dal bestsellers omonimo di Michael Crichton.

Le premesse tecniche per un gran film ci sarebbero tutte: la storia è dell'autore di romanzi del calibro di Jurassic Park, Sfera, Andromeda, Congo; la direzione è del regista di film quali Superman, I Goonies, Ladyhawk, Arma Letale; il protagonista è Paul Walker, che ha destato ottime impressioni in Fast and Furious. C'è da chiedersi cosa allora non abbia convinto il pubblico americano, cosa ci sia stato in Timeline di così sbagliato da tenere il pubblico lontano dalle sale. Di certo non l'ambientazione, il medioevo è capace di attrarre quanto e più di prima, soprattutto ora che il fantasy sta vivendo una nuova giovinezza grazie al grande successo della trilogia di Peter Jackson. Di certo non le premesse fantascientifiche: basti vedere che tra i primi dieci film che hanno incassato di più nella storia del cinema americano, ben otto vantano elementi fantastici. Probabilmente neppure la ormai abusatissima macchina del tempo, capace di regalarci grandi film come Ritorno al futuro o L'esercito delle dodici scimmie, tanto da essere stata utilizzata anche di recente nell'ottima serie TV Seven days.

Il problema, molto più semplicemente, è stato il target. A chi è rivolto un film come Timeline? Sono riusciti Crichton prima e Donner poi a mettere d'accordo fantasy e fantascienza in una perfetta amalgama, o invece in mano loro i due generi si sono respinti come due calamite avvicinate per gli stessi poli? Siamo curiosi di vedere la risposta del pubblico italiano, ma quello statunitense non ha avuto dubbi.

In effetti il romanzo, non certo tra i migliori dell'autore, aveva evidenziato un difetto piuttosto grossolano: la macchina del tempo era poco più di un pretesto per fare un romanzo del filone cappa e spada.

Una scena del film
Una scena del film
Ecco in breve la trama: un gruppo di studenti di archeologia, durante gli scavi di un antico castello in una zona della Francia famosa per un'epica battaglia medievale, rinvengono un messaggio di SOS del loro professore scomparso, datato 1357. Decidono quindi di seguirlo nel passato e si trovano coinvolti nella storia di cui stavano studiando solo le rovine.

La storia vera e propria si svolge tutta nel quattordicesimo secolo. Niente fantascienza, insomma, tanto più che i protagonisti sono esperti del mondo dove vengono catapultati. Ciò comporta, tra l'altro, un'occasione perduta, dal momento che l'autore si gioca pure l'intrigante possibilità di sviluppare a fondo il rapporto di diversità tra le due culture (fa sorridere il fatto che tale risultato sia stato raggiunto con minori sforzi dai produttori del reality show La fattoria, senza nemmeno bisogno di sofisticate macchine del tempo).

Un appassionato di fantascienza cosa può trovare in una storia come questa? Ben poco. Un appassionato di storia medioevale, invece? Una fastidiosa macchina del tempo che sciupa tutto. I due elementi fusi insieme, infine, fanno un fantasy? Ovvio che no.

Il romanzo di Crichton, per la verità, complice il talento dell'autore, è piacevole e si legge d'un fiato, pur non restandone particolarmente estasiati. Ma un film cosa può regalare? Con un budget di ottanta milioni di dollari effetti speciali di gran lunga inferiori a quelli a cui ormai siamo abituati; con il cast messo insieme per l'occasione la certezza di performance mai esaltanti. Un film insomma che non offre motivazioni convincenti per essere visto, anche se il flop è stato di tali dimensioni che anche il passaparola deve aver fatto la sua parte.

O magari il pubblico americano si è riscoperto improvvisamente troppo esigente e Timeline, in fondo, è un buon film. Non resta che il cinema per saperlo, e naturalmente la recensione di FantasyMagazine che arriverà on line con la consueta tempestività.