Occupy Wall Street è un movimento che lotta su tematiche fin troppo reali, eppure ha un legame molto particolare e caratteristico con il fantastico: la maschera che sta prendendo piede tra i contestatori. E’ caratterizzata da un colorito pallido e un sorriso beffardo, e l’hanno disegnata Alan Moore e David Lloyd (rispettivamente sceneggiatore e illustratore) per la serie di fumetti V per Vendetta, che è diventata anche film. La maschera è ormai un diffuso simbolo della protesta contro la tirannia, ed è amata trasversalmente da diversi movimenti politici.

“In effetti certe fantasticherie avevano fatto capolino mentre ci lavoravo” ha detto l’autore, un po’ meravigliato ma compiaciuto che un personaggio creato tanti anni fa sia uscito dalla narrazione per entrare nella realtà. “Non sarebbe bello se queste idee riuscissero veramente a lasciare il segno?”

Il volto di "V" è basato su Guy Fawkes, uno dei cospiratori cattolici che rimasero celebri per la “congiura delle polveri,” tentativo messo in atto nel 1605 per far saltare in aria la Camera dei Lord e re Giacomo I d’Inghilterra.

L’attentato era in reazione alle lunghe e sanguinose repressioni che i cattolici avevano subito, ingiustizie che se in parte possono essere giustificabili dallo stato di guerra esistente tra l'Inghilterra e le potenze fedeli al Papa (prima di tutte la Spagna) di fatto vennero portate avanti con il cinico intento di asservire la religione all’interesse della corona, indipendentemente dal fatto che una minaccia esistesse o meno. Per la cronaca, la congiura fallì e Guy Fawkes venne torturato e condannato a morte.

Il fumetto V per Vendetta (pubblicato tra il 1982 e il 1989) è invece ambientato in un mondo distopico, una Inghilterra totalitaria dove un uomo mascherato complotta contro il governo. La maschera divenne simbolo della storia e fu un popolare gadget uscito con il merchandising del film tratto dal fumetto nel 2006. Fu un discreto successo di pubblico (la pellicola era prodotta dai fratelli Wachowski, con protagonisti gli attori Hugo Weaving, Natalie Portman, Stephen Rea e John Hurt), un film che si è fatto ricordare. Le maschere, ironicamente, sono state indossate anche in occasione di proteste contro la Time Warner che le ha vendute, e che si è trovata in una situazione strana: fa profitto con un prodotto che viene usato nelle proteste contro lo stesso mondo aziendale cui appartiene. Alan Moore generalmente non apprezza molto le trasposizioni cinematografiche del suo lavoro e non ha fatto eccezione per questo film, ma la diffusione della maschera lo ha divertito e gli ha fatto piacere.

La maschera di "V" in effetti si adatta allo stile della contestazione dei nostri tempi mediatici. Così come il personaggio del fumetto insegnava alla sua allieva che si deve unire il melodramma all’azione, anche le proteste di oggi trovano spesso momenti di performance artistica e spettacolo, e ben vi si adatta il sorriso beffardo del volto di Guy Fawkes.

Questo volto caratteristico ma anonimo è un elemento della voce popolare, secondo Moore. Gli ricordano il titolo di un capitolo di V per Vendetta: Vox Populi. “Credo che se la maschera ha un significato nel contesto attuale sia questo: che rappresenta il popolo. Una entità misteriosa, che viene evocata così spesso.”

Frank Miller
Frank Miller
Mentre Alan Moore simpatizza per i dimostranti, pur non avendo intenzione di schierarsi con loro, un altro campione del fumetto statunitense vede le cose in modo assai diverso.

Frank Miller, che dopo l’11 settembre ha spostato i suoi accenti dal nichilismo alla lotta contro il terrorismo, fino a glorificarla anche coi suoi supereroi di carta, certamente non ama l’anarchia dei contestatori di Occupy Wall Street.

“Questo movimento non ha nulla a che vedere con la lotta per il nostro sacro Primo Emendamento. Sono solo una banda di teppisti, ladri, stupratori, una teppa che si richiama alla nostalgia dell’epoca di Woodstock e alla falsa superiorità morale che si agitava in quell’epoca. Questi buffoni possono fare solo danno all’America… il movimento non è che una squallida moda di ragazzini viziati dotati di iPhone e iPad: dovrebbero smettere di dar fastidio a quelli che lavorano, e andare invece a cercare un’occupazione per se stessi.”

Per Frank Miller gli USA sono in guerra contro un nemico spietato, l’islamismo e Al-Qaeda, mentre i contestatori vivono in un mondo ovattato e non conoscono le vere minacce. Minacce che l'autore combatte nel panorama immaginario della striscia disegnata. Forse avremo un fumetto di Batman che prende a ceffoni i giovinastri di Occupy Wall Street?

A parte questi campioni del fumetto, altri artisti si sono schierati. Una pagina web (OccupyWriters.com) elenca un gran numero di scrittori che dichiarano il proprio supporto per il movimento Occupy Wall Street. Noti e meno noti: ci sono tra gli altri Ursula LeGuin, Patrick Rothfuss, William Gibson, China Miéville, Samuel R. Delany,  Harlan Ellison e Jonathan Lethem, nomi che agli amanti del fantastico dovrebbero essere ben noti; non inerenti al fantastico ma probabilmente conosciuti da tutti i lettori italiani, abbiamo Roberto Saviano e Salman Rushdie. Alcuni autori hanno contribuito anche con dei testi: c'è il vostro scrittore preferito? Se volete controllare, il link è in fondo all'articolo. E nel caso in cui vogliate continuare a navigare verso le altre pagine associate, troverete anche registi e musicisti che hanno deciso di esprimere un appoggio al movimento che porta la maschera di "V."