Loro sono liberi.

Quelle parole mi erano corse nella mente solo poche settimane prima. Fuori contesto, la frase sembrerebbe incoraggiante.

La libertà è un bene, giusto?

A meno che non si parli di demoni.

La terra ne è piena. Sono chiamati Nephilim – la progenie degli angeli caduti, o Grigori, e delle figlie dell’uomo.

Sì, gli angeli sono davvero caduti. Di brutto. La loro storia è una perfetta dimostrazione del perché tutti dovrebbero restare in riga. Fai incazzare Dio e finisci nel Tartaro – un abisso fiammeggiante nel livello più profondo dell’inferno.

Si dice che Dio avesse mandato i Grigori a tenere d’occhio l’umanità. Alla fine, gli angeli erano quelli che andavano tenuti d’occhio.

Perciò Dio li bandì dalla terra – bam, e sei una leggenda – ma lasciò la loro progenie indietro per metterci alla prova. L’Eden era un ricordo. Avevamo dimostrato di non meritarlo. Ma non penso che ci meritassimo nemmeno i Nephilim.

Avanti veloce per un milione di millenni. Le profezie della Rivelazione stanno per travolgerci come cavalli imbizzarriti. Magari quattro? Non importa cosa facciano le forze del bene per impedire la fine del mondo, non c’è niente che funzioni.

E qui entro in scena io.

Elizabeth Phoenix, Liz per gli amici. Mi chiamano “comandante della luce”. Mi hanno paracadutata in mezzo a tutta questa confusione dell’Apocalisse, e mi sto divertendo a uscirne.

Per ragioni al di là della comprensione mia o di chiunque altro, il Tartaro si è aperto; i Grigori sono svolazzati via; e ora si sta scatenando l’inferno.

– Dannazione, Lizzy! Giù!

Mi abbassai. Rasoi affilati come lame sibilarono attraverso l’aria dove un attimo prima c’era la mia testa. Non solo mi abbassai, ma rotolai anche. Fu un bene, visto che qualche secondo dopo qualcosa affettò il terreno proprio dov’ero.

Ero andata a Los Angeles con Jimmy Sanducci, capo ammazza demoni e mio vicecomandante, per sgominare un nido di varcolac. Demoni dell’Eclisse. Piuttosto rari, se si considera che vengono dalla Romania, ma avevo visto cose più strane.

Certo, si poteva incolpare lo smog di L.A. per le macchie scure che continuavano a comparire sulla luna e sul sole, e questo era quello che credevano tutti quanti nella zona.

Ma io sapevo che non era così.

Il varcolac tirò il proprio braccio, tentando di liberare dalla polvere del deserto le appendici simili ad aghi che usava come dita.

In parte umani, in parte draghi, si dice che i varcolac mangino il sole e la luna, causando perciò le suddette eclissi. E se mai dovessero riuscire a mangiare quei corpi celesti, la fine del mondo sarebbe vicina. Dal momento che stavo cercando di impedirla, Jimmy e io eravamo andati a L.A. e avevamo dato inizio alla caccia.

Prima che il varcolac riuscisse a usare l’altro braccio per uccidermi, Sanducci gli tagliò la testa. Quando si ha a che fare con i Nephilim, di solito la decapitazione funziona. Come minimo, essere senza testa rallentava anche i demoni più decisi.

Lo sguardo scuro di Jimmy incrociò il mio. – Alzati – ordinò, prima di voltarsi per far fuori altri cattivoni.

Tentai di non lasciarmi influenzare dal gelo nei suoi occhi. Sanducci non avrebbe mai permesso a qualcosa di farmi del male; un tempo mi aveva amata. In questo momento, però, l’amore non c’era più, e di questo potevo incolpare solo me stessa.

Balzai in piedi da sdraiata, con un movimento veloce – una medaglia di campionessa nazionale di ginnastica artistica mi era tornata utile molte volte, di recente – poi recuperai la mia spada e tornai a tagliare.

Una volta arrivati a L.A. non c’era voluto molto a Jimmy e me per trovare i varcolac nel deserto. La maggior parte dei giorni sembravano umani. Vivevano le loro vite, si mischiavano agli altri, diventando draghi solo sotto un’eclisse.

Chi è venuto prima, l’uovo o la gallina? Il drago che mangia la luna, o la luna che si oscura e tira fuori il drago? Difficile a dirsi.

Quel che sapevo era che appena i Grigori erano fuggiti dalla prigione, tutti i Nephilim avevano smesso di nascondersi. Il loro momento era arrivato. E le cose, per me e per quelli come me, erano diventate difficili.

Prima, ogni ammazza demoni aveva operato con un veggente – qualcuno che possedeva un dono sensitivo che gli permetteva di vedere oltre la maschera umana dei Nephilim, di individuare il demone che si celava all’interno.

Un tempo ero stata una veggente anch’io, ma le cose erano cambiate.

Oh, ero ancora sensitiva – lo ero sempre stata. Da quando avevo imparato a parlare, potevo toccare oggetti animati e inanimati e sapere cose – quel che la gente aveva fatto, dov’era andata, quel che pensava.

Ma più tardi, quando ero diventata comandante della luce, avevo ereditato l’abilità della donna che mi aveva allevata. Quando Ruthie Kane era morta tra le mie braccia, tutti i suoi poteri si erano trasferiti a me. Avevo finito per essere non solo psicometrica ma, improvvisamente, potevo anche canalizzare. Ruthie poteva anche essere morta, ma questo non significava che non potessi sentirla, parlarle, a volte anche vederla. Divenne la mia fonte d’informazioni. Quando c’era un Nephilim nelle vicinanze, lo sentivo sussurrato da Ruthie nel vento e, quando stavano combinando qualcosa di grosso – cioè praticamente di continuo – ricevevo una visione che me ne parlava. Almeno fino a qualche tempo addietro.

– Troppi – mormorò Jimmy.

Eravamo coperti di sangue di varcolac. Ne avevamo fatti a fette una dozzina, ma ne era comparsa un’altra dozzina. Ci serviva aiuto, ma in giro non ce n’era.

La federazione – il gruppo di ammazza demoni, o AD, e veggenti con l’incarico di combattere questa guerra soprannaturale – era stata seriamente indebolita dopo la morte di Ruthie, e non potevamo semplicemente prendere qualche nuovo membro al supermercato degli ammazza demoni. Dovevano essere addestrati. Bisognava scoprire nuovi veggenti. Io non avevo avuto tempo di reclutare, anche prima dell’incidente del Tartaro che si era aperto lasciando scappare i Grigori. E ora…

Ora non avrei avuto molto tempo per fare altro che prendere il treno rapido per l’Armageddon.

Fondamentalmente, eravamo fottuti. Ma questo non significava che ci saremmo arresi. Inoltre, avevo un’arma segreta. Mi piaceva chiamarla vampiro in scatola.

Sollevai il braccio al collare da cani magico e ingioiellato che mi circondava il collo. Finché lo portavo, ero me stessa. Ma se me lo fossi tolto…

– No, Lizzy.

Guardai Jimmy. Mi aveva vista toccare il collare. Anche se non mi avesse conosciuta meglio di chiunque altro, non ci sarebbe voluto un genio per immaginare quel che stavo meditando.

Uno dei varcolac caricò, sbattendo le ali da drago, ad artigli sfoderati. Jimmy gli tagliò la testa lanciando solo un’occhiata rapida nella mia direzione. Era bravo. Io invece dovevo metterci ancora un po’ più d’impegno nell’uccidere le cose.

Lasciai andare il collare, affrontai il varcolac seguente tenendo la spada con entrambe le mani e feci quel che andava fatto. Per un po’ persi traccia di Jimmy. I dannati demoni sembravano moltiplicarsi. Per ognuno che uccidevamo, ne spuntavano due dalle tenebre. Le loro ali fluttuavano contro la luce argentea della luna gibbosa, ricordandomi la notte in cui i Grigori si erano liberati e i loro spiriti avevano oscurato quella che allora era stata una sfera perfettamente rotonda.

Jimmy urlò, e il suono mi fece balzare il cuore e girare la testa.

Uno dei varcolac gli aveva infilzato una spalla con un artiglio, alzandolo dal suolo. Il sangue gocciolava sulla sabbia, tingendo i granelli, resi pallidi per la luna, di nero. La spada di Jimmy era a terra.

Sembrava che dietro di loro ci fosse un esercito di uomini drago. Le loro ali scagliose battevano a ritmo, riempiendo il cielo di un morboso tic-toc. Teste e braccia di drago, gambe e tronchi umani da cui spuntavano ali di drago.

– Arrenditi, veggente. – Il varcolac sputava fuoco dal naso. Jimmy sibilò quando le fiamme incendiarono i suoi pantaloni.

– No. – Mozzai la testa del varcolac più vicino, che colpì il suolo con un suono sordo, rotolò per qualche decina di centimetri e si disintegrò in cenere insieme al corpo ancora in piedi. Se si uccideva un Nephilim nel modo giusto, ripulire non era un problema.

– Non puoi vincere – disse. – Noi siamo una legione.

Probabilmente era proprio così, ma arrendersi…

Non era nel mio stile.

Titolo originale: Apocalypse Happens

Traduzione di Luca Volpino

Prima edizione: marzo 2012

© 2009 by Lori Handeland 

© 2012 by Delos Books