At the Mountains of Madness (Le montagne della follia), Guillermo del Toro non ha ancora rinunciato a realizzare il film, ma non è certo facile trasportare sul grande schermo il possente immaginario horror cosmico di Howard Phillips Lovecraft, che pur essendo autore di culto con una nicchia adamantina di estimatori, negli anni ha conosciuto ben poche (e povere) prove di adattamento cinematografico.

In questi anni di cinematografia hollywoodiana, poi, ostaggio di produttori che pretendono trame semplici semplici, con storie di Ammore ed happy ending per finanziare progetti - per forza di cose - costosi, un regista di stimabile fedeltà allo spirito allucinato del Solitario di Providence si trova innanzi una strada assai ardua. Per chi conosce il romanzo Le montagne della follia, infatti, è arduo immaginare un qualsiasi lieto fine della storia e qualsiasi flirt si possano inventare sarebbe quantomeno fuori luogo.

Gli esiti più probabili per un'operazione simile, insomma, sono o un tradimento fondamentale del libro (un po' come accadde con Io sono leggenda, versione rincitrullita dello splendido romanzo di Richard Matheson), oppure non farne nulla; cosa che spiega tanta tribolazione per vedere ultimato questo progetto.

L'impresa più ardua, invece, è calcare lo stretto sentiero fra questi due estremi e, stando all'intervista rilasciata al Comi-Con dall'eroico del Toro, pare che ad arrendersi proprio non ci pensi.

Qui di seguito vi proponiamo una nostra traduzione di quanto affermato dal regista.

Per me, lo stop alla lavorazione di At The Mountains Of Madness è stata un'esperienza demoralizzante, è stato molto difficile accettare che quel film non sia stato completato: abbiamo progettato le creature, i set, stavamo cercando le location in cui girare, e il tutto aveva ricevuto diverse revisioni. Stavamo procedendo bene e poi c'è stato il crollo; un duro colpo: è stato un momento davvero debilitante.

Ma credo che possiamo ancora farcela. Quando sarò abbastanza coraggioso da andare a vedere Prometheus, lo saprò. Ma per ora, no. Non siamo altro che esseri umani: vado al cinema, compro il mio biglietto per Prometheus e vado a vedere qualcosa di diverso, perché ho paura. Io non sono un'entità mentale, sono anche emotivo, perché da quel che ho sentito le idee sono simili, ma lo vedrò la prossima settimana, lo prometto!