Veder arrivare ora in libreria un ciclo completo di opere di Jack Vance può far pensare alla voglia un po’ cinica di un editore di sfruttare l’ultimo momento di grande notorietà per lo scrittore. Non è questo il caso, Fanucci aveva già annunciato da mesi di voler proporre ai lettori più giovani romanzi che hanno fatto la storia di ben due generi ma che per troppo tempo sono stati introvabili. Due generi perché davvero non è facile classificare l’opera di uno scrittore il cui solo interesse era quello di narrare delle belle storie infischiandosene di ogni catalogazione. Quello di La Terra Morente è, almeno in teoria, un universo fantascientifico ambientato in un futuro lontanissimo, su un mondo il cui sole si sta inesorabilmente spegnendo. Le avventure che vivono i suoi personaggi però hanno spesso un sapore picaresco, e la magia – o una tecnologia talmente evoluta da essere indistinguibile dalla magia, come avrebbe detto Arthur C. Clarke – ha un ruolo importante in numerose trame. Quello che domina tutto però è il senso del meraviglioso, la varietà infinita delle situazioni che Vance era capace di creare, pur nella solidità di un mondo inventato e tutto da scoprire.

Alcuni anni fa George R.R. Martin e Gardner R. Dozois hanno curato un’antologia di racconti dedicata proprio al ciclo della Terra Morente, Songs of the Dying Earth. Nell’introduzione Dean Koontz ha elogiato “la sua scoppiettante capacità di creare mondi: pianeti lontani e terre del lontano futuro sono descritti così bene che, nella mente del lettore, si allargano come panorami reali e coloratissimi” sottolineando come le immagini di Jack Vance possiedano “una profondità e una complessità tali che suscitano nel lettore una situazione lirica”. Questo senza trascurare gli stati d’animo dei personaggi, tratteggiati con maestria e dotati di una notevole profondità di carattere.

Vance ha scritto le prime storie della Terra Morente nel periodo in cui lavorava sulle navi cargo che attraversavano l’Oceano Pacifico durante la Seconda guerra mondiale. Pubblicati su rivista alla fine degli anni ’40, nel 1950 i sei racconti sono stati riuniti nel volume The Dying Earth. Le sei storie successive, incentrate su un personaggio venale e privo di scrupoli noto come Cugel l’Astuto, sono state riunite nel 1966 nel volume The Eyes of the Overworld. Un secondo volume dedicato a Cugel, Cugel’s Saga, è arrivato solo nel 1983 e l’anno successivo Rhialto the Marvellous ha segnato l’addio di Vance al suo mondo.

Un addio per lo scrittore che lo ha creato, non per i lettori che lo hanno amato o per i numerosissimi autori che ne sono stati influenzati. Basta leggere i commenti posti in coda ai loro racconti nell’antologia Songs of the Dying Earth, pubblicata in Italia da Urania in tre parti intitolate Storie dal crepuscolo di un mondo volumi 1 e 2 e La Terra al tramonto per rendersi conto della portata di quest’influenza. Robert Silverberg, Mike Resnick, Jeff VanderMeer, Kage Baker, Elizabeth Moon, Lucius Shepard, Tad Williams, Glen Cook, Tantih Lee, Dan Simmons, George R.R. Martin, Neil Gaiman e molti altri hanno espresso la loro enorme ammirazione per questo mondo e per colui che lo ha creato.

La terra morente è stato portato per la prima volta in Italia da Ponzoni editore nel 1963 con il titolo Il crepuscolo della Terra. Negli anni si sono susseguite diverse edizioni, ma erano ormai molti anni che le storie di Jack Vance erano diventate introvabili. Fanucci, come annunciato da qualche tempo, è arrivato a coprire questo “buco” editoriale per consentire a chi ancora non lo aveva fatto di recarsi su un pianeta il cui sole potrebbe spegnarsi da un momento all’altro.

Jack Vance, La terra morente
Jack Vance, La terra morente
La terra morente, traduzione di Maria Teresa Aquilano e Roberta Rambelli, Fanucci, pag. 176, € 9.90

La quarta di copertina

Il primo capitolo del ciclo La Terra morente è ambientato in un futuro remoto in cui il crepuscolo della Terra ormai giunta alla sua fine pervade ogni cosa, anche la mente degli uomini, condizionandone emozioni e sentimenti. In una realtà cupa e corrosa dal tempo, la popolazione umana si riduce ogni giorno sempre di più, sopravvivendo in strutture un tempo lussuose e ora decadenti. Strane figure ormai indistinguibili si muovono come zombie: avventurieri e stregoni, esseri umani e non umani, mostri grotteschi terreni e soprannaturali. La scienza è stata sostituita da un miscuglio di magia e tecnologia, con regole, formule e leggi tutte nuove. Il passato è un ricordo tenebroso che pochi cercano di riscoprire, occupati a vivere un tempo che scorre lento ma inesorabile.

Jack Vance, Le avventure di Cugel l'Astuto
Jack Vance, Le avventure di Cugel l'Astuto
Le avventure di Cugel l'Astuto, traduzione di Maria Teresa Aquilano e Roberta Rambelli, Fanucci, pag. 224, € 9.90

La quarta di copertina

La fine della Terra è vicina e gli abitanti ne sono perfettamente consapevoli: alcuni sono ormai rassegnati, altri, come Cugel

l’Astuto, cercano un riscatto, intraprendendo avventure pericolose spinti dal desiderio sfrenato di tentare il tutto per tutto per sfidare il tempo e la realtà, in vista di una fine imminente. Costretto dal Mago Beffardo Iucounu ad affrontare l’audace missione di appropriarsi di una lente magica che permette di vedere il Sopramondo, Cugel parte per il primo di una lunga serie di viaggi lontano da casa, durante il quale sfiderà il Mago Beffardo e gli strani e squallidi abitanti di un villaggio in cui ogni cosa sembra irreale... ma il ritorno alla Terra appare quasi impossibile e il tempo che resta è ormai agli sgoccioli.

Jack Vance, La saga di Cugel
Jack Vance, La saga di Cugel
La saga di Cugel, traduzione di Maria Agnese Grimaldi, Fanucci, pag. 352, € 9.90

La quarta di copertina

Cugel l’Astuto, personaggio ambiguo e nello stesso tempo attraente, siede sconsolato su una spiaggia lontanissima da casa, dall’altra parte del pianeta sulla costa di Shanglestone. Il suo unico obiettivo, anche questa volta, è tornare e vendicarsi del Mago Beffardo, unico responsabile del suo secondo esilio. Per farlo, però, sarà costretto ad affrontare ostacoli d’ogni genere e una serie straordinaria di avventure a bordo di una nave mercantile, come responsabile della manutenzione dei vermi marini giganti. Solo il ritorno nella terra di Almery potrà permettere a Cugel di mettere in atto la sua vendetta, ma la strada è lunga e la vita sulla nave riserva difficoltà e innumerevoli pericoli.

Jack Vance, Rhialto il meraviglioso
Jack Vance, Rhialto il meraviglioso
Rhialto il meraviglioso, traduzione di Gianluigi Zuddas, Fanucci, pag. 256, € 9.90

La quarta di copertina

Il gruppo di maghi di cui fa parte Rhialto vive nel Ventunesimo Eone, nella Terra del lontanissimo futuro, quando il Sole è ormai alla fine del suo ciclo vitale. Dotati di enormi poteri, i maghi hanno fondato un’associazione per proteggere i loro interessi dagli attacchi esterni, in una realtà sempre più precaria e decadente. Il vanitoso e altezzoso Rhialto è vittima delle macchinazioni del collega Hache-Moncour, e deve darsi da fare per salvaguardare i rapporti con gli altri maghi ed evitare di perdere per sempre le pietre magiche fonti di molti dei suoi poteri. Per far ciò, intraprenderà un viaggio a ritroso nel tempo alla ricerca dei Principi originari che in passato hanno fondato il codice di condotta dei maghi, in una dimensione al limite tra sogno e incubo.

L’autore

Jack Vance nasce in California nel 1916. Dopo aver svolto i lavori più disparati, si iscrive all’università di Berkeley, ma non termina gli studi. Si arruola nella marina mercantile all’inizio della Seconda guerra mondiale e in questo periodo inizia a scrivere i primi racconti che hanno poi composto il ciclo La Terra morente. Ha vinto numerosi premi, tra i quali: il Premio Hugo, per tre volte, il World Fantasy Award, per due volte, e il Premio Nebula. Muore il 26 maggio 2013.

Bonus track