Forse non è stato nemmeno compreso tutto il valore della sua carriera così lunga e produttiva. Per gli appassionati del fantasy più giovani il suo nome potrebbe significare poco o niente. Eppure è stato fra i più grandi, con il ciclo dedicato alla Terra Morente, per i suoi personaggi pervasi di sottile umorismo e imprevedibile verve, per la trilogia di Lyonesse, il suo ultimo contributo in grande stile alla storia del fantasy.

Il viaggio di Jack Vance (1916-2013) è iniziato in California, dove in gioventù svolse una gran varietà di mestieri riuscendo nel frattempo a studiare sia pure con difficoltà. Lavorò anche come marinaio e mantenne sempre la passione per la navigazione e per il mare. Amico di scrittori di fantascienza come Frank Herbert e Poul Anderson, riuscì a pubblicare con la fine della Seconda Guerra Mondiale, lavorò anche come sceneggiatore televisivo e, nonostante fantascienza e fantasy siano stati i suoi principali interessi, pubblicò perfino dei gialli sotto lo pseudonimo di Ellery Queen.

Per quanto riguarda la fantascienza il ciclo dei Principi Demoni, il ciclo di Tschai e le Cronache di Cadwal possono considerarsi le sue opere principali anche se è difficile la scelta tra una produzione così ampia.

Per quanto riguarda il fantasy, è stato fra i suoi primi amori con i racconti ambientati nella Terra Morente. Sebbene le creature e gli incantesimi che vi compaiono possano essere interpretati come elementi di fantascienza situati in un lontanissimo futuro, il sapore di queste avventure permeate di magia e misteriosi personaggi appartiene solidamente al fantasy. Un mondo che ha dimenticato la propria storia, un sole che potrebbe spegnersi da un momento all'altro (questo non è molto scientifico, possiamo dire adesso), una galleria di pittoreschi personaggi talvolta bizzarri e comici, talvolta crudeli, talvolta simpatici. Tra di essi spiccano un certo numero di maghi e soprattutto Cugel l'Astuto, a cui Vance ha dedicato un romanzo breve. E' un personaggio che, sebbene non sia votato al male, si comporta da opportunista e sa essere privo di scrupoli quando gli occorre: insomma una specie di simpatica canaglia.

Molto successivo è il ciclo di Lyonesse, una trilogia che si situa in un territorio immaginario, una specie di Atlantide posta al largo della Francia e della Gran Bretagna.

In questo territorio destinato a scomparire, combattuto tra una predicazione cristiana che avanza e un paganesimo che s'intestardisce a resistere, Vance colloca una società medievale cavalleresca e una storia di rivalità fra regni per cui i destini e gli amori di diversi personaggi fanno le spese. Anche qui potenti maghi influenzeranno le mosse di cavalieri e re, in una lotta dove spesso il malvagio prevale mentre il giusto lotta per la pura e semplice sopravvivenza.

Entrambi questi lavori sono contributi di prim'ordine al genere fantasy e, insiema alla rimanente produzione di Vance, ci danno la misura di un contributo immenso per cui dobbiamo ringraziare lo scomparso autore californiano. Negli ultimi anni è stata curata un'opera omnia di Jack Vance mentre lo scrittore, pur essendo ormai cieco, scriveva Lurulu, il suo ultimo romanzo, e una autobiografia. In Italia la serie Urania ha pubblicato le Storie dal Crepuscolo di un Mondo, antologia in tre volumi di racconti ambientati nella Terra Morente e scritti da vari autori in omaggio al grande maestro.

Riproponiamo un articolo pubblicato nell'autunno 2011 sulla nostra rivista Effemme.