In poche ore la notizia ha fatto il giro del mondo, e per buone ragioni: Hayao Miyazaki, co-fondatore dello Studio Ghibli e regista di capolavori dell'animazione come Princess Mononoke, Il mio amico Totoro, Il Castello nel Cielo e Nausicaa della valle nel vento, ha annunciato il proprio ritiro alla 70ma Mostra del Cinema di Venezia tramite una dichiarazione del presidente dello Studio Ghibli, Koju Hoshino. 

Agli appassionati di animazione la notizia suonerà familiare, visto che non è la prima volta che Miyazaki annuncia l'abbandono delle scene. Era successo per la prima volta all'epoca di Mononoke, poi in seguito all'Oscar per La Città Incantata, e da allora il regista giapponese ci ha regalato, tra gli altri, Il Castello Errante di Howl e Ponyo sulla Scogliera

Che sia la volta buona o no, a giudicare dalle prime recensioni e commenti sembra che il lungometraggio presentato a Venezia sembra un degno canto del cigno. Kaze Tachinu, Si Alza il Vento, è la biografia romanzata di Jiro Horikoshi, l'ingegnere che disegnò il Mitsubishi A6M Reisen (battezzato "Rei-sen", ossia "caccia zero" in riferimento all'anno in cui fu creato, il 2600 del calendario giapponese) e più noto al mondo come lo Zero, un aereo da combattimento passato alla storia per essere stato impiegato nell'attacco di Pearl Harbour e per la sua straordinaria manovrabilità, tra il meglio che la tecnologia aeronautica dell'epoca potesse offrire. 

Il film, ambientato tra gli anni '20 e '30, racconta la lotta di Horikoshi per realizzare la sua creatura in un Giappone tradizionalista, militarmente e tecnologicamente arretrato, e i cambiamenti che anticipano l'imminente conflitto. E' una storia intima e personale, legata alla vita e agli affetti del protagonista, ma che offre una prospettiva sui cambiamenti di una società in bilico tra passato e futuro e ignara degli stravolgimenti che l'attendono. E' anche una storia che sicuramente tocca corde personali per Miyazaki, classe 1941, da sempre nostalgico di un equilibrio tra uomo e natura che torna come tema fondante di molti dei suoi lavori migliori. 

I produttori americani Kathleen Kennedy e Frank Marshall, amici del regista giapponese, hanno dichiarato all'anteprima americana del film che la storia era nei sogni di Miyazaki ormai da anni e che a un certo punto il regista aveva anche anche accarezzato l'idea di farne non un lungometraggio animato ma live. Nelle parole di Marshall: "Ha lasciato il meglio per ultimo".