Dopo la beffa dello sconto del 19% dell’Irpef per l’acquisto di libri per un valore fino a 2.000 euro, ventilato prima di Natale e diventato, nel momento della sua conversione in legge, in uno sconto ai librai, una nuova tegola si sta per abbattere sui lettori. Il Governo infatti ha appena approvato una nuova norma che prevede l’innalzamento dell’Iva sui libri dall’attuale 4% al 22% a partire dal prossimo mese di giugno.

L’Iva al 22% c’è già sugli ebook, considerati prodotto multimediale, ma al momento nei libri cartacei era sempre stato ritenuto prevalente l’aspetto culturale che aveva fatto mantenere la tassazione a livello molto basso. Ora però quella che prevale è un’altra considerazione, quella che “non è possibile definire prodotto culturale cose come la biografia di un personaggio appartenente al mondo dello sport e dello spettacolo”, senza dimenticare che “se è possibile chiedere agli appassionati dell’opera di Giuseppe Verdi il sacrificio di pagare il 22% di Iva non si vede perché chi vuole acquistare la Divina Commedia di Dante debba avere un trattamento privilegiato”.

Il Governo comunque tiene a precisare che “questa non è una tassa sulla cultura ma un semplice adeguamento della tassa sul possesso. Chi vuole leggere libri senza spendere nulla potrà continuare a farlo servendosi delle biblioteche comunali”. Da questo adeguamento sono esclusi i libri scolastici, gli unici a quanto pare ritenuti "realmente indispensabili alla formazione di adulti liberi e consapevoli".

Tante parole che, come spesso accade, girano intorno al nocciolo del problema: il prezzo dei libri è destinato ad aumentare, e a farne le spese saranno i lettori.