Com'è nata La Stagione della Falce?

Da una riflessione come tante altre. Un paio di anni fa lavoravo in un'agenzia letteraria a Londra, dove vivo. È una città magnifica per ricavarne un universo fantastico o ucronico, si presta benissimo… Comunque: ricordo che stavo camminando per strada durante la pausa pranzo e mi sono ritrovata a pensare a come sarebbe stata la vita di una ragazza come me ma chiaroveggente, in una società simile alla nostra. Questo è stato sufficiente a far partire altre riflessioni, perché una società con una parte della popolazione dotata di poteri di questo tipo inevitabilmente dovrebbe cambiare rispetto alla nostra. La gente di solito ha paura di chi è diverso. Come reagirebbe la politica? Quali libertà personali sarebbero riconosciute a queste persone? Da lì ho cominciato a costruire.

In effetti l'impressione che ho avuto leggendo è che il libro racconti una storia più grande di quella della protagonista Paige. Sbaglio? Si ha l'impressione che molto del background di Scion non arrivi sulla pagina, che ci sia di più.

Grazie. E sì, è così. C'è molto che non ho ancora scritto e che potrebbe non trovare spazio neppure in sette libri. Magari potrei fare un ottavo libro enciclopedico alla fine della serie, vedremo. Quanto alla storia, raccontare di Paige è un modo per guardare a una società in cambiamento. In realtà questo è uno dei motivi per cui i libri saranno sette e non una trilogia o due: ho l'impressione che avrò bisogno di spazio per raccontare come si deve una cosa del genere perché da quel che vedo attorno a me, in televisione o nei giornali, questi cambiamenti non sono mai ordinati e risolti velocemente come la gente vorrebbe. Ci sono strascichi, errori, conseguenze non previste.

Sette libri previsti, uno pubblicato: in concreto a che punto sei arrivata a scrivere? Puoi anticiparci qualcosa?

Niente spoiler! (ride, n.d.r.) Posso dirti che ho appena finito il secondo libro. O meglio, era finito da un po', ma l'ho rivisto in maniera sostanziale perché il finale è cambiato radicalmente; quello originale probabilmente diventerà il finale di uno degli ultimi libri della serie.

C'è qualche libro, racconto, storia in un media qualsiasi, dal cinema all'editoria, che ti ha ispirato?

… Non esattamente, no. Nulla di diretto per The Bone Season, ma è vero che amo leggere. E scrivere. Questo è il primo libro che riesco a pubblicare ma sicuramente non il primo che scrivo.  

C'è qualcosa in particolare che vorresti restasse ai tuoi lettori una volta chiuso il libro?

Non scrivo pensando di poter insegnare qualcosa, non me lo sogno neppure, sono l'ultima arrivata. Recentemente ho avuto l'occasioe di conoscere Neil Gaiman a un evento di cui eravamo entrambi ospiti e sono stata una terribile fangirl. No, spero solo che il mondo di cui scrivo sia credibile, qualcosa con cui il lettore possa relazionarsi nonostante i poteri speciali e le creature fantastiche. 

Lavori ancora da quell'agente letterario?

No, era solo un lavoro temporaneo. Adesso però mi rappresenta. Lavora lui per me.