Quando abbiamo iniziato a girare continuava a ripetere di essere solo un vecchio pensionato. Ma poi ho visto riaccendersi la scintilla in lui.

Kaku Arakawa

Il nome di Hayao Miyazaki evoca animali fantastici, creature meravigliose, protagonisti sognatori e la natura come spirito prorompente. Amare il suo lavoro viene naturale per il suo stile unico, inconfondibile ed espressivo, che in molti hanno provato a imitare.

Ma chi è davvero l'uomo dietro a tanto successo? Il documentario Never Ending Man – Hayao Miyazaki di Kaku Arakawa risponde, almeno in parte, a questa domanda.

Tutto inizia con l’annuncio del ritiro del Maestro nel 2013: l'artista non dirigerà più film per lo Studio Ghibli. Miyazaki spiega che la decisione è dettata dall'età, dalla stanchezza, non certo dalla mancanza di idee. 

Siamo di fronte a un artista che ama il proprio lavoro e che a esso ha dedicato la propria vita. Per questo, pur credendo con difficoltà a una presa di posizione definitiva, si ha la sensazione che la Casa di produzione nipponica più conosciuta al mondo sia destinata a perdere la metà della propria forza trainante. L’altra, ovviamente, è rappresentata da Isao Takahata, in un certo l’alter ego di Miyazaki.

Ma è così che Arakawa ce lo introduce: un anziano Miyazaki, con i capelli bianchi, gli occhiali grandi e spessi. Tuttavia, con un sorriso che trasforma tutto il suo viso.

Un uomo come inseguito dalla morte, perseguitato dal peso dell'età e dallo scopo di una vita che tenta di abbandonare per andare in pensione. 

Non è possibile però evitare che le idee continuino a presentarsi nella sua mente, facendolo sentire ancora pieno di energie: Arakawa ci fa capire, dunque, che Miyazaki nonostante questi non sia pronto a lasciare: pur sentendo il peso dell'età e della stanchezza, prevale il senso di responsabilità verso il lavoro, la voglia di creare.

Continua a ripetere di non avere rimpianti, ma allo stesso tempo afferma di aver lavorato con giovani illustratori che avrebbero dovuto portare avanti la sua eredità e il suo lavoro allo Studio Ghibli ma che in realtà ha fagocitato, traendo da loro energia senza mai lasciargli davvero lo spazio per assumere ruoli di maggiore responsabilità. 

Come nascono i suoi lavori?

Da una visione. Inizia così: un personaggio che nasce nella sua mente e si trasforma in realtà attraverso la sua mano. Impossibile fermarsi, una scena segue l'altra e la storia si sviluppa senza che lui stesso se ne accorga, fino alla realizzazione completa, sul grande schermo, dove il pubblico ammira quella idea, che dopo tanto lavoro e fatica è diventata reale.

È bastata una riunione per riportare quella curiosità nella sua vita.

La possibilità di lavorare con giovani pieni di energia, trasformare Boro the Caterpillar in realtà. Inizialmente nato come cortometraggio e ben presto trasformato in lungometraggio (atteso per il 2020).

Per questo una nuova sfida si mette davanti a lui e davanti ai suoi ideali: fare un cortometraggio in CGI.

Ma questo richiede di venire a patti con una delle sue convinzioni più forti: i film di animazione si realizzano disegnando a mano, da disegnatori e non da macchine.

L'avventura, lunga e faticosa, porta l'illustratore a usare una tavoletta grafica prima di tornare alla matita e al foglio di carta, perché un sognatore crea la sua visione a mano.

Boro The Caterpillar, schizzi
Boro The Caterpillar, schizzi

Tra una rigida professionalità e la consapevolezza delle aspettative da parte del mondo, Miyazaki non ha mezze misure, a costo di portare all'esaurimento il regista e il disegnatore CGI! Per lui c’è da sempre una regola regina: non presentare un film del quale non siano tutti soddisfatti. 

A questo punto, il 2020 sembra troppo lontano e l’attesa per l’uscita di Boro the Caterpillar sarà trepidante.

Un breve commento alla realizzazione del documentario.

Il lavoro di Kaku Arakawa ha molti difetti dal punto di vista del montaggio e della struttura che lo rendono quasi un'opera amatoriale, poco adatta al grande schermo, forse più accessibile agli appassionati del mondo dietro lo Studio Ghibli che puntano a scoperte di dichiarazioni inedite più che a farsi un’idea dei protagonisti di quasi 50 anni di animazione nipponica. Tuttavia, chi scrive ritiene che il punto di forza di Never Ending Man sia proprio nel soggetto protagonista, quell’uomo e artista dalla personalità complessa e forte conosciuto come Hayao Miyazaki, il sognatore che non ha potuto smettere di immaginare e disegnare mondi fantastici.

Never Ending Man – Hayao Miyazaki è distribuito da Nexo per una proiezione speciale che si terrà, in Italia, il 14 novembre prossimo.