Jacopo Pasqualini scrive una storia del mistero condita con elementi horror ambientata nella Torino dell'Ottocento. Un palazzo maledetto, una seduta spiritica e nessuno di cui potersi fidare! Orrore, sangue e morte si abbattono su Palazzo Trucchi, svelando i complotti di sette personaggi bugiardi e manipolatori: Uno spirito per sette bugiardi.

L'atmosfera che si respira, senza mezzi termini, è quella di Assassinio a Venezia, il recente film col Poirot di Kenneth Branagh. Man mano che si conoscono i personaggi si scoprono le relazioni tra loro e le motivazioni che potrebbero spingerli a commettere gli omicidi, perché ciascuno di loro nasconde dei segreti e, come da titolo, mente. Il tutto è connesso da una sfumatura sovrannaturale, scaturita dalla seduta spiritica, che si sviluppa in alcune scene che non sarebbero fuori luogo su un numero classico di Dylan Dog.

Il formato grande delle pagine permette di dare ampio respiro alle sequenze, avvicinandosi alla gabbia francese che offre abbastanza margine di manovra. La regia è ben ponderata e anche grazie all'uso del colore il ritmo è la maggior parte delle volte ben dosato. I disegni di Luca Colandrea e la colorazione assistita da Noemi Tedeschi sono efficaci e trasmettono bene l'atmosfera di mistero, aiutati anche dal fascino ottocentesco che ben si presta a questo genere di storie. Per suddividere i capitoli hanno scelto di utilizzare dei tarocchi anziché dei titoli, una finezza perfetta nel contesto della storia.

A differenza degli altri volumi che abbiamo avuto occasione di leggere, purtroppo, non sono inclusi contenuti aggiuntivi come interviste e bozzetti di preparazione oltre alla comunque corposa introduzione dello sceneggiatore, ma sono fiducioso nella loro comparsa sul prossimo volume, perché sarebbe un peccato non approfondire la bella ricerca storica e di caratterizzazione dei personaggi.

Occorre avvertire che è solo la prima parte della storia e non succede come in molte altre opere che anche se è dichiaratamente il primo volume la trama si risolve comunque lasciando magari la curiosità di proseguire, qui si conclude proprio con un cliffhanger. Ma che cliffhanger!

La lettura si è rivelata una piacevole sorpresa nel panorama fumettistico italiano, lontana dal chiasso promozionale delle grandi case editrici.