E’ lui; sì, sì! Ovviamente ci incontriamo a Stonehenge, però non capisco da subito con che faccia mi si presenta.  Il Mago Merlino l’ho già incontrato tante volte, sia sulla pagina scritta che al cine o in tivù; troppe volte, per affibbiargli un volto definitivo.  Tendenzialmente, quello che prevale un pochino sugli altri è il Nicol Williamson (impagabile) di Excalibur. Quella versione del celebre druido mi piace perché mostra una sorta di sciatteria e una mancanza di ieraticità veramente insolite, che poi fanno un bel contrasto se appaiate ai prodigi che compie e all’antica sapienza che trasmette. Per esempio è capace di far cavalcare Uter sulle acque del lago, ma poi casca rovinosamente in un fiumiciattolo nel maldestro tentativo di afferrare un pesce. Magico e umano, magnetico e scalcinato, mistico e pragmatissimo; una figura simile la trovo irresistibile, non so perché.

Oh sì che lo sai, il perché… 

Maestro, sono tutto orecchi…

Ma via… l’humus in cui sei nato e cresciuto… le storie di tua nonna sulla strega di Russi e sui cimiteri maledetti… tua nonna, nata a mille metri d’altezza sul versante dell’appennino piacentino che più guarda verso la Liguria; baluardo naturale contro le invasioni saracene, crocevia di culture ataviche come la celtica, la ligure, l’etrusca e la vincente romana… la tua infanzia è tutta un congiungersi di praticume contadino e pratiche magiche; di sentieri nei boschi e cammini sapienziali. La versione di me che viene data in excalibur ti piace semplicemente perché la trovi famigliare.

Tutto qui?

No, probabilmente ti piace anche perché la riconosci come più plausibile; insomma perché più corrispondente alle tue convinzioni. Tu non sei un manicheo, anzi: si direbbe che ti dia fastidio anche solo l’idea di un qualunque dualismo; tu, anzi, sei intimamente convinto che l’”aldilà” cominci nell’”aldiquà”, non è vero?

Piu’ che altro e’ che non credo che siano due comparti stagni incomunicabili…e tuttavia mi fanno imbestialire tutte le teorie che partono…come dire?…da una quota più alta della terra, ecco…

Ecco, lo vedi? La realtà può anche essere magica, ma l’unica misura che abbiamo a disposizione è la nostra realtà di esseri umani, con le sue miserie e le sue grandezze; mettiamola così: qualsiasi alchimia, qualsiasi formula  deve partire dal presupposto che due più due fa quattro…

Già, e non partire per tangenti scriteriate, che brillano auree sulla carta, e poi franano rovinosamente quando vengono applicate…

Eh eh, come quell’adagio che dice: se le teorie non si adeguano ai fatti… tanto peggio per i fatti!

Ma sono d’accordo: se l’oggetto studiato è irrazionale, questo non significa che irrazionale debba essere anche il metodo di studio; anzi… se l’analisi è strampalata è inutile anche solo provarci.

Maestro, che cosa è la magia?

Quello che abbiamo detto: la capacità di combinare gli elementi naturali per ottenerne qualcosa che supera la natura.

Chi sono i maghi, oggi?

Chiedimi semplicemente chi sono i maghi: quell’”oggi” alla fine della domanda non ti ricorda un po’ troppo tutte quelle riviste e quei programmi televisivi finto-culturali della tua infanzia, negli anni ’70? Sembrava che bastasse mettere “oggi” alla fine della frase per guadagnare una patina di attualità ai problemi di sempre: “scuola oggi”, “donna oggi”, “cinema oggi”…ti ricordi?

Era solo per contestualizzare un pochino, vista la montante marea cialtronesca attuale di cartomanti, guaritori e imbonitori d’ogni genere; oltretutto abbastanza strana, in tempi che si vorrebbero secolarizzati… comunque, chi sono i maghi?

Ce ne sono di diverse categorie. Per esempio gli artisti. Prendono delle tele e le sporcano con sostanze colorate; usano un principio squisitamente fisico come lo sporcare una tela, ma il risultato non è riducibile alla mera scienza della fisica. I poeti prendono delle parole, le combinano tra loro e riescono (quando sono grandi) a farle risuonare “oltre il detto”, cioè a dare loro un significato ancora più profondo di quello loro proprio; naturalmente si può andare avanti a lungo.

I campioni dello sport…
Sugar Ray Leonard
Sugar Ray Leonard

Certi guizzi di Ray Leonard, certi dribbling di Maradona, l’estro di Valentino Rossi… solo uno sciocco è capace di non ascriverli all’arte, e dunque alla magia.

A conferma di quanto dice: ricordo che la notte stessa in cui Carl Lewis vinse uno dei suoi tanti trofei, Enrico Ghezzi su rai tre lo mandò in onda per tutta la notte al rallentatore…

E che mi dici del gol di mano di Maradona? Tutto il mondo stava a guardare, ma l’arbitro e i guardialinee non videro il trucco; fu un gioco di prestigio al cui confronto Copperfield sembra un dilettante. E il livello di ipnosi con cui Leonard aveva catturato le volontà dei giudici? Ci fu un periodo in cui solo sparandogli si poteva rompere l’incantesimo; quella era vera magia, e chi parla di cartellini truccati non capisce nulla; né di Boxe, né di qualunque altra arte. Non poteva perdere, semplicemente perché saliva sul ring che aveva già tutti in pugno, arbitro compreso.

Parlando di giudici, vengono in mente certi processi celebri…

E soprattutto certi accusati… come il Goring chiamato a testimoniare sull’incendio del reichstag, che si piazza al centro dell’aula con le mani piantate sui fianchi, in un atteggiamento a dir poco spavaldo; un classico caso di accusato-accusatore, che mai nessun giudice oserebbe toccare nemmeno con un dito. Però bisogna subito aggiungere che il termine “mago” viene generalmente usato non per chi sta in prima fila, quanto per chi in qualche modo dirige la situazione da dietro le quinte, manipolando gli elementi a suo piacimento, seguendo certe formule in virtù di un risultato finale. Non a caso, è un termine usato spessissimo a proposito dei registi…

E dei commissari tecnici.

Il “coach” è un’altra figura tipica delle odierne magie; del resto, abbiamo presente il loro linguaggio,  no? Per esempio: “filtro”, “fluidificante”, “formula”; tutta una terminologia che richiama molto da vicino le alchimie e le misteriose corrispondenze degli antri magici.

Chi sono i cattivi maghi?
Merlino visto in King Arthur
Merlino visto in King Arthur

Bisogna distinguere: ci sono quelli cattivi nel senso che fanno male il loro dovere; e quelli invece che perseguono il male, ma lo fanno benissimo.

Cominciamo con la prima categoria.

Un classico esempio è il terrorista neofita, che si fabbrica una bomba in casa e ci rimane secco. Lui vorrebbe tanto appartenere alla seconda stirpe, quella che potremmo definire dei “cattivi maestri”, ma la sua imperizia lo pone di diritto nella prima, quella dei maghi cattivi perché sciocchi.

Un altro esempio è quella che potremmo chiamare “la sindrome di Frankestein”, che consiste più o meno nel fabbricare un mostro e nell’assistere impotenti agli sfracelli che poi questo mostro ti combina…

Può farmi un esempio?

Beh, per esempio quello che fanno spesso i partiti politici sotto elezioni: prendono un personaggio che è famoso per motivi diversi dalla politica, come lo sport o lo spettacolo, e lo candidano per ottenere un ingente guadagno in termini di popolarità; poi quando la sfida elettorale è passata pretendono che quello si faccia da parte, o comunque che si lasci guidare come un fantoccio…

Solo che quello non ci sta…

No che non ci sta, perché a furia di sentirsi ripetere per anni: “tu sei un genio; tu sei grande e infallibile” comincia a crederci sul serio, e a pensare veramente di avere la capacità di concludere un piano regolatore o di comporre una vertenza sindacale con i vigili urbani, correndo entusiasticamente verso i danni che inevitabilmente combinerà: ma la vera colpa sarà di chi lo ha “creato”, politicamente parlando.

La seconda categoria?

Lo sai benissimo: sono quelli capaci di avvelenare l’opinione pubblica; quelli capaci di diffondere i loro veleni nell’atmosfera nella quale viviamo: è il “muovere le potenze dell’aria”, secondo l’antica terminologia iniziatica.

Di volta in volta sono capaci di creare allarmismi e oblii, e soprattutto la tremenda capacità di far vedere e sentire quello che non c’è.

Viene in mente Orson Welles…

Altro cineasta che per fisique du role può incarnare benissimo l’ideale del mago nell’immaginario. Con il suo scherzo dimostrò il meccanismo con cui si possono forgiare delle false coscienze; “false” nel senso vero e proprio che non sono vere.

Quando invece si parla di “pozioni”, la mente dell’uomo contemporaneo non può non andare alla droga: lo spacciatore è indubbiamente un cattivo sciamano contemporaneo, non trovi?

Come sfuggire ai loro malefizi?

L’unica risposta valida che posso darti è che ognuno dovrebbe riuscire a pensare con il proprio cervello; ma non è certo facile: oggi il mondo è pieno di conformisti che sono intimamente convinti di essere dei rivoluzionari, soprattutto tra i giovani. Si possono trovare orde di ragazzi che ascoltano tutti le stesse canzoni, che leggono tutti gli stessi libri, che vestono tutti in un certo modo; eppure sono convinti di essere controcorrente.

Se è così difficile, vuol dire che in pochissimi si salvano. Non ci sono altri metodi, per riconoscere i cattivi maghi?

Se ci pensiamo un attimo, possiamo vedere che generalmente per arruolare il numero più grande possibile di persone hanno una necessità: devono promettere cose piacevoli e soprattutto facili da ottenere, in questo modo è più facile per loro impossessarsi delle anime più sprovvedute, in modo da poter smerciare comodamente i loro veleni. Ecco: tendenzialmente, ti suggerirei di diffidare dei maghi che ti fanno vedere tutto facile e tutto dovuto.

Meglio la via lunga e difficile che quella corta e facile, dunque?

Diciamo che è meglio non accettare funghi dagli sconosciuti.