“Cosa sei, Italiano? La sai quella dei due ufficiali austriaci? …no? Ci sono due ufficiali austriaci che si incontrano a un ballo dopo un po’ che non si vedono. Uno dice all’altro: ehi, mi hanno detto che l’altro giorno al circolo ufficiali hai vinto un sacco di soldi a carte! E l’altro, tutto contento: sì, è stata una vera Caporetto!”

Ehm, mister Frog: lei è stato uno dei miei primi idoli letterari; credo di aver letto il racconto di Poe che porta il suo nome già da bambino, appena dopo Gian Burrasca; per cui, la prego, non rovini tutto…

Ovvio che porta il suo nome fin da bambino; del resto anche tu, no?!

Intendevo…sì, vabbé; lei di professione è un giullare, e più precisamente un giullare da re…

Nonché il re dei giullari, come dice Danny Kaye nel noto film…cosa vuoi, oggigiorno trovarsi un mestiere adeguato non è cosa facile, e lo sconcerto che c’è in giro lo vedi: buffoni come me che fanno i profeti; politici che fanno ridere; comici che fanno piangere, e poi si montano la testa, scrivono libri a raffica e si arrabbiano se non vengono censurati…non c’è più la chiara distinzione che c’era ai miei tempi: lo sai che ieri un edicolante specializzato in vendita di cassette porno ha denunciato il macellaio che aveva di fronte per concorrenza sleale?

Però lei nel racconto pur nel suo ambito di buffone di corte compie un atto squisitamente politico: ammazza il sovrano e tutta la sua corte di consiglieri facendoli bruciare vivi…

Quello è stato innegabilmente il mio capolavoro; se ci pensi c’era tutto: colpo di scena, spettacolo, orrore, e anche una bella spruzzata di umorismo nero.

Riassumiamo brevissimamente per gli sventurati tra coloro che ci seguono che non hanno mai letto Hop-Frog di Edgar Allan Poe: in un tempo e luogo imprecisati, un re indolente passa gran parte del suo tempo a progettare scherzi e goliardate insieme ai suoi consiglieri; un giorno, commette l’errore di chiedere suggerimenti al suo buffone Hop Frog intorno a un certo ballo in maschera che deve avvenire di lì a poco, senza sapere che da questi è fortissimamente odiato, per aver poco prima maltrattato la graziosa nana di corte verso cui il giullare prova grande affetto e forse amore… vuole continuare lei, mister Frog?

Con piacere: io suggerisco al re e ai suoi ministri di travestirsi da gorilla, per poi irrompere all’improvviso al ballo e terrorizzare tutti gli invitati; naturalmente solo l’idea di poter gustare il sadico piacere di spaventare a morte qualcuno manda in solluchero quella brigata di crudeli sfaccendati; e così io li preparo adeguatamente, con catrame e stoppe tinte di nero… ma loro non conoscono la seconda parte del piano…Con la scusa di far sembrare la scena più reale, li lego accuratamente a una catena, che poi assicurerò al grande lampadario al centro della sala da ballo; nel momento clou farò sollevare il lampadario facendoli penzolare nel vuoto, e darò loro fuoco, in un finale meraviglioso nel suo orrore! Non c’è dubbio: il povero Edgar nell’inventarmi ha veramente dato il meglio di sé!

Nel raccontare l’episodio i suoi occhi hanno assunto una luce che prima non c’era: evidentemente ricorda con gioia l’accaduto, o no?

Beh…tu lo sai, ogni artista ama sentirsi ricordare i suoi capolavori; però quell’azione non è stata puramente politica: come hai ribadito anche tu, la scintilla che mi ha acceso quell’ira tremenda è stato il personalissimo sentimento che provavo nei confronti della mia amica; è solo nel momento che la vedo picchiare dal re, che comincio a odiare quella figura di monarca: io lo odio perché ha fatto piangere la mia amata, non lo odio in quanto re.

Resta il fatto che lei ha potuto compiere quello che ha fatto per la sua posizione di giullare, che è una posizione di privilegio.

Fino a un certo punto…dal racconto si evince chiaramente che il re era solito a sfuriate, per cui spesso ad andarci di mezzo ero io. Certamente, in quello che era il mio specifico, e cioè il comico, io godevo della sua fiducia incondizionata, e questo è stato determinante.

Solo questo: voglio dire, è stata determinante solo la sua posizione?

Certamente no. Vedi, chi ti può colpire nel momento in cui meno te lo aspetti e nel modo più letale, è senz’altro colui di cui ti fidi. Colui, in pratica, a cui tranquillamente credi di poter voltare le spalle. Il novanta per cento dei serial killer che sono stati arrestati erano gente all’apparenza innocua; chi aveva la faccia da bravo ragazzo, chi da nerd simpaticone; la loro grande arma era la fiducia delle loro vittime, che si consegnavano a loro in modo del tutto ignaro. In questo, una marcia in più ce l’ha chi, come me, evoca sentimenti spassosi, che istintivamente avvertiamo lontani da ogni pericolosità.

E’ per questo, che di solito le spie della realtà sono diverse da come le vediamo al cinema?

Certamente: una spia come James Bond, qualora esistesse veramente,  verrebbe arrestata appena scesa dall’aereo, anche senza smoking! Prendi per esempio l’enorme differenza tra il Cicero cinematografico di James Mason e quello vero: piccolo, calvo, con gli occhiali… Anche i grandi cospiratori sono necessariamente dei grandi dissimulatori: questo spiega perché Don Diego de La Vega e Sir Percy, quando rispettivamente non vestono i panni di Zorro e della Primula Rossa, in pubblico recitano la parte dei dandy debosciati, che sembrano vivere di pettegolezzo e vacuità.

Venendo specificamente alla sua categoria?

Oggi l’equivalente del giullare è certamente l’entertainer, quello che monta su un palco e facendoti ridere ti tiene in pugno. Certo, è una categoria che ha un notevole potere, ma non quanto spesso è portato a ritenere il personaggio stesso: abbiamo decine di esempi di comici che riempiono le sale e fanno ridere a crepapelle gli astanti prendendo di mira il politico di turno; questo non impedisce, poi, a tale politico di vincere le elezioni. Così sono tutti soddisfatti: il comico, perché continua a essere ingaggiato e a guadagnare pacchi di soldi facendo per di più la bella figura di chi attacca il potere; e il politico, che non vede minimamente intaccato il suo peso elettorale dagli strali del comico e per di più riceve in cambio una montagna di pubblicità.

E’ evidente che non tutti quelli che riempiono la sala e si sbellicano dalle risate, poi, votano secondo le indicazioni di chi sta sul palco.