Nuovi avversari arrivano nel terzo, e per ora ufficialmente ultimo, capitolo delle avventure di Spider-Man al cinema, che in Italia è partito con uno strepitoso risultato al botteghino: 2.600.238 euro nelle sale monitorate da Cinetel e in un solo giorno.

Tanti personaggi e tante situazioni prese direttamente dalle pagine di china dove per anni il Ragno più famoso dei fumetti ha fatto capolino dalle edicole di tutto il mondo, specie quelle italiane; non è un segreto che da sempre l’Uomo Ragno è uno dei supereroi più amati del Bel Paese.

Vediamo allora un po’ di approfondire origini e poteri degli avversari del nostro eroe in Spider-Man 3.

L’Uomo Sabbia (Thomas Haden Church)

Si parte con cattivo-non cattivo Uomo Sabbia. Il balneare (si fa per scherzare) supercriminale è uno degli avversari di vecchia data dell’Arrampicamuri e da sempre, forse data l’affascinate natura particolare dei suoi poteri, un beniamino del pubblico. Non per niente, come è accaduto ad altri supercriminali simpatici, ha goduto di un periodo di redenzione che ha finito per trasformarlo in un eroe, per poi però tornare un cattivone di tutto rispetto. Il vero nome del nostro amico è William Baker, anche se per lungo tempo ha adottato lo pseudonimo di Flint Marko, il nome con cui lo troviamo nel film.

Nato sulle pagine di Amazing Spider-Man n. 4 nel 1963, dalla fantasia grafica e narrativa di due mostri sacri del fumetto come Stan Lee e Steve Ditko, l’Uomo Sabbia si è dimostrato fin da subito uno degli avversari più difficili da battere per il nostro aracnide eroe. Capace di trasformare le molecole del proprio corpo in sabbia (erano gli anni sessanta, le nozioni scientifiche dei fumetti erano più o meno tutte così), vestiti compresi più che altro per esigenze grafiche, Baker può assumere più o meno tutte le forme che vuole e cambiare la consistenza del proprio corpo sabbioso per farsi trapassare dagli oggetti solidi o sfoggiare pugni duri come la roccia, a seconda dell’occasione.

Interessante l’interpretazione approdata sul grande schermo che vuole l’Uomo Sabbia trasformato in un essere di silicio. Tutti gli esseri viventi della Terra sono organismi a base di carbonio. Scienza e fantascienza ventilano la possibilità di specie extraterrestri basate invece sul silicio, un elemento chimico che ha proprietà molto simili al carbonio. E la sabbia è in molti casi composta da rocce silicee. Gli addetti ai lavori staranno storcendo il naso vistosamente, ma noi apprezziamo l’impegno. Peccato che nel doppiaggio italiano silicio sia diventato silicone; se era la Donna Sabbia potevano ingaggiare Pamela Anderson.

La storia personale di William Baker è quella di un uomo in parte vittima della sorte avversa, in parte artefice del suo stesso destino. Nato nella New York più malfamata, viene abbandonato dal padre quando è ancora un bambino e vive con la madre nella più totale povertà.

William diventa il classico bullo problematico della scuola, ma riesce a continuare il liceo grazie a una borsa di studio sportiva. Rovina tutto vendendo una partita a uno scommettitore. Viene espulso e finisce per lavorare in una banda dedita alle estorsioni. Ragazzo sveglio, si fa presto strada nel mondo del crimine, almeno finché non si innamora di Marcy. Ora si fa chiamare Flint Marko. Vuole rigare dritto e sposare la ragazza, ma finisce in prigione. Quando esce scopre che la sua amata ha finito per mettersi con un altro componente della banda. Marko consuma la sua vendetta e diventa un criminale solitario. Inevitabilmente finisce nel penitenziario di Ryker' s Island, dove durante le lunghe ore di isolamento riesce  a trovare un modo per scappare.

Finisce in una spiaggia, dalle parti di Savannah nel sud degli States, dove ovviamente si svolgono test su reattori nucleari. L’esplosione di uno dei marchingegni  lo trasforma in un super essere.

Tutto contento di essere diventato immune a pallottole e di poter entrare e uscire quando e come vuole dalle banche, Marko pensa bene di tornare al vecchio liceo per farsi dare con la forza il diploma mai conseguito. Ovviamente si tratta dello stesso liceo di Peter Parker alias l’Uomo Ragno. Inutile dire che comincia una lunga carriera di scontri con supereroi, fino all’effimero arruolamento nel supergruppo criminale dei Terribili Quattro insieme al tanto geniale quanto squilibrato Wizard e allo scagnozzo Trapster, tanto terribili che in realtà non furono mai nemmeno in quattro per davvero.

Dopo una bella amicizia con la Cosa dei Fantastici Quattro, l’Uomo Sabbia s’incammina sulla via della redenzione, viene arruolato dal gruppo mercenario capitanato dalla sensuale Silver Sable e finisce per diventare un membro di riserva dei Vendicatori, nientemeno. Causa lo zampino del vecchio compagno di merende Wizard, L’Uomo Sabbia  vede riemergere il suo io malvagio; non senza nuove speranze di redenzione. Un suo scontro, dopo una breve alleanza, con Venom, lo porta molto prossimo alla morte; ma dalla sabbia di una spiaggia lontana emerge una strana figura umana.

 

Venom (Topher Grace)

Venom è senz’altro uno dei personaggi più amati dell’universo ragnesco. Sulla paternità stessa del personaggio ci sono diverse discussioni, ma di certo la sua prima apparizione in chiaro (aveva fatto in precedenza qualche capatina come semplice ombra fuori campo) l’abbiamo in The Amazing Spider-Man 299 (nel 288 appare solo parzialmente). Gli autori dell’albo erano David Michelinie alla sceneggiatura e Todd McFarlane alle matite.

Il ghignante Venom è l’unione di un polimorfo simbionte alieno di colore nero e il reporter Eddie Brock.

Non mai stato del tutto chiaro quanto di Brock e quanto del simbionte ci sia nella mente di Venom, fatto sta che il mostro parla di se stesso al plurale. È stato comunque più volte sottolineato che il simbionte è in grado di provare emozioni, emozioni molto forti me semplici, come odio, amore e rabbia, che però elabora solo grazie al cervello dell’ospite. 

Il simbionte alieno proviene da un’antica razza di parassiti spaziali, capaci di impadronirsi del corpo dei malcapitati ospiti per poi succhiarne la linfa vitale (cosa che rientra perfettamente nel concetto biologico di parassita). Il particolare simbionte di Venom è una sorta reietto della propria specie, visto che si limita a instaurare appunto un rapporto simbiotico con l’ospite, ricevendo energia vitale in cambio di capacità sovrumane. Il simbionte non ha nessuna intenzione di uccidere l’ospite, ma solo di mantenere con lui un rapporto di reciproco vantaggio, proprio come accade in natura.

Il simbionte di Venom viene a contatto con Peter Parker durante le Guerre Segrete, primo grande crossover Marvel dove gran parte dei supereroi vengono condotti su un pianeta appositamente costruito per combattere un gruppo dei più potenti supercriminali, il tutto orchestrato dall’entità semidivina chiamata Arcano. Capita che fra una super battaglia e l’altra l’Uomo Ragno abbia bisogno di rappezzare il proprio costume. Convinto di usare una macchina per fabbricare vestiti, finisce per ritrovarsi addosso un costume nero in grado di rispondere ai suoi pensieri, per diventare una tuta da battaglia o un vestito stile Armani a seconda dell’occasione.

Tempo dopo il ragno scoprirà la vera natura del suo costume e chiederà a Reed Richards, leader dei Fantastici Quattro, di aiutarlo a liberarsene. Allo scopo il “povero” alieno verrà investito da una massiccia dose di onde sonore e imprigionato.

Capita che in una chiesa cattolica si trovi un palestrato biondone di nome Eddie Brock. Eddie era un bravo giornalista del Daily Globe caduto in disgrazia. A suo tempo aveva pubblicato una serie di interviste a un uomo che sosteneva di essere il terribile serial killer noto come Mangiapeccati.  Alla fine ne aveva rivelato anche l’identità, lo sconosciuto Emil Gregg, pregustando un bel premio Pulizer.

Purtroppo l’Uomo Ragno aveva dimostrato ben presto che Emil era solo

un mitomane; il vero Mngiapeccati era Stan Carter, agente governativo impazzito per l’uso di una droga sperimentale. Eddie era stato licenziato e la sua vita e la sua carriera rovinati. Ecco il perché della sua presenza in chiesa, lì a chiedere la morte dell’Uomo Ragno. Risponde il simbionte, respinto dall’”amato” Peter Parker, che si attacca a Eddie in modo apparentemente permanente, cosicché i due possano condividere un “bellissimo odio”.  Venom è in grado di mimare quasi tutti i poteri dell’Uomo Ragno, tranne il famigerato senso di ragno (quello che avverte Spider dei pericoli), dal quale il simbionte ha sviluppato però un’immunità; Parker non “sente” gli attacchi di Venom.

La forza del simbionte aumenta notevolmente quella di Brock, tanto da renderlo forte tanto quanto l’Uomo Ragno, se non di più.

Topher Grace
Topher Grace
Venom resta sensibile al fuoco e alle onde sonore, anche se nei comic non basta certo battere un paio di tubi per renderlo inoffensivo come accade nel film. Ha artigli e zanne taglienti e il simbionte dona straordinarie capacità rigeneranti all’ospite.

Nei comic Venom non è un vero e proprio supercattivo, più che altro una sorta di vigilantes mezzo psicopatico. A parte il suo odio atavico per il Ragno, Venom vuole in qualche modo liberare la società, per lui patologicamente malata d’ipocrisia, da criminali e più o meno tutte quelle persone che il mostro giudica nocive. Se poi ci scappa il morto innocente, pazienza.

Negli anni Venom ha prodotto una serie di simbionti “figli”. Il suo erede più famoso è senz’altro il terribile Carnage; l’ospite è il folle killer Cletus Kasady.

Goblin 2 (James Franco)

James Franco
James Franco
L’Harry Osborn di china ha avuto un rapporto molto lungo e travagliato con l’ingombrante figura del padre morto, il primo Goblin (in inglese Green Goblin). Compagno di Peter ai tempi dell’università, Harry finirà per sposare la bella bionda del liceo, Liz Allan. In parte per la dipendenza di Harry dalle droghe, un tema che non ha mai mancato di sottolinearne la fragilità emotiva, e tanti altri motivi, il giovane Osborn ha altalenato periodi in cui incolpava l’Uomo Ragno della morte del padre a altri di relativa tranquillità. Bellissimo il ciclo di storie raccontate negli anni novanta dallo sceneggiatore  J. Marc DeMatteis che nel Bambino Dentro affronta complessi argomenti psicanalitici come il rapporto conflittuale padre figlio e l’accettazione del lato egoistico e oscuro della propria personalità.

Nascerà il figlio di Harry, chiamato Norman come il nonno, e il fragile quasi eroe, anche lui sottopostosi al trattamento biochimico che dava superforza al padre, finirà la sua esistenza nella follia, non prima di aver salvato la vita a Peter.