«Un fantasma si aggira per la Storia, una pietra scagliata da Dio nella notte dei tempi, portatrice di morte per chiunque vi si avvicini. Tutto ha inizio in un villaggio dell’Età dei Metalli, dove due tribù dalle consuetudini diversissime entrano in conflitto per il controllo della Pietra Sacra, nascosta in una grotta nota solo al re e sacerdote di uno dei clan. Molto tempo dopo, nella Linguadoca del Duecento, una mappa segreta che porta a una caverna nei pressi di un antico castello sarà il motivo delle avventure di un giovane musico, sullo sfondo delle guerre pontificie contro l’eresia catara.» 

 

«E in quello stesso posto, agli inizi degli anni ’30 del Novecento, arriva un personaggio ambiguo, il tedesco Otto Rahn, che in virtù delle sue ricerche occulte entrerà in contatto con lo stato maggiore nazista. Ma la pietra rimbalza nelle brame degli uomini di potere fino ai giorni nostri, dove è oggetto di desiderio nei luoghi in cui spira il vento dei demoni... Ed è proprio sullo scenario odierno che riappaiono due personaggi cari al lettore di Buticchi: Oswald Breil e Sara Terracini, la cui solida amicizia potrebbe subire un’inaspettata svolta.»

Questa la quarta di copertina dell’elettrizzante Il Vento dei Demoni (Longanesi Editore, pubblicazione prevista per il mese di settembre 2007), un romanzo in bilico fra storia mito e magia. L’autore, Marco Buticchi, è nato a La Spezia nel 1957. Ha viaggiato moltissimo per lavoro, nutrendo tuttavia anche la sua curiosità, il suo gusto per l'avventura e la sua attenzione per il particolare. Ed è forse da questo che deriva una grande capacità per le descrizioni rapide, puntuali e incisive. È il primo autore italiano pubblicato da Longanesi nella collana «I maestri dell’avventura», accanto a Wilbur Smith, Clive Cussler e

L'autore
L'autore
Patrick O’Brian con titoli come: Le Pietre della Luna, Profezia e L’Anello del Re.

Vi lasciamo, in conclusione, con un estratto del nuovo romanzo:

Karesh, questo il nome del capo degli inseguitori, si inginocchiò e non fece caso al coperchio sospeso in alto grazie a un sistema di corde. La sua mano sacrilega penetrò nell’apertura e accarezzò la superficie levigata dell’oggetto.

La Pietra era calda al tatto, poco più grande del pugno di un uomo. Il contatto provocò in lui una sensazione di piacere quasi sensuale.

«Questo sasso è liscio come la pelle della tua donna, Athor», disse ancora l’uomo accarezzando

la Pietra, il volto segnato dalle cicatrici e solcato da un sinistro sorriso.

Athor rimase nascosto e in silenzio.

I davaar si gettarono come invasati sull’apertura del sarcofago, le loro mani affondarono nella buca bramando quel contatto, convinti di poterne ricevere l’immortalità. Ma Athor conosceva la verità: Hosh avrebbe regalato soltanto la morte a coloro che avessero osato profanare il suo tempio.

Athor sapeva che i suoi inseguitori erano condannati: era solo questione di tempo.

Il Vento dei Demoni di Marco Buticchi (2007); Longanesi Editore; collana: La Gaja Scienza; pag.: 594; € 19.60