C'è un tema ricorrente nei film di animazione. Che poi è un tema classico della favola.

Ossia quello dell'ambizione di chi, apparentemente destinato a un vita "normale", è invece destinato alla grandezza, al riscatto dalla sua condizione di normalità.

Nei cartoni, sia Disney/Pixar, che adesso anche in quelli Dreamworks, è sempre presente, coniugato in maniera più o meno riuscita.

Questa è la volta di un panda, animale che non è il simbolo dell'agilità, che sogna di diventare un guerriero esperto di Kung Fu. Io non sono esperto di tecniche Kung Fu e mi sono andato a documentare. Tra animali e tecniche di lotta c'è una precisa analogia, in questo sembra che gli autori siano stati molto ben documentati. La trovata, portatrice sia di umorismo che di conflittualità, è l'introduzione in questa mitologia di un panda.

Metteteci la recente riscoperta dei film di arti marziali cinesi degli anni '70. Aggiungete al tutto un motivetto orecchiabile, sempre dell'epoca, ossia Kung Fu Fighting, ed ecco che avete un potenziale blockbuster.

La missione è compiuta, con fredda professionalità. In realtà il personaggio è simpatico, ma non buca lo schermo. Alcune battute sono carine, fanno sorridere, ma nulla di più. Nulla che emozioni veramente. Il film va prevedibilmente verso tutte le direzioni annunciate. Non riusciamo a dubitare neanche per un istante che il panda Po possa fallire nel diventare il temibile guerriero dragone. Anche la rivelazione finale, ossia quale sia la vera fonte del potere assoluto, celata nella pergamena, è praticamente telefonata. Il maestro Shifu è un condensato di Yoda e Maestro Myiagi. Il "metti la cera e togli la cera" è sostituito dallo sfruttare la golosità di Po al fine di allenarlo al Kung Fu. Gli altri personaggi sono un mero contorno, e non si sviluppano mai. L'antagonista non fa paura praticamente a nessuno e fa anche un po' pena, perchè lo immaginiamo sin dalla prima scena umiliato dal panda e la cosa non è bella.

Insomma un onesto spettacolo per famiglie, non siamo ai penosi livelli di Madagascar, un film che gli stessi bambini trovavano noioso. Fatto molto bene. Ma i tempi in cui ci stupivamo per la prodigiosa tecnica di animazione 3D sono passati. Il mezzo è maturo, e la perizia tecnica va assecondata con buone storie.  Il Ratatouille di Brad Bird insegna.

Un "premio" speciale al casting italiano. L'idea di fare doppiare qualsiasi cosa a Fabio Volo grida vendetta. Lasciatelo in TV, che si diverte assai, e fate lavorare i professionisti del ramo, per favore.