Diablo 3, dopo due mesi e mezzo dalla sua uscita in tutto il mondo, si può cominciare a fare i conti con il suo successo e i tanti problemi che (anche grazie allo straordinario boom di vendite) sono sorti.

Stando a quanto ha dichiarato Michael Morhaime, presidente della Blizzard Entertainment in un recente comunicato, il nuovo episodio della saga di Diablo ha battuto ogni record di vendita per un gioco appena uscito, totalizzando circa sei milioni di copie vendute, fra fisiche, digitali e Collector Edition. Un nuovo picco di successo per la Blizzard che ha posto le sue strutture sotto forte stress, con diversi problemi di stabilità dei server in tutte le aree del mondo in cui il gioco è stato distribuito.

Molte sono state le lamentele fra gli utenti su diversi elementi di questo complesso prodotto d'intrattenimento videoludico. In principal modo le scontentezze espresse riguardano il dover giocare sempre connessi anche se si gioca in single player, sottoponendo i soft-player (occasionali, che non mirano ad alcun guadagno tramite la Casa d'Aste e le ore di gioco che questo richiederebbe) ai problemi di connessione che producono i fastidiosi lag (ritardi di risposta del personaggio giocato agli ordini impartiti dal pc di casa); il multiplayer pubblico, con compagni di gioco casuali, è stato trovato spesso insoddisfacente; uno degli elementi salienti del gioco, il "looting" (cioé la raccolta dell'attrezzatura, più o meno magica, che cade dai mostri uccisi), non è abbastanza remunerante, ciò a causa della miriade di "bot" che il mercato nero - mirante a guadagnare attraverso la Casa d'Aste - ha sguinzagliato nel sistema Blizzard per depredare il gioco delle attrezzature magiche migliori; vi sono pure lamentele sulla Casa d'Aste (L'Auction House), sia nella versione in moneta di gioco, che in quella in denaro reale, per diversi motivi.

Diablo 3, però, è un gioco abbastanza complesso e sfaccettato per dare sensazioni diverse a diversi tipi di giocatori. La grafica è ottima, ed è possibile giocare comunque in single player ignorando bellamente partite condivise, Casa d'Aste (soprattutto quella a denaro reale) e godersi la trama alla prima partita, sondare le sottili differenze di comportamento delle cinque classi di personaggi, proseguire ai livelli Incubo, Hell e Inferno, sudando contro mostri sempre più numerosi e potenti.

Esplora, uccidi il boss, recupera il bottino, migliora il personaggio (in equipaggiamento e abilità), per affrontare scontri ancora più letali, in luoghi magici, pervasi da una musica maudìt sempre efficace, è la cara vecchia ricetta diablosa, che resta intatta.

Come alcuni critici hanno fatto notare, la sensazione è che la Blizzard abbia

rilasciato un gioco incompleto, che attende sempre la prossima patch per risolvere quel tale problema o quell'altro, ma purtuttavia si tratta di un prodotto godibile (e per chi ama il multiplayer, suggeriamo di giocare a caccia boss in compagnia di amici, su quell'aspetto pare che il risultato sia ottimo).

Tanto è vero che, è uscito lo scorso 19 Luglio, la notizia di un diciottenne taiwanese che è deceduto in un internet café, dopo aver giocato per quaranta ore senza interruzione, proprio a Diablo 3.