È al cinema Hardcore! film diretto da Ilya Naishuller che ripropone, in chiave moderna, mescolando gli stilemi del live-action e del videogame, la ripresa in soggettiva. Se tale ripresa è parte integrante del linguaggio cinematografico, meno frequente è il suo uso esclusivo. Quello che vi propongo non è un elenco esaustivo, ma di alcuni esempi di utilizzo.
Il primo film interamente in soggettiva è del 1947, Una donna nel lago (Lady in the Lake) diretto da Robert Montgomery, tratto da un romanzo di Raymond Chandler.
L'uso esclusivo della prima persona, senza controcampi e allargamenti verso l'esterno, mette lo spettatore in una prospettiva chiusa, simile all'uso dell'io narrante dei romanzi hard boiled. Ma non fu apprezzato all'epoca proprio perché gli spettatori lo giudicarono una esperienza estraniante.
In realtà sulla breve distanza o per brevi porzioni di film, in epoche successive altri registi hanno usato con efficacia narrativa tale tecnica.
La fuga, diretto da Delmer Daves e coevo di Una donna nel lago, aveva un lungo incipit in soggettiva, che in quel caso aveva lo scopo di preparare lo spettatore a uno dei punti di svolta narrativi del film: la plastica facciale che cambiava il volto del protagonista, interpretato Humphrey Bogart.
La storia del cinema vuole che alla Warner non volessero l'incipit in soggettiva, ritenuto troppo lungo e penalizzante per la star Bogart, ma che proprio la produzione di Una donna nel lago (Daves e Montgomery erano molto amici) li convinse ad accettare quella sequenza.
Nel 1971 William Friedkin utilizzò la combinazione di soggettiva e steadycam e piani alternati per le scene d'azione mozzafiato di Il braccio violento della legge, ottenendo lo scopo di trascinarci negli inseguimenti alla stessa maniera in cui ne veniva trascinato il protagonista, ma riuscendo a farci sentire parte della scena.
È del 1995 Strange Days di Kathryn Bigelow. Al centro della storia c'era infatti un dispositivo, chiamato SQUID, in grado di registrare le sensazioni visive, tattili e uditive e olfattive, permettendo con un apposito lettore di farle "rivivere" a soggetti terzi.
Una delle scene più crude del film è quando il protagonista Ralph Fiennes, uno "spacciatore" di ricordi SQUID, si trova "leggere" il ricordo di una violenza carnale conclusasi con l'omicidio della vittima.
Non ve la propongo, data la sua crudezza, preferendo il più neutro trailer.
Di dieci anni dopo è il film ispirato allo sparatutto in prima persona per eccellenza, il videogioco Doom. Un mediocre adattamento cinematografico interpretato da Dwayne Johnson alias The Rock, che però non poteva esimersi dal citare la sua fonte originale.
Concludo con Bad Motherf*cker, il video musicale diretto da Ilya Naishuller come parte del suo “secondo” lavoro di front man del gruppo punk Biting Elbows, diventato un vero e proprio fenomeno virale, raggiungendo oltre 120 milioni di visualizzazioni in tutto il mondo, tra i quali il produttore/regista Timur Bekmambetov che ha poi prodotto Hardcore!.
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