Da quando è rimasta vedova Loretta si è estraniata dal mondo. Il marito era un archeologo e lei ha cominciato a scrivere romanzi d’amore ambientati in antiche città perdute, gremite di fantastici tesori nascosti. Dopo però l’uscita dell’ennesimo libro è in crisi d’ispirazione e non l’aiuta la presenza durante il tour promozionale di Alan, il modello delle sue copertine. È lui il volto della serie e per questo idolo delle fan, più interessate nel vederlo a petto nudo che al romanzo. Loretta esasperata decide di mollare tutto ma viene rapita da un miliardario ossessionato dall’idea di trovare il tesoro descritto nel suo libro. Solo lei sembra essere in grado di tradurre un antico geroglifico che indica la collocazione della tomba dove è custodita la leggendaria corona rossa nella città perduta di D. Sulle tracce di Loretta si mettono Alan, aiutato dall’avventuriero Jack Trainer e Beth, l’agente della donna, decisa a tutto per salvare l’amica.

The Lost City è la dichiarata versione aggiornata del classico All'inseguimento della pietra verde, riletto in chiave più ironica e femminista. La dove c’era il macho Michael Douglas, una sorta di affascinante e ruvido Indiana Jones perfetto per incarnare il protagonista dei romanzi rosa di Kathleen Turner, qui c’è l’imbranato Channing Tatum, già corpo dell’eroe ma che in realtà mal lo rappresenta. Tatum che nella sua carriera ha saputo provare praticamente ogni genere partendo come ballerino con Step Up ma dando buona prova in film drammatici come Foxcatcher, è perfetto nell’interpretare il belloccio stupido ma buono che si prende una cotta per l’intellettuale Sandra Bullock. Tra i due c’è una bella chimica e il film riesce a divertire attualizzando il genere con un ribaltamento di ruoli, dove lui spesso è la donzella da salvare.

Anche i personaggi secondari funzionano a partire da Daniel Radcliffe, un viziato miliardario sopra le righe, Brad Pitt avventuriero dai boccoli dorati capace di imprese da superuomo e Da'Vine Joy Randolph, l’agente di Beth alla ricerca dell’amica tra capre e aerei bimotore, senza però rinunciare alla sua borsa Prada. A proposito di costumi risulta molto azzeccata anche la scelta di far indossare a Sandra Bullock un’imbarazzante tutina di paillettes fucsia in occasione della presentazione del libro, che poi sarà costretta a tenere per quasi tutto il resto del film, anche in mezzo alla giungla.

Chissà se la coppia Bullock/ Tatum avrà un sequel, ci si augura di sì.