Il miliardario Zsa-Zsa Korda è sopravvissuto per la sesta volta a un disastro aereo, per questo ha deciso di chiamare a sé l’unica figlia femmina Liesl, e dare in mano a lei tutta la sua immensa ricchezza, a patto di superare un periodo di prova. La ragazza però non ha alcun interesse nel denaro poiché vorrebbe diventare suora, ma è anche decisa a scoprire come sia morta sua madre, visto che insistenti sono le voci che sia stato proprio Korda ad ucciderla. Il magnate ha in ballo un grosso affare e quando questo rischia di saltare a causa di un complotto internazionale, decide di partire con Liesl e il nuovo segretario personale che pare avere un debole per la ragazza. Durante il viaggio il rapporto tra padre e figlia cambia, portando Liesl a credere che forse Zsa-Zsa Korda non è quell’uomo privo di sentimenti che ha sempre creduto essere.

Wes Anderson è il filmaker per antonomasia il cui cinema è uno dei più riconoscibili sia per estetica che per tematiche. Colori pastello, inquadrature simmetriche, carrellate laterali solo per citare alcuni elementi della sua grammatica narrativa, sono dei tratti così distintivi che quando vengono utilizzati da altri registi, si parla subito di uno stile alla Anderson. Sul piano narrativo invece, specie nei due ultimi lavori, The French Dispatch of the Liberty (2021) e Asteroid City (2023), Anderson ha iniziato ad utilizzare un racconto sempre più parcellizzato, come se la storia invece che procedere linearmente, accumulasse parentesi infinite, in una messa in abisso narrativo difficile alcune volte da seguire. Questo, insieme alla teatralizzazione estrema della messa in scena ha fatto perdere profondità ai personaggi, rendendo impossibile da seguirne l’evoluzione poiché privati di un vero e proprio arco narrativo.

La trama fenicia è un tentativo di recuperare, da parte di Anderson, il suo vecchio modo di fare cinema, presentando come in passato storie di famiglie disfunzionali (I Tenenbaum, Le avventure acquatiche di Steve Zissou, Il treno per il Darjeeling), ma è evidente quanto poco interesse abbia oggi il regista per il lato più emotivo del racconto. L’evoluzione del rapporto padre/figlia guida solo all’apparenza gli eventi che risultano ben più influenzati da cambi di set (l’aereo, la villa, la galleria ecc…) lasciando che i fondali, gli oggetti e le star presenti in quel episodio costituiscano il vero cuore narrativo. Per questo La trama fenicia se pure in maniera meno smaccata segue la scia dei due lavori precedenti, e in parte anche dei film antologici realizzati per Netflix, La meravigliosa storia di Henry Sugar e altre tre storie, rendendo i fondali i veri protagonisti e riducendo programmaticamente i personaggi a cartoon della Warner Bros. Un esempio è la trasformazione di Michael Cera, il cui cambio look coincide perfettamente con un cambio di carattere. È innegabile che le avventure di Bugs Bunny e Looney Tunes siano divertenti ma, a lungo andare, la ripetitività diventa manieristica e stancante.