Il giovane James, poco più di uno stagista che lavora nella galleria che si appresta ad ospitare una mostra di Salvador Dalí, a New York, anno 1974, attira l'attenzione della moglie del pittore, la dispotica Gala.

Ne rifiuta le attenzioni, ma resta attratto nell'orbita dell'entourage di Dalì, una decadente corte di "amici" interessati alle feste e a spillare soldi all'ormai anziano artista. Gradualmente James scopre quanto sia logoro il rapporto tra Gala e Dalì, entrando nel bene e nel male in un contesto affascinante, nel quale, tra luci e ombre, imparerà sull'arte e sulla natura umana più di quanto si aspettava.

Mary Harron ricostruisce in studio la New York degli anni '70, con immagini di repertorio per le strade in esterni, e sfondi sfocati quando i personaggi sono costretti a uscire dalla galleria e dalle camere d'alberghi di lusso che diventano casa, studio e postribolo. Non c'è giudizio nel mostrare i molti vizi privati di quell'epoca, ma non c'è neanche pudore nel mostrarne qualche virtù. Ne escono vincenti per esempio sia il personaggio di James che Amanda Lear, che mantengono la loro autenticità in un contesto nel quale la falsità è imperante.

Dalìland
Dalìland

L'arte è presente nella fase compositiva, nei flash back che mostrano sia la nascita del rapporto con Gala, sia l'epifania artistica di Dalí, ma non viene mostrata realmente nessuna opera.

I flashback sono decisamente la parte meno riuscita del film, troppo somiglianti ai peggiori inserti di finzione dei documentari storici, nei quali la recitazione è l'ultima delle preoccupazioni.

Dalìland
Dalìland

Se funzionale è Christopher Briney nel ruolo di James, Ben Kingsley recita più o meno con il pilota automatico, scadendo nella macchietta di quella macchietta che fu in fondo il personaggio Dalí. Convincenti e credibili Barbara Sukowa nel ruolo di Gala e la modella trans Andreja Pejić nel ruolo di Amanda Lear. 

Se siete appassionati di arte Dalíland non aggiungerà nulla a quanto non si sapesse di Dalíl, se non lo siete potreste iniziare un viaggio alla scoperta di un artista, che pur con i suoi bluff rivelati e le sue contraddizioni, è parte della storia del XX secolo.