"Draco dormiens numquam titillandus". Questo è l'antico motto di Hogwarts, iscritto anche sullo stemma della scuola, che tradotto suonerebbe come "mai solleticare un drago che dorme".

È curioso che il motto di Hogwarts sia in lingua latina anziché in inglese, dato che quest'ultima è la lingua parlata dagli studenti, dagli insegnanti e dal personale non docente; insomma, da tutto il regno magico inglese. C'è da chiedersi come mai, eppure, se consideriamo che quasi tutti gli incantesimi studiati a Hogwarts, e talvolta anche il nome di qualche pozione, sono in larga misura in lingua latina, non dovremmo stupirci se anche il motto della scuola lo sia. Dopotutto, anticamente la lingua parlata dai maghi, cioè gli alchimisti, era proprio il latino, e anche le antiche incisioni e i trattati lo erano. Quindi, sembra che il latino nel Medioevo fosse proprio di vitale importanza! Per di più pare che stia tornando di moda, e a dimostrarlo sono internet e molti altri mezzi di comunicazione. Si vedono apparire di frequente spot pubblicitari con massime latine, nonché frasi buttate giù per radio: "o tempora, o mores!".

Solo a scuola questa lingua sembra essere sempre più detestata e causa malanimo tra studenti di liceo classico e di altri indirizzi. È comune, infatti, reagire alla domanda del quanto sia importante conoscere il latino e il greco con una formula magica: "l'inglese serve, il latino e il greco no!".

Così, come contro incantesimo, la Bloomsbury, la casa editrice inglese di Harry Potter, propose qualche tempo fa la traduzione dei primi volumi della Rowling in latino e in greco (Harrius Potter et Philosophi Lapis e Harrius Potter et Camera Secretorum per la traduzione latina, Areios Potér kai é tu Filosòfu Lithos in greco).

L'arduo lavoro di tradurre il romanzo Harry Potter e la pietra filosofale in greco antico spettò al professore di lettere classiche di Bedford, Andrew Wilson. La traduzione ha riportato notevoli difficoltà riguardo ad alcuni nomi di personaggi, oggetti e luoghi presenti nella saga che, ovviamente, al tempo degli antichi greci non erano stati ancora inventati.

Una trovata, dunque, che sarebbe proficua se riuscisse ad incentivare negli studenti l'interesse verso queste "lingue morte", ma infruttuosa se finisse per essere una semplice trovata pubblicitaria o un fenomeno per collezionisti. Forse il maghetto che ha conquistato la fantasia di tutto il mondo, tradotto in latino e greco, potrebbe ricevere una buona accoglienza in un liceo classico e scientifico.

A questi esperimenti però, non fu dato seguito.

Comunque, quello del latino e del greco nelle scuole è quanto mai, oggi, un fatto serio. A discutere su questo non sono solo le scuole, ma anche la Città del Vaticano che qualche anno fa ha espresso le sue preoccupazioni riguardo al "declino" dello studio del greco e del latino. Abbandonare queste lingue, certo, porterà non solo a un impoverimento degli studi storici, ma anche filologici, filosofici e teologici, oltre che e a un decadimento della ricerca seria in quei settori.

Anche l'insegnamento del greco, non diversamente da quello del latino, soffre innanzi tutto del drastico abbassamento dei livelli della conoscenza linguistica dell'italiano. Nelle scuole elementari e medie lo studio della lingua in termini normativi e logici si è progressivamente

Harrius Potter et Camera Secretorum (Harry Potter and the Chamber of Secrets, Latin Edition)
Harrius Potter et Camera Secretorum (Harry Potter and the Chamber of Secrets, Latin Edition)

attenuato per lasciare spazio a una formazione globalistica sulla quale male si innesta l'apprendimento di due lingue "morte" come il latino greco. Queste, in sostanza, sono le principali motivazioni con cui si è voluto mettere in un angolo il latino, presentandolo addirittura come un pericolo per gli studenti per il sovraccarico mentale al quale essi sarebbero sottoposti. Pur senza attribuire valore assoluto allo studio della lingua greca e latina, credo che lo studio di queste lingue permette di entrare rispettivamente nel mondo dei greci e degli antichi romani per la via principale che è quella della lettura dei testi che sono arrivati fino a noi. I greci, e più ancora di loro, per ovvie ragioni, i romani, sono in senso stretto i nostri antenati. Comprendere quella parte della civiltà antica, che si è determinata tra i parlanti greco, e in altra area geografica, tra i parlanti latino e poi, per intersezione e interazione, tra le due civiltà, significa accostarsi a una fase dello svolgimento della vicenda umana dalla quale dipende molto di quello che noi siamo oggi. La cultura dell'antico deve essere dunque diffusa in tutte le scuole come "alchimia" essenziale del processo formativo.

Un discorso a parte farei ancora per il latino, che vedo importante difendere, anche fuori dal liceo classico, per il contributo decisivo che dà alla formazione linguistica (e anche letteraria) dei giovani. Tuttavia, considerare questi buoni propositi senza individuare l'alchimia giusta è del tutto inutile. Per esempio, nell'insegnamento del latino e greco, la selezione dei testi che vengono proposti in lettura nel quinquennio liceale, è un'occasione preziosa per indicare ai giovani alcuni dei momenti dello svolgimento della vicenda umana. L'epica arcaica, la lirica, la tragedia, il sorgere della prosa geografica e storica e poi filosofica, la formalizzazione giuridica e retorica sono aspetti di un'eredità che deve essere valorizzata, e poi, magari, non ultimo e perché no, l'inserimento fra questi testi dei volumi tradotti di Harry Potter!

In questi anni "Harrius Potter" si è dimostrato senza dubbio meno impegnativo delle classiche versioni in classe. Forse agli studenti è bastato udire "Accio" o "Sectusempra" per attizzare le orecchie per pochi istanti e apprezzare inaspettatamente una lingua così bistrattata!

Con queste traduzioni sia il professore che lo studente hanno gustato

Harry Potter and the Philosopher's Stone (Ancient Greek Edition)
Harry Potter and the Philosopher's Stone (Ancient Greek Edition)

insieme l'antica magia del latino, che mai come questa volta si è dimostrato essere "vivo", più di quanto non si pensasse. E anche pieno di mistero! Tuttavia, a far discutere non è solo la versione in latino, ma anche quella in greco antico. Sarà che il lettore abbia gradito la traduzione in una delle lingue morte più difficili…, lettura sicuramente più impegnativa della Mappa del Malandrino! Una sfida degna di Harry Potter, non c'è che dire!

E chissà che la Bloomsbury non vorrà in futuro tradurre Harry Potter anche in Serpentese o in Marino! Può darsi che il giovane Harry possa contagiare positivamente, ancora in futuro, queste traduzioni, o appesantirle definitivamente, dandosi una "bacchettata" ai piedi. Male che vada, dopotutto, ci resta sempre la versione in italiano, no? Non ci resta dunque che scegliere.

Fatto il misfatto!