Fin dalla costruzione di Hogwarts, i suoi stessi fondatori avevano in mente intenzioni differenti riguardo agli studenti che avrebbero usufruito dell'insegnamento della magia. Mentre Grifondoro, Tassorosso e Corvonero vivevano in grande armonia fra loro, il quarto fondatore, Salazar Serpeverde, desiderava invece che a scuola venissero ammessi solo studenti provenienti da famiglie di soli maghi (i purosangue). E fu proprio questa disputa che costrinse Serpeverde a troncare la sua amicizia con gli altri fondatori e lasciare Hogwarts definitivamente. Così, vinse la causa dei primi tre: Hogwarts, scuola di magia e stregoneria aperta non solo a giovani maghi e streghe provenienti da famiglie di soli maghi, bensì anche a ragazzi e ragazze appartenenti al mondo babbano, promossi al sapere magico per atto di fiducia e benevolenza riposta dai fondatori nei loro confronti.

Da questo si evince benissimo quanto stia a cuore a Godric Grifondoro, e agli altri, l'uguaglianza fra gli studenti, senza eccezioni di provenienza o di stirpe. E non è tutto! In questo modo, mettendo insieme il "diverso", si abbatte l'idea della scuola dei migliori e il disagio economico che domina in molte famiglie. È dunque giusto definire Hogwarts "scuola delle pari opportunità".

Anche la divisa non è segno di omologazione, conformazione o appiattimento, ma è un distintivo di appartenenza ad una determinata scuola. Gli studenti più poveri (come nel caso dei giovani Weasley), non vengono messi in imbarazzo per il deficit del loro guardaroba, perché la toga da loro indossata è uguale a quella indossata dai ricchi. E proprio ai più poveri, Hogwarts si cura di non far mancare l'indispensabile. Chi ci informa dell'esistenza di un fondo per aiutare i meno abbienti è il preside Albus Silente, quando, nel sesto libro, spiega al piccolo Lord Voldemort, allora con il suo vero nome, Tom Riddle, che "a Hogwarts esiste un fondo per aiutare chi ne ha bisogno a comprare libri e abiti" (Il Principe Mezzosangue). E questo non è tutto! Sembra quasi che Hogwarts sia ben più che una comune scuola-convitto. È la scuola che cerca di dare qualsiasi tipo d'aiuto nei limiti del possibile: "…e si accorgerà anche – dice Silente a Lucius Malfoy – che a Hogwarts chi chiede aiuto lo trova sempre" (La Camera dei Segreti).

Albus Silente
Albus Silente

Infine, Hogwarts offre l'opportunità di fare esperienza della comunità, ovviamente dopo quella famigliare, certamente più piccola, con la sola eccezione forse dei Weasley! Personalmente guardo a Hogwarts come ad una micro-società, per dirlo in termini sociologici. Una comunità che non annulla il singolo studente, sicché ogni allievo non vive all'ombra della sua Casa o di un gruppo; ma ciascun studente riveste un posto particolare all'interno della scuola. Non solo gli studenti, ma anche i professori e il personale. Una micro-società è sicuramente piccola rispetto ad una macro-società, ma non diversamente da quest'ultima anche la micro ha tutto ciò di cui ha bisogno per essere definita vera e propria società. Hogwarts è strutturata così bene, in tutti i sensi, che può davvero ritenersi autonoma dal Ministero della Magia. Infatti non è il Ministero che mette il suo naso negli affari di Hogwarts, ma ad occuparsene è la grandiosa competenza del Preside, Albus Silente!

Dunque, la realtà secondo cui ogni singolo studente o professore è indispensabile per tenere in piedi la comunità, ce lo rammenta Harry rivolgendosi ad Hagrid, al termine del secondo libro: "Hogwarts non esiste senza di te!".

Poche battute che esprimono nella sua totalità il vero senso dell'essere comunità: non il semplice stare insieme, ma l'essere per l'altro. Comunità è anche Comunione!

Ma la comunione, per quanto bella possa essere, non sempre riesce. Questo è inevitabile in una scuola convitto come Hogwarts, frequentata da ragazzi e ragazze di età e sensibilità differenti. E tante volte (non possiamo negarlo) questo è alla base di scontri e antipatie tra alcuni studenti, perché aprirsi all'altro, accoglierlo con i suoi limiti e le sue idee è un po' scomodo. A mo' di esempio vediamo il gruppo di Draco Malfoy, rappresentato da bulli, poco incline all'apertura verso gli studenti del Grifondoro, e meno che mai a Harry e ai suoi amici. Ma altrettanto dicasi per Harry e la sua solita compagnia!

Valutato ciò, si gioca proprio in questo la grandezza di Hogwarts: essere un luogo di aiuto reciproco, di socializzazione, di cooperazione…, per tradursi poi (sapere magico compreso!) in buona condotta di vita, in maghi e streghe esemplari, capaci di usare la magia ma anche a saperla controllare, per il bene di sé e degli altri.

"Lo Smistamento è una cerimonia molto importante, perché per tutto il tempo che passerete qui a Hogwarts, la vostra Casa sarà un po' come la vostra famiglia" (Harry Potter e La Pietra Filosofale).