In una recente conferenza sulle problematiche dell'industria dello spettacolo, presenti Robert Iger della Disney e Ari Emanuel della WME (una delle agenzie che rappresentano i grandi produttori e gli artisti di Hollywood) è stato ribadito qual è il più grande problema di oggi: la pirateria. Iger ed Emanuel, che sono in pratica due delle più importanti menti direttive nell'industria dell'intrattenimento, hanno fatto notare che il fenomeno ha raggiunto livelli tali che in mercati come la Spagna e la Corea del Sud hanno "cancellato" il mercato secondario, ovvero il noleggio e la vendita di DVD e Blu-ray.

Iger ha sostenuto che questa è la ragione per cui ha rinunciato al mercato dell'home video in Corea, dando la colpa al diffuso accesso alla banda larga in questi paesi: è un progresso cui si accompagna inevitabilmente la pirateria, diventata ormai il problema numero uno per l'industria dello spettacolo.

Robert Iger, per inciso, ha conquistato dubbia fama nel mondo dell'intrattenimento licenziando, Dick Cook, per lungo tempo a capo degli studi cinematografici Disney. Questo personaggio era molto amato e la sua rimozione ha provocato un profondo shock, al punto che un personaggio come Johnny Depp ha dichiarato di essere in forse se partecipare al quarto film della serie dei Pirati dei Caraibi, dove riveste il ruolo di punta del pirata Jack Sparrow.

Era stato proprio Cook, come scrivevamo in un articolo di qualche mese fa, www.fantasymagazine.it/notizie.../ a notare che la produzione pirata è diffusa a livello internazionale con un alto livello di efficienza, o per organizzazione consapevole o per la semplicità della condivisione: lo dimostra il fatto che se una singola copia di buona qualità finisce nelle mani sbagliate, il film viene diffuso in versione illegale in decine di paesi nell'arco di poche ore.

Le soluzioni proposte sanno, in parte, di repressione poliziesca, nonostante il passato recente insegni che questi sistemi sono di scarsa efficacia. Una novità ad alta tecnologia dal Giappone potrebbe contrastare la tecnica screener, ovvero il riprendere direttamente dallo schermo del cinema il film che si vuole copiare: minuscole sorgenti LED a infrarossi vengono dirette verso la sala attraverso minuscoli fori dello schermo. Il pubblico non si accorgerebbe di nulla, ma la copia pirata risultante da una ripresa illegale sarebbe cosparsa di grosse macchie colorate, e quindi inutilizzabile. Funzionerà? E per quanto tempo, prima che i pirati studino una contromossa?

Se facciamo un salto in Europa, vediamo come la legge HADOPI, tra mille polemiche, è stata finalmente approvata in Francia: dopo due avvertimenti chi scarica illegalmente perde il collegamento a internet. Sarkozy è al centro di una polemica ancora più feroce in quanto sarebbe diventato, secondo le accuse del giornale Le Canard Enchainé, un pirata lui stesso: avrebbe fatto masterizzare e distribuire 400 copie di un documentario dedicato alla sua carriera politica, infischiandosene bellamente della legge sul copyright. La Galaxy Press, produttrice del documentario, lamenta inoltre che la copertina sarebbe stata cambiata, con l'accredito del DVD a un "Servizio audiovisivo del Presidente della Repubblica."

Sarkozy gode di una piena immunità, in stile italiano, finché è in carica. Difficilmente verrà punito per una marachella del genere: quindi presumibilmente la frecciata è indirizzata alla sua legge.

Neil Boyd della Nintendo ha applaudito all'iniziativa francese e si augura che altri paesi membri dell'Unione Europea la vedano come un esempio, sottolineando il ruolo importante che gli ISP (i fornitori di accesso a internet) possono giocare. "Troppo spesso" afferma, "il dibattito sulla condivisione dei files è visto come una battaglia ideologica, ma per noi è una questione commerciale. La condivisione illegale sta quotidianamente danneggiando l'industria."

Dall'Inghilterra arriva una voce dubbiosa, quella di David Miller della Namco Bandai UK: "La reazione istintiva è quella di appoggiare la legislazione francese, ma crediamo ancora che sia una mossa realistica, o che sia nell'interesse di un'industria che sta passando attraverso una rivoluzione?... L'ubiquità della banda larga, la proliferazione del peer-to-peer e dei torrent, la possibilità di un enorme immagazzinamento dati sono scomode verità. Ed è cresciuta una generazione che ormai ha una sensazione diversa sulla maniera di usufruire dei media."

In conclusione ci sono alcune novità ma il quadro non è cambiato. Se da una parte l'industria dell'intrattenimento ha intuito che dovrà studiare nuove politiche commerciali per un futuro che non si può fermare, guardando all'orizzonte del breve periodo gli strateghi dei media sembrano principalmente interessati alla ricerca di efficaci norme repressive.