Con l’abilità derivante dall’essere cresciuto insieme a cinque sorelle, lui evitò agilmente il suo tentativo di afferrarlo e ripose lo scintillante unicorno rosa nella più  grande delle tasche esterne dello zaino.

– È un regalo per Lyla. Le porto sempre qualcosa, quando rientro da un viaggio.

– Da un punto di vista tecnico, non sarai di ritorno da questo viaggio fino a mercoledì.

– In tal caso, le porterò qualche altra cosa. – Nel parlare della sua bambina di tre anni, lui appariva così entusiasta che Charlie contemplò l’idea di saltargli addosso: dopo tutto, che vestisse o meno in doppio petto, Roland aveva la stessa età di David, ventotto anni appena, e anche se la sua carriera legale poteva avergli inflaccidito leggermente il fisico, nessuno dei ragazzi Gale era poco dotato, quando si trattava di avvenenza.

E alle madri di Lyla, Rayne e Lucy, di certo non sarebbe importato.

– Allora, come se la sta cavando la tua band?

– Quale? – domandò Charlie, aprendo quello che risultò essere un finto cassettone e trovando al suo interno il televisore.

– Quel rumoroso gruppo New Age techno con cui ti ho vista in quel… club.

La prolungata pausa indusse Charlie a girarsi: Roland era fermo con la giacca infilata a metà, e aveva un’aria aggrondata.

– Abbiamo rotto – rispose.

– Mi dispiace.

– Davvero?

– No.

No, farsela con Roland non era una buona idea. Poteva anche essere una persona dolce, per essere un avvocato, ma la sua idea di musica cominciava da quella del compositore John Williams, vincitore di cinque premi Oscar, e di solito prevedeva l’impiego di spade. Gettato il telecomando sul divano, Charlie si concesse un momento per accertarsi che le corde della chitarra fossero ben accordate, perché nel Bosco le note basse tendevano ad appiattirsi.

– Se partiamo adesso, arriveremo prima che Lyla sia di ritorno da scuola – osservò.

– Mi piacerebbe. Grazie – annuì Roland, caricandosi lo zaino in spalla. – Da dove partiamo?

– Dall’altro lato della strada rispetto all’hotel. In quel piccolo parco ci sono un po’ di cespugli.

– Si può entrare nel Bosco da un cespuglio? – domandò Roland, tenendo aperta per lei la porta della suite. – Io posso farlo – spiegò Charlie, battendogli un colpetto sulla guancia nel passargli accanto. – Perché sono in gamba.

Le ombre li tallonarono per tutto il tragitto fino a casa.