“Le operazioni di casting continuano. Mycah, Janos Slynt, Gendry, la Vecchia Nan, Shagga, Syrio, Marillion, Doreah, Alliser Thorne, Grenn, Pyp, Osha… oh, perché ho inventato così tanti maledetti personaggi? Non sapevo quanto sarebbe costato?”

È quello che si chiede George R.R. Martin commentando in un nuovo post il procedere della realizzazione delle Cronache del ghiaccio e del fuoco. Commenti che riguardano entrambi i fronti della saga, quello televisivo, con la miniserie tratta da A Game of Thrones, e quello narrativo, con la faticosa scrittura di A Dance with Dragons. Ma andiamo con ordine.

In un romanzo, ricorda, un cast comprendente migliaia di personaggi e uno che ne comprende solo due costano la stessa cifra e, anche se in quest’occasione Martin preferisce non ricordarlo, quando ha iniziato a scrivere la saga lui ha deliberatamente scelto di fare le cose in grande proprio perché stanco dei continui tagli imposti ai suoi progetti dalle compagnie cinematografiche e televisive per le quali stava lavorando. Ironia della sorte, un’opera nata per allontanarsi da Hollywood ha finito per riportarlo lì, e ora si trova a sentir parlare degli stessi problemi che aveva abbandonato tanti anni fa.

La ricerca degli attori prosegue. In alcuni casi si tratta di una scelta difficile fra alcuni attori dal notevole talento. Scherzosamente Martin ha confidato che a volte si tratta di un lavoro davvero duro, come quando ha dovuto visionare i provini di una dozzina di giovani donne in lizza per interpretare la bella prostituta Shae. In altri casi invece non è ancora stato trovato un attore che abbia le caratteristiche giuste per interpretare un determinato personaggio.

La ricerca, quindi, va avanti.

Intanto la battaglia con A Dance with Dragons prosegue. Dopo un duro confronto protrattosi per più di una settimana con l’epilogo, lo scrittore ha deciso di prendersi una piccola pausa da quelle pagine e di riscrivere invece un capitolo di Tyrion, che è decisamente migliorato.

Prima che qualche lettore possa iniziare a eccitarsi troppo alla sola menzione dell’epilogo, però, Martin tiene a precisare che non sempre lui scrive i capitoli nell’ordine in cui verranno letti. Anche se l’epilogo chiuderà il romanzo, non sarà l’ultimo di cui si occuperà. Tanto per fare un esempio, in A Storm of Swords l’ultimo capitolo che ha scritto è stato quello dedicato alle Nozze rosse.

Il tempo passa, e George avrebbe bisogno di più ore in un giorno, di più giorni in una settimana e di più settimane in un mese per far fronte a tutti i suoi impegni.