Un titolo dal simpatico sapore 'battistiano' ma un po' fuorviante, in quanto - nel linguaggio metafisico - la parola 'coincidenze' assume un preciso significato che si innesta sulla concezione di sincronicità descritta per la prima volta dallo psicanalista Carl Gustav Jung. Egli definì infatti coincidenza sincronicistica una coincidenza fra due o più eventi accaduti a breve distanza uno dall'altro, ma le cui cause non sembrano in relazione. Si tratta del verificarsi contiguo di un evento esteriore e di uno interiore in modo che la loro relazione non possa essere spiegata dalla normale funzione fisica di causa-effetto e in modo che tale relazione abbia un preciso significato agli occhi di chi la sperimenta.

In questo volume sono invece presentate anche esperienze che sono semplici premonizioni, e ancorchè le premonizioni possono essere legate da un filo sincronicistico e il confine può diventare sottile, a volte questo filo semplicemente non c'è e dunque un titolo sicuramente meno d'effetto, ma più lato, sarebbe stato più preciso per descrivere il reale contenuto del volume.

L'opera è pubblicata da La Lepre, editore che  con un peculiare catalogo improntato alla metafisica, colleziona una serie di testimonianze dirette, provenienti da coloro che seguono abitualmente le rubriche radiofoniche tenuta da Gabriele La Porta, scrittore e giornalista RAI.

Si tratta di istantanee che aprono una porta verso ciò che sfugge alla capacità dei nostri sensi e della nostra mente razionale. Un antipasto utile per incuriosire chi  intenda avvicinarsi a queste tematiche per la prima volta, ma sostanzialmente superfluo per chi da tempo si interessa a questi argomenti poichè si tratta di una mera raccolta casistica senza approfondimenti ulteriori, se non, talvolta, qualche brevissima digressione mitologico-filosofica a commento. Se, come si legge sulla cartella stampa, La Porta è già autore di oltre quaranta saggi e di cinque dizionari sulla psicologia junghiana, sarebbe stato interessante invece un corredo commentaristico in questa direzione, piuttosto che un mero zibaldone come se ne possono trovare tanti in commercio.