Cattivi presagi per gli amanti del cinema. Forse l’anno che si sta aprendo sarà proprio quello che segnerà decisamente una tendenza già iniziata a danno del grande schermo… e anche del piccolo.

Un analista della compagnia BTIG, Richard Greenfield, ha rilasciato le sue previsioni per il mondo dello spettacolo (prevedendo tra l’altro che Dark Knight Rises della Warner sarà il film dell’anno) mettendo in luce i fattori che saranno sempre più decisivi per tenere sotto pressione cinema e TV. Per quanto riguarda la televisione, il volume dell’offerta è continuamente salito, e così la preferenza da parte del pubblico, beneficiando anche di una crescente quantità di canali tra cui scegliere: siamo ormai giunti al punto in cui l’attività online dell’utente, anch’essa in salita, non può che entrare in conflitto con le ore passate a guardare la TV.

La rete offre ormai delle soluzioni in grado di competere direttamente con il piccolo schermo: dal distributore Netflix, che permette di noleggiare un film e guardarlo in streaming, ovvero scaricandolo direttamente mentre lo si guarda, ai servizi di abbonamento sperimentati da Youtube, la piattaforma che ospita e condivide migliaia di video (sia creati dagli utenti che “strappati” da programmi televisivi o film). All’esempio di Youtube e Netflix si starebbe per accodare anche Amazon (con lo streaming) mentre Facebook starebbe per diventare (anche) una piattaforma per video. Tutto questo avviene ovviamente negli Stati Uniti, poiché l’Italia è sempre qualche anno indietro nelle tendenze tecnologiche e commerciali.

Tutto questo assalto di offerte di consumo domestico non può che attaccare il dominio della pura e semplice televisione. Anche il cinema è comunque destinato a soffrire, e non solo per l’attuale congiuntura, che ha già messo sull’avviso i produttori dei film più costosi iniziando una tendenza a non eccedere con i costi di produzione. C’è poco da fare: la gente va meno al cinema (e questo è vero anche per l’Italia, basti pensare all’attuale tormentone sulla presunta “morte” del cinepanettone), nonostante l’offerta sia differenziata con il 3D e i grandi schermi IMAX (questi ultimi in Italia quasi inesistenti). Secondo Greenfield le soluzioni moderne e costose come il 3D permettono ai produttori di incassare qualcosa di più, aumentando i costi dei biglietti: ma in realtà ci sono uno o due film all’anno meritevoli di tanto sforzo e tanta spesa. I brutti film però restano brutti anche in 3D e finiscono per far scappare la clientela.

Hollywood è notoriamente in crisi d’idee del resto, e la maggior parte dei film sono rifacimenti o continuazioni di una serie, segno di un’impasse; diminuiscono anche gli acquisti di home video nei formati tradizionali (DVD, Blu-ray) e probabilmente non solo per effetto della pirateria informatica. Insomma lo spettacolo diventerà più casalingo, selezionato dall’utente e scelto sul momento; probabilmente avremo, almeno per un po’, un cinema meno costoso e ambizioso.