La Presenza femminile lo circondò. “La vallata fu scoperta poco dopo l’arrivo di noi uomini in questo mondo.” Frammenti di ricordi, troppo incompleti e freddi per essere i suoi, filtrarono da quel contatto. ”N’il non era stata ancora esplorata ma fu subito chiaro che le risorse erano scarse. Le barbarie iniziarono presto. Un tempo si pensava che davanti a privazioni e ostacoli gli uomini avrebbero ritrovato unità. N’il ha invece portato alla luce il nostro lato più primitivo, dividendo gli uomini in tribù che non costruiscono, non progrediscono, usano solo, e lo sottraggono ai propri simili. Noi Dharca possedevamo già un forte spirito di corpo, ma eravamo ancora pochi. I fondatori capirono che la valle doveva essere protetta, nascosta.”

“Il sistema del mercenariato allora serve a questo.”

“Esatto. I mercenari combattono per i cubi e alimentano la carovana. La carovana scambia i cubi con cibi, alchemie, vesti, medicine, qualsiasi cosa serva alla valle. Il bisogno è grande. E gli uomini si sono imbarbariti su N’il.”

“Ci mandate in battaglia per qualcosa di cui nemmeno ci ricordiamo.” Un pensiero amaro, ma era solo suo. Poi pensò ai bambini che sguazzavano nell’acqua termale. Piccoli. Inermi. Da proteggere.

L’interno di una casa di pietra. Odore di cavolo bollito, di fermentato, di cenere. Un neonato succhiava il seno di una madre giovanissima.

La voce mentale della Magicante era dura. “Nessuno ti ha costretto, Akeo. Hai solo fatto quello che tutti i Dharca finiscono con il dover fare. Sapevi che più alto sarebbe stato il guiderdone per i tuoi servigi e più risorse avresti fatto guadagnare alla vallata. E volevi che la tua casa fosse sicura. E che Kella non avesse fame.”

“Kella?”

“Tua figlia.”

Sospensione, attesa, comprensione, euforia, forse orgoglio, infine rabbia, una rabbia bruciante.

“Nessun mercenario Dharca ricorda la valle, Akeo, né i propri cari. Nessuno.” Lo anticipò la Magicante. “Il Muro ti è stato imposto nella mente quando te ne sei andato, come a tutti noi. Nasconde i ricordi e ti impedisce di essere manipolato dalla Presenza. Nessuno deve sapere il nostro segreto. Ma Sevile Yoris ti aveva raccolto nel campo di battaglia di Racoris. Aveva capito che la ferita aveva indebolito il muro, non ha trovato ricordi da rubare e quindi ti ha salvato, curato, condizionato, impregnato della sua Presenza per fare di te una spia. E lui è solo uno tra molti.”

8

Dharca

Un parto Dharca, la ragazzina era chinata, le mani strette sui bastoni della struttura che la reggeva, perle di sudore sul corpo, una spessa cote di cuoio in bocca in cui affondare i denti per soffocare il dolore. Gocce di sangue scuro cadevano su di una ruvida vasca colma fino all’orlo di acqua calda. Le anziane levatrici la confortavano.

Kella? Stava vedendo la nascita di Kella?

“Hai un nome, donna?”

“Vecna.”

“Vorrei chiederti di Kella. Ma non so nemmeno cosa, o come...”

“Eri giovanissimo, proprio come la tua compagna, Secta. Lasciasti la valle l’anno successivo, poco prima del parto.” Altri frammenti di immagini, questa volta mischiati con sensazioni troppo intense e indistinte. “Le femmine Dharca si uniscono al compagno subito dopo il primo ciclo mestruale. I maschi lo fanno appena raggiungono la maturità sessuale. In fretta. E’ un metodo duro, selettivo, sistematico, ma necessario. La valle genera un gran numero di soldati ma pochi tornano a casa, ancora troppi muoiono in battaglia e il vuoto che lasciano deve essere compensato.”

Ancora troppi muoiono in battaglia e Kella è in mezzo a loro. Un pensiero che feriva.

Akeo era confuso. “Quel Magicante mi aveva condizionato, è vero, ma ora ho domande mie. Perché restiamo ancora nella valle? Perché nascondersi tra monti di ghiaccio, dipendendo dal passaggio della carovana? Con tutte le forze Dharca riunite potremmo conquistare interi insediamenti, fondare un regno. La nostra vita da mercenari cesserebbe.”

La Magicante ebbe un’esitazione, Akeo l’avvertì come una vibrazione stonata, fuori fase. “Perché qui i fondatori scoprirono qualcosa nascosto nella valle. Furono commessi errori. Non ho altre risposte, mi dispiace. I vecchi Magicanti Dharca stanno cercando di scoprire cosa accadde davvero, ma non hanno che pochi indizi. Sappiamo solo che la vallata va tenuta isolata e protetta, che i Dharca devono crescere e rafforzarsi. Fino all’ultima battaglia di N’il.”

Immagini confuse.

“L’ultima?”

Un piccolo occhio gelido.

“E’ qualcosa che ci aspetta nel futuro. La fine del lungo mercenariato Dharca.”

Levitavano ancora sulle case di pietra, oscillando tra il vento e il fumo dei camini.

“E adesso?” Chiese Akeo.

“...”

“E’ la mia ferita al capo che ha permesso a Sevile Yoris di infettarmi con la magia, giusto?”

“Esatto. Il Muro è stato infranto, i ricordi sono rimasti sigillati ma per la prima volta un Dharca è stato manovrato dalla magia.”

“La ferita è rimasta.”

“Si”

“Io sono stanco di combattere. Tutti i Dharca lo sono. Il sangue che spargiamo ricade su di noi da generazioni. Siamo stremati.”

“Lo so” disse Vecna. C’era dolore nella sua voce mentale. ”Questa via è stata scelta in tempi ancestrali. Per necessità. Per bisogno. Nessuno di noi lo vuole più.”

“E adesso? Potrò scegliere?”

“Sì”

Quattro giorni di combattimenti sanguinosi lungo i territori di due province sembravano dare infine i propri frutti. Laouqui era a terra. Dopo bombardamenti con gli occhi del drago e piogge di strali, il grande Portatore di Caos ormai indebolito era stato circondato dai carri da guerra.

Una ventina di ramponi seghettati avevano fatto breccia nella pelle martoriata, poi era stata la volta dei muscoli, di bestie e uomini. Una prova disumana, ma che aveva dato frutto. Il Distruttore era stato trascinato a terra, e anche se le sue lunghe propaggini continuavano a dimenarsi maciullando gli avversari, l’armata mercenaria incalzava con foga decisa a non farlo rialzare mai più.

Nel cuore della mischia, Akeo mulinava una grande lancia da guerra gridando ordini ai propri uomini. La formazione d’assalto era perfetta, ma la bestia resisteva con tenacia. “Avanti, fratelli!” Urlò il Capitano a squarciagola. “Per il Clan! Dharca! Dharca!” Guidò la squadra d’assalto contro il ventre del mostro. Tra il mulinare dei tentacoli intravide infine un’apertura. Vi scagliò contro la lancia con tutta la forza che aveva in corpo, poi snudò le mezze spade e balzò in avanti. Laouqui gridava. Le lame stridevano. Tutt’intorno era sangue.

2 - FIne